Il principe delle volpi
1500 - Cesare Borgia sogna di espandersi fino alle coste adriatiche e oltre ma a sbarrargli la strada c'è Ferrara della potente famiglia d'Este. Propone quindi al rampollo Alfonso d'Este, figlio di Ercole I, di unirsi in matrimonio con la sorella Lucrezia da poco rimasta vedova. A tale scopo invia il suo fidato Capitano Andrea Orsini che viene accolto a Ferrara con molta ostilità dal vetusto genitore, mentre il giovane figlio di grandi capacità e ingegno, è lusingato ad arte dall'Orsini che lo prefigura come un grande nell’Italia unita che il Borgia vuol costituire. Poi essendo un abile costruttore di cannoni vedrà il suo futuro ruolo tra quelli di spicco grazie anche all'aver collegato il proprio nome al casato dei Borgia. Andrea Orsini non è soltanto un abile uomo d'arme ma anche un valente pittore la cui arte è molto apprezzata presso chi ne viene in contatto, grazie a indubbie capacità nell'uso dei pennelli e colori. Ha brillantemente evitato l'attacco mortale di un sicario, Mario Belli, mandato da uno dei tanti nemici del Borgia, e avendogli risparmiato la vita lo ha accolto nel suo seguito, con la promessa che lo avrebbe servito fedelmente in ogni circostanza. Ma il Belli è attratto anche dal denaro e l'astuto Borgia lo ha a sua volta assoldato affinché protegga Orsini, come da loro accordi, ma lo informi nel caso il suddetto abbia a cambiare bandiera, nel qual caso prevarrà il supremo servizio alla causa dei Borgia. Così ignaro l'Orsini viene mandato come ambasciatore a Città del Monte, una inespugnabile fortezza, che controlla il passaggio verso l'Adriatico e dove regna l'anziano Conte Marco Antonio Verano con la sua giovanissima moglie Camilla. Orsini viene accolto con referenza e Donna Camilla è molto attratta dal suo lavoro di pittore, tanto da chiedergli il dono di un ritratto, sempre che l'amato marito gli conceda il privilegio. Il vecchio Conte tuttavia, pur concedendo ampi spazi alla consorte della cui fedeltà è assolutamente certo, non perde occasione per mettere alla prova il possibile giovane rivale in amore, fin quando gli rivela il segreto della sua unione con Camilla. Ella era la figlia del suo migliore amico che, caduto in battaglia, l'aveva lasciata alla mercé dei suoi vincitori e per sottrarla a loro l'aveva accolta e protetta prendendola in moglie ma considerandola in pratica come una figlia. Ora che il Borgia si presentava sotto le mura per chiedere il passaggio e l'appannaggio per i suoi soldati oltre a fornire di suo altri mille uomini, il vecchio si trovava nella difficile situazione di scegliere tra la libertà e la probabile distruzione della sua contea. Fa decidere al suo popolo che all'unanimità sceglie di sbarrare la strada al Borgia e ottiene dalla sua anche la spada dell'Orsini. Il bieco Mario Belli allora cerca di dissuadere il suo padrone ma vista la sua fermezza lo lascia e si reca dal Borgia per dare la notizia di quello che è un vero tradimento. Orsini, la cui vera discendenza era tutt'altro che nobile bensì contadina, avendo rubato il nome che porta, non sa che il Belli ne ha scoperto l'identità. Del resto non è il problema che adesso lo tormenta, bensì il difendersi dal prossimo sicuro attacco e conoscendo la strategia nemica, fa predisporre un'imboscata alle porte della contea alla cavalleria del Borgia che in genere è la prima ad entrare in campo. Questa strategia si rivela vincente e il nemico deve ritirarsi con gravi perdite ma anche il vecchio conte è stato ferito in battaglia e sul letto di morte fa giurare ai due giovani di amarsi l'un l'altro e proteggersi per sempre. Dopo di che inizia l'assedio e dopo le prime giornate favorevoli, per Città del Monte appare chiara la sconfitta e i parlamentari del Borgia chiedono in cambio del salvacondotto per la reggente e il non saccheggio della città, l'immediata resa e la consegna del traditore Orsini. Camilla oppone un netto rifiuto ma Andrea, per evitare stragi, si reca di nascosto nel campo nemico e si consegna al Borgia. Questi entra trionfalmente a Città del Monte e Camilla lo supplica di concedere salva la vita al suo uomo che subito il Borgia svela non essere un nobile capitano bensì un volgare contadino. La donna per nulla sminuita nel suo amore gli rinfaccia che ciò non ostacola minimamente il suo sentimento, ottenendo però una dura condanna a morte per il suo amato. Ma ecco allora il Belli, nel frattempo nominato Captano per il suo ottimo lavoro, chiedere al Borgia di punirlo a modo suo, ovvero togliergli gli occhi dalle orbite e lasciarlo vagare per il resto della vita. Una punizione assai più esemplare di una semplice morte per uno come lui che ha tradito sì grande munificenza. Il Borgia accorda la punizione e l'uomo abilmente suggerisce ad Andrea di urlare come un ossesso per far intendere che gli strappi via veramente gli occhi. Dopo di che li mostra al pubblico inorridito ottenendo subito che l'Orsini venga portato via e liberato. Di che animale fossero quegli occhi non è dato sapere ma questo artificio ha salvato la vita ad Andrea che si rimette ben presto in forma per dare l’assalto al castello e liberare la sua amata. Il Borgia è preso nelle sue battaglie e sta trovando difficoltà nell'assedio di Fabriano concomitante con quello di Camerino, per cui con l'aiuto del popolo si può sperare di avere facilmente la meglio sulla guarnigione lasciata al castello. Ma prima deve liberare Camilla dalle prigioni per evitare rappresaglie su di lei e poi dare il segnale di rivolta, cosa che avviene riuscendo a trionfare e riaccendere le speranze ... un giorno dovunque sia il terrore dei Borgia dovrà finire, basterà una favilla per provocare l'incendio che distruggerà la sua casa.
Liberamente tratto dalla nostra storia, il film è un capolavoro del genere avventura - cappa e spada, girato in gran parte nei tanti scenari storici del nostro paese tra i quali si riconoscono il Castello di Gradara e San Marino sullo sfondo, con interni del palazzo comunale di Siena e l'inconfondibile "skyline" di San Gimignano. Al meraviglioso cast si uniscono le stupende ed indimenticabili voci dei doppiatori dell'epoca. Da Panicali a Cigoli, da Gazzolo Sr. a Pettinelli per finire con la meravigliosa Miranda Bonansea e tutti gli altri che riposano nel Paradiso dei Doppiatori.
Prince of Foxes
Stati Uniti d'America, Italia 1949
Regia: Henry King
Musiche Alfred Newman
con
Tyrone Power: Andrea Orsini
Orson Welles: Cesare Borgia
Marina Berti: Angela Borgia
Wanda Hendrix: Camilla Verano
Everett Sloane: Mario Belli
Leslie Bradley: Don Esteban
Katina Paxinou: Mona Costanza Zoppo
Felix Aylmer: Conte Marco Antonio Verano
Franco Corsaro: Mattia
Joop van Hulzen: Duca Ercole D'Este
Eduardo Ciannelli: mercante d'arte
aut Caesar aut nihil
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