Totò al Giro d'Italia
T otò Casamandrei, insegnante in un liceo bresciano, è stato scelto come membro della giuria per il concorso di Miss Italia dove incontra un'altra giurata, Doriana, della quale si innamora a prima vista. Lei ha la sorella Gisella in gara ed è fidanzata con il giornalista Bruno. Per cui la corte di quel buffo professore con baffi e pizzetto non può sortire effetto alcuno se non una divertita reazione a stuzzicarlo. Infatti, dopo aver saputo che l'uomo non sa andare in bicicletta, gli promette che lo sposerà quando avrà vinto il Giro d'Italia che è prossimo alla partenza. Lei e Bruno saranno al seguito come stampa al pari della sorella Gisella neo eletta Miss Italia. Per nulla intimorito il professore prende contatto con il mondo dello sport facendo la conoscenza di un tale, Renato Stella, noto nell'ambiente ciclistico che dietro compenso accetta di insegnargli a pedalare ma con risultati del tutto scoraggianti. Così il povero professore meditando sulla sua inettitudine a tale sport arriva a dire che sarebbe disposto a vendere l'anima al diavolo pur di primeggiare sulla bici, venendo incredibilmente esaudito dall'improvvisa apparizione di un diavolo in carne ed ossa. Costui, Filippo Cosmedin, con natali e sepolti in quel di Venezia con tipico accento lagunare promette all'incredulo professore il successo al Giro, previa apposizione della sua firma sul regolare contratto che gli sottopone. Dovrà essere siglato col sangue e rendere la diavolo l'anima un'ora dopo la vittoria finale pattuita. Dopo di che col suo allenatore Renato e col massaggiatore arruolato alla bisogna, si iscrive al giro suscitando l'ilarità generale nei concorrenti, specie in quelli dati tra i vincenti alla vigilia, quando dichiara che sbaraglierà gli avversari. E infatti ci sarà poco da ridere perché subito alla prima tappa il professore distacca tutti e indossa la maglia rosa per poi ripetersi nelle tappe successive, diventando per tutti "barba volante" come da titoloni sui maggiori quotidiani sportivi e non. Al punto che una delegazione dei più forti corridori irrompe di notte nella sua camera d'albergo per scoprire se fa uso di sostanze vietate senza però rinvenirne. Ma la scoperta sensazionale la fa il suo allenatore Renato che dal buco della serratura assiste a un serrato confronto tra il professore e il diavolo. Bisticciavano perché il professore riteneva di essere stato truffato, perché aveva firmato, non tanto per vincere il Giro, bensì per conquistare la bella Doriana che invece non rientrava nell'accordo, dovendo poi morire un'ora dopo la conclusione vittoriosa della corsa. Ecco allora che Renato racconta tutto a Doriana che capisce di esserne la causa, arrivando a dire che avrebbe sposato il professore anche senza vittoria, colpita dal suo gesto e poi il suo fidanzato Bruno se la vedeva ormai con la sorella Gisella, per cui era libera di amare l'ardimentoso Totò. Per fregare il diavolo bisognava allora cercare con ogni mezzo di non vincere più nessuna tappa delle poche ultime rimaste. Anche i principali avversari vengono avvertiti di dare il massimo per scongiurare una sua vittoria e la perdita dell'anima. Ma ogni sforzo è vano, anche non volendo la sua bici fila più veloce di tutte le altre e nemmeno tentativi di farsi arrestare dalle autorità per gravi offese sembrano funzionare. Il diavolo ogni volta lo tira fuori di prigione o fa ritirare le denunce finché fa visita alla madre di Totò per prepararla alla perdita imminente del figliolo. La donna, pur non sapendo granché di sport, capisce con chi ha a che fare e che solo addormentandolo può sperare di interrompere il suo influsso sul figlio. Così riesce a fargli bere della camomilla corretta al sonnifero che lo mette fuori gioco per il tempo necessario a che il figlio finalmente cada rovinosamente di bici consentendo agli altri di tagliare il traguardo con distacco, scongiurando la sua vittoria finale. Al risveglio il diavolo tenta inutilmente di portare con sé il professore, aiutato da Dante e Nerone che lo bloccano alle porte degli Inferi in quanto il contratto da lui siglato non è stato rispettato. Può abbracciare allora Doriana con la quale sistemarsi nella lussuosa casa di famiglia dove si ritroverà come maggiordomo il povero diavolo Cosmedin, assunto da sua madre che ne aveva avuto compassione dopo che lo stesso era stato cacciato dall'Inferno per manifesta incapacità.
Con un cast importante e un nutrito cameo di famosi uomini di sport, il film non solo diverte per la trama e le trovate di un grande Totò, ma ha anche la funzione di spaccato storico e sportivo di un'epoca e in quest'ottica è un prodotto da conservare e tramandare gelosamente.
Totò al Giro d'Italia
Italia 1948
Regia: Mario Mattoli
Musiche Nino Rota
con
Totò: Totò Casamandrei
Isa Barzizza: Doriana
Giuditta Rissone: madre di Totò
Fulvia Franco: Gisella - Miss Italia 1948
Alda Mangini: Gervasia
Carlo Micheluzzi: Filippo Cosmedin
Mario Castellani: Renato Stella
Walter Chiari: Bruno
Ughetto Bertucci: meccanico
Mario Riva: radiocronista
Vinicio Sofia: cuoco
Luigi Pavese: maggiordomo
Eduardo Passarelli: commissario
Loris Gizzi: il sindaco
e con
Carlo Ninchi: Dante Alighieri
Luigi Catoni: Nerone
e la partecipazione divertita di
Fausto Coppi
Gino Bartali
Fiorenzo Magni
Louison Bobet
e altri sportivi tra i quali
il discobolo Tosi Giuseppe e
il grande Tazio Nuvolari
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