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Amor non ho... però... però
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Teodoro, uomo semplice e di indole mite, campa di espedienti manovrato dal volitivo "fratello di latte" Antonio che al contrario è di carattere violento e incline alle truffe per tirare avanti. Dopo l'ennesimo litigio col fratello per un affare andato male, Teodoro, mesto e in compagnia del fido cagnetto Edmundo, assiste al tentativo di suicidio della giovane Gina che si butta nel Tevere. Con prontezza lui si tuffa dietro ma da salvatore diventa salvato visto che non sapeva nuotare. Gina desiste dal suo tentativo per salvarlo e viene da lui ospitata nel magazzino baracca dove vive con Antonio. Lei racconta che è distrutta dall'aver perso il suo amato Andrea, arrestato per un crimine non da lui commesso ma incastrato da un boss della malavita che si chiama Maurizio. All'arrivo di Antonio, il carattere burbero dell'uomo si manifesta immediatamente, però subito placato dall'avvenenza di Gina che, semi svestita per far asciugare i suoi abiti, mostra un fisico mozzafiato. Questo induce l'uomo a mettere in atto l'ennesimo affare truffaldino allestendo uno spettacolino di varietà dove Gina sarà la soubrette che attira come mosche gli uomini. Lo spettacolo non riscuote però un gran successo, perché Gina è sempre affranta e col chiodo fisso di togliersi la vita, salvata ogni volta in extremis dal buon Teodoro che finisce per invaghirsene. Al pari però del suo manesco fratellastro che a sua volta insidia ripetutamente la ragazza alla quale è sempre il buon Teodoro a prestare la spalla e il fazzoletto per asciugarsi le lacrime. Arriva perfino a rischiare la vita per strappare le prove dell'innocenza di Andrea nel covo del boss Maurizio, cosa che rocambolescamente gli riesce per vedersi poi alla fine soffiare sul più bello la sua amata Gina, che nel frattempo aveva avuto modo di apprezzarlo anche come uomo, dall'arrivo del suo felice Andrea, scagionato da ogni accusa, desideroso di abbracciarla e condivider con lei il futuro. Mesto per sé ma felice per Gina il buon Teodoro non può che tornare al suo tran tran quotidiano dettato dal sempre più burbero fratellastro. Renato Rascel canta, balla e si muove agilmente riuscendo a dare ritmo e azione a questa commedia leggera dove la stupenda Gina nazionale gli è sensualissima spalla. Molto bravi gli altri comprimari con menzione per l'ottimo Pavese e il Ninchi assai credibile nella parte di un boss della mala.
Amor non ho... però... però Italia 1951
Regia: Giorgio Bianchi Musiche Mario Nascimbene con Renato Rascel: Teodoro Gina Lollobrigida: Gina Luigi Pavese: Antonio Scutipizzo Franca Marzi: la ragazza di Giuliano Aroldo Tieri: Giuliano Kiki Urbani: Kiki, la ballerina Carlo Ninchi: Maurizio, il gangster Adriana Danieli: Olga Strelsa Brown: Mabel Virgilio Riento: il contadino alla bilancia Guglielmo Barnabò: signore distinto con la bombetta alla bilancia Riccardo Vianello: l'uomo ucciso da Maurizio Gastone Tinti: un componente dell'orchestra e con Nyta Dover Galeazzo Benti Marco Tulli Kurt Lary Maria Carla Vittone Guido Barbarisi Riccardo Ferri Luciano Rebeggiani Giuseppe Ricagno Giovanni Lesa Pia De Doses Giuseppe Di Martino e il cane Rolf: Edmundo
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
Sam Martin sbarca il lunario portando a pesca la gente sul suo battello d'altura aiutato dal fido e quasi sempre sbronzo Harvey . Ha debiti un po' ovunque nella zona porto e spesso deve impegnare oggetti per tirare avanti. L'ultimo cliente, che gli ha pure perso una costosa canna da pesca, lo ha truffato con un assegno a vuoto per cui quel Mr. Hanagan che gli offre una discreta sommetta per farsi portare a Cuba gli capita proprio a proposito. Lui e la sua giovane bionda, che dice essere svedese, sembrano una coppia sportiva e tutto sommato a posto, ma a Cuba è in atto una rivoluzione e lui non ha il permesso per navigare fin là. Gli potrebbe costare il sequestro del battello che peraltro è solo in affitto, ma la somma è di quelle che fan cambiare idea. Sbarcheranno col favore della notte per poi filarsela prima dell'alba come pattuito e tutto procede per il meglio, fino al momento burrascoso della ripartenza, dove il misterioso ospite si imbarca al volo inseguito da ...
