Passa Sartana … è l'ombra della tua morte
Voglio fare un appello con questo film a chi lavora nel cinema affinché a distanza di 40 anni si torni a produrre un genere che tante soddisfazioni ha dato al settore in termini di incassi e lavoro. Certo il filone ha rappresentato anche un concentrato di luoghi comuni finendo spesso in sciocchezze e corbellerie col solo scopo di far cassa etichettandosi col tempo solo come fenomeno violento e di consumo. Perchè non c'era la TV e il cinema era il solo luogo di svago e bisognava riempire le sale con prodotti ripetitivi in quantità e a scapito della qualità. Ma pur sempre creando un mestiere associato ad esso fatto di buoni caratteristi, registi, comparse e maestranze specializzate in carpenteria, falegnameria e vari e sempre senza l'utilizzo di una sola lira del denaro pubblico. Ecco perché vorrei che firmaste nei commenti questo appello affinché torni in auge un genere, magari anche con altri, che un tempo caratterizzarono il nostro Cinema nazionale. Ci vorrebbe in verità poco per farlo risorgere degnamente, magari attingendo agli sceneggiatori di tanti fumetti western ancora presenti sul mercato, o anche facendo remake di buoni lavori passati e ridare vita ad un settore, quello del cinema nazionale, ormai asfittico e con poche idee ma certamente non confuse, ovvero bussare cassa al Ministero dello spettacolo, per poi arrivare nelle sale con nemmeno il regista spettatore. E questo in buona sostanza è l'andazzo degli ultimi anni fatte salve le dovute e bene accolte eccezioni.
Dicevo che ho rivisto con piacere questo film dopo essermi stancato di altri banali che passano in prima serata. Anzi ne ho visti tre, tutti programmati su Italia Uno dopo le 3 di notte, e questo è risultato piuttosto soddisfacente. Jeff Cameron è Sartana, un fuorilegge che ha sulla testa una taglia di 12 mila dollari, ma che è anche l'unico in grado di porre fine alle violenze di una famigerata banda composta dai fratelli Randall. Lui ha ucciso solo per motivi d'onore e così le autorità decidono di affidargli il gravoso incarico promettendogli, a lavoro compiuto, la piena riabilitazione. Porterà a termine la missione lasciando sul terreno tutti i cattivi. Demofilo Fidani (Miles Deem) dirige un buon film, non fosse altro perchè nel montaggio si ricorda di ricaricare la colt ogni tanto, pur sempre con la stessa scena girata, ma che almeno consegna all' Italia una colt che non spari più di sei colpi come il genere ci aveva illuso. Buone quindi le scene con sparatorie come anche le scazzottate per non parlare delle cadute da cavallo in pieno stile classico americano che raramente si vedevano in questi film e che denotano la preparazione degli stuntmen nostrani di buttero-landia. Abbastanza curati gli esterni del villaggio, un po' meno il saloon dove il barman serve whiskey su boccali per birra in un bancone improvvisato e dove quindi non avviene la classica scazzottata sfascia locale. Forse erano finiti i quattrini del budget mentre quelli usati sul tavolo verde, con relative monete d'oro erano molto ben curati. Gli esterni maremmani del western nazionale lasciano molto a desiderare e quindi difettano anche in questo film rispetto ad altri del genere che si spingevano in Spagna quando addirittura in Israele. Ma in generale la storia regge bene con un protagonista che devia dal clichè – comincio ad ammazzare, poi mi catturano e mi danno un sacco di botte e poi finisco di ammazzare – e dall'inizio alla fine è un martello sia di pistola che di mano. Un buon Sartana senza fronzoli da vedere tranquillamente e sperare, per il nostro cinema, che ritorni coi suoi tanti compagni di un tempo.
Dicevo che ho rivisto con piacere questo film dopo essermi stancato di altri banali che passano in prima serata. Anzi ne ho visti tre, tutti programmati su Italia Uno dopo le 3 di notte, e questo è risultato piuttosto soddisfacente. Jeff Cameron è Sartana, un fuorilegge che ha sulla testa una taglia di 12 mila dollari, ma che è anche l'unico in grado di porre fine alle violenze di una famigerata banda composta dai fratelli Randall. Lui ha ucciso solo per motivi d'onore e così le autorità decidono di affidargli il gravoso incarico promettendogli, a lavoro compiuto, la piena riabilitazione. Porterà a termine la missione lasciando sul terreno tutti i cattivi. Demofilo Fidani (Miles Deem) dirige un buon film, non fosse altro perchè nel montaggio si ricorda di ricaricare la colt ogni tanto, pur sempre con la stessa scena girata, ma che almeno consegna all' Italia una colt che non spari più di sei colpi come il genere ci aveva illuso. Buone quindi le scene con sparatorie come anche le scazzottate per non parlare delle cadute da cavallo in pieno stile classico americano che raramente si vedevano in questi film e che denotano la preparazione degli stuntmen nostrani di buttero-landia. Abbastanza curati gli esterni del villaggio, un po' meno il saloon dove il barman serve whiskey su boccali per birra in un bancone improvvisato e dove quindi non avviene la classica scazzottata sfascia locale. Forse erano finiti i quattrini del budget mentre quelli usati sul tavolo verde, con relative monete d'oro erano molto ben curati. Gli esterni maremmani del western nazionale lasciano molto a desiderare e quindi difettano anche in questo film rispetto ad altri del genere che si spingevano in Spagna quando addirittura in Israele. Ma in generale la storia regge bene con un protagonista che devia dal clichè – comincio ad ammazzare, poi mi catturano e mi danno un sacco di botte e poi finisco di ammazzare – e dall'inizio alla fine è un martello sia di pistola che di mano. Un buon Sartana senza fronzoli da vedere tranquillamente e sperare, per il nostro cinema, che ritorni coi suoi tanti compagni di un tempo.
Passa Sartana … è l'ombra della tua morte
Italia 1969
con:
Jeff Cameron, Dennys Colt, Dean Stratford, Demofilo Fidani,
Elisabetta Fanti, Marielle Palmich, Simonetta Vitelli.
Dodo sono con te amo come te il genere
RispondiEliminaBuona serata
grazie Pà
RispondiElimina;-))
che tempi quando si contavano i morti all'uscita dal cinema del curato
ehehehe
Firmo, soprattutto perchè il western all'italiana, come il coevo poliziesco all'italiana, hanno saputo archetipizzare e al contempo rendere ruspantemente nostrani, i pseudomiti di oltreoceano, interiorizzando, laddove negli Usa si puntava alla magnificenza delle ambientazioni, estremizzando la violenza rendendo surreali e caciarone le svolte della trama, insomma mettendoci cuore e fantasia.
RispondiEliminaNon sempre, ma spesso.
C'è sartana vendi la pistola e comprati la bara...
il western all'italiana è come il "parmisan" ... o come se modigliani avesse imitato le sculture di michelangelo ... e sono buono ...
RispondiEliminaCarca da incorniciare
RispondiEliminaGobbo da incellophanare
;-)
non avevo dubbi ;-)
RispondiEliminad'altronde a me piace il kebab .. ;-)
ma è naturale ... leggi bene le motivazioni del carca .. non si parla di john ford o latri miti ma di un genere che oltre a far lavorare tanta gente è stato apprezzato in diversi
RispondiEliminapaesi all'estero .. quindi non tagliare sempre corto che poi tagli tutte le teste anche quelle buone come quella del patavino
zio me ne fotto che faccia lavorare la gente ... a me non piace ... non amo chi scimiotta gli altri ... il western non ci appartiene ... lasciamolo fare a chi appartiene ... noi possiamo fare tante altre cose ... e poi ci lamentiamo che perdiamo la nostra identità culturale ... al limite fatte i film sui butteri ... che non sarebbe male tra il resto ... il western non ha nulla di italiano ... lo spaghetti western è un'imitazione ... non è la storia riportata nell'ambiente italiano ... come possono essere i polizieschi di cui parla il carca (milano violenta ... etc...) ma una cialtroneria bella e buona ... ho detto, ora insultatemi pure ;-)
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