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
A lla vigilia di Ferragosto Roma è quasi del tutto svuotata. Col caldo soffocante sono tutti al mare a Fregene e in città sono rimasti in pochissimi. Come il ragionier Piccoli alle prese col consuntivo trimestrale che deve assolutamente terminare accumulando ore di straordinario che gli servono per mantenere sua moglie nella pensione Stella a Fregene dove è già in vacanza. Il capo ufficio lo ammonisce circa i pericoli di lasciare sua moglie da sola al mare con tutti quei bellimbusti che girano ma lui è irremovibile, del resto sua moglie è fedelissima e i soldi servono. Anche Carlo e Raffaele stanno per lasciare la città, anzi la prigione dove da ladruncoli erano detenuti e subito si mettono d'impegno a studiare quale vittima derubare in mezzo alla tanta gente che affolla la spiaggia dove prontamente si sono trasferiti anche loro. Il cavalier Bonaccorsi invece si sta lavorando una giovane segretaria da assumere se sarà carina con lui, facendole già godere le ferie in a...
J ohn non ha conosciuto suo padre e il marchio di bastardo lo ha accompagnato fino in età adulta, arrivando perfino ad odiare sua madre rea di non avergli mai rivelato il nome di chi la sedusse. Ora lei vive in un ranch con due sorelle zitelle e le poche volte che John le fa visita succedono sempre cose sgradevoli. Ma stavolta John, che vive da cinico dissoluto, seducendo ed abbandonando giovani donne, così come pensa possa aver fatto suo padre, è intenzionato a far luce sul suo genitore. Così aiutato dal fido Morenillo , un forzuto senza cervello che lo segue come un' ombra, finge di esser stato ferito ad una gamba per farsi ricevere e curare da sua madre. Costei non può rifiutargli l'aiuto necessario e lo accoglie per i giorni necessari alla sua guarigione intimandogli però di non scocciarla ancora con le sue origini. Astutamente John prima di accomiatarsi le fa dono di una discreta somma di denaro per ripagarla e non visto la sorprende a nasconderlo in in anfratto ric...
G iocondo , un truffatore con molte idee e per lo più balzane e infruttuose, stavolta ha escogitato un piano che può fargli guadagnare molti soldi senza tanti rischi. Ha appena letto sul giornale che molti profughi dall'Ungheria sono stati accolti in Italia e per loro è stata stanziata una discreta somma dal governo. Così pensa di travestirsi da frate e spacciarsi con altri tre compari per religiosi scampati al regime comunista e fuggiti in Italia dove possono aiutare nell’ opera di accoglienza verso altri sfortunati fuggiti come loro. Ma il vescovo invece di dar loro uno stabile e dei soldi per iniziare, li spedisce in un convento in Sicilia, dove scoprono che la vita al suo interno è fatta principalmente di privazioni e preghiere. Crispino , Martino e Gaudenzio capiscono subito che l'idea non è stata delle migliori specie per il fatto che non si mangia nemmeno e si dorme sul tavolaccio per fare penitenza. Ma un fatto accaduto nell'orto del convento, accende in Gio...
Chissà perchè il regista Howard Hawks decide dopo 7 anni circa di riproporre, si parla di remake, la stessa storia del suo mitico Un dollaro d'onore , forse gli era piaciuto tanto che voleva in qualche modo rifarlo o prolungarne gli effetti. Invece il film si regge solo sulla bravura degli interpreti perchè la storia è più o meno la medesima con John Wayne e con Robert Mitchum al posto di un altro grande come Dean Martin , coadiuvato da Arthur Hunnicutt un bravo caratterista di tante pellicole western al posto di Walter -Stumpy- Brennan e un giovane James -Mississippi- Caan anche lui col nome di un fiume come Ricky -Colorado- Nelson che in più cantava e pure bene. Ecco che la storia è speculare e mi riprometto di raccontarla meglio quando affronteremo l' originale, spero prossimamente. Lo sceriffo J.P. Harrah (Mitchum), " una stella attaccata a un ubriaco " ha il suo bel da fare con il solito proprietario terriero con mandrie che necessitano spazi altrui ed...
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