Ringo, il cavaliere solitario
S pringfield è stanca delle continue scorrerie di Bill Anderson e della sua banda e per darci un taglio, una buona volta, decidono di ingaggiare un agente della prestigiosa Agenzia Pinkerton. Però passa il tempo e nessuno si presenta in paese, dando l'impressione che voglia agire in incognito. Finché arriva in paese uno straniero che dice di chiamarsi Daniel Samuelson e si mette subito in mostra facendo intuire che possa essere lui l'agente ingaggiato. Ha aiutato Alan Bligh, un ex capitano dell'esercito nordista, in una delicata questione e con lui decide di mettersi sulle tracce della banda spacciandosi per l'agente atteso. Alan aveva salvato due della posse caduti nelle mani di Anderson e i cittadini di Springfield lo avevano sospettato di essere un loro informatore perché era uscito indenne dal covo. In realtà una sua vecchia conoscenza che nella banda chiamano Kid aveva garantito per lui facendolo liberare e pagando in questo modo un vecchio conto, dove in circostanze analoghe era stato Alan a salvarlo. Ora sono pari e in futuro avrebbe dovuto giragli al largo. Nel frattempo Anderson decide che arrivato il tempo di cambiare aria visto che la zona è stata sfruttata al massimo e ormai conoscono il loro covo, dopo aver scoperto il loro aggancio in città, quel Maggiore Corbett che i due avevano poi eliminato. Per cui si mettono in marcia verso l'immenso ovest. Strada facendo si imbattono in un piccolo gruppo di Mormoni che li accoglie e abbevera raccontando che stanno andando a prendere possesso di un ranch acquistato per corrispondenza in Oregon. Visto che nessuno li conosce, l'astuto Anderson decide di eliminarli tutti e assumerne le sembianze giungendo a destino indossando i loro caratteristici abiti neri e prendendo possesso del ranch. Di giorno vivranno nel bel ranch come pacifica e laboriosa setta religiosa, mentre di notte al contrario andranno in giro a rapinare il prossimo. Ma i due tenaci inseguitori sono ormai sulle loro tracce e dopo aver scoperto l'orribile massacro dei poveri Mormoni, li raggiungono nel ranch dove trovano solo due della banda perché il resto è fuori a far razzie. Eliminati i due di guardia, i nostri aspettano il resto della banda che non tarda ad arrivare per la sparatoria finale. Resta solo Kid e Alan cerca di farlo ragionare ed arrendersi per cambiare decisamente vita, ma la riluttanza del giovane induce il socio Daniel a sparargli uccidendolo. Era il fratello di Alan e adesso lo piange stringendoselo al petto. Daniel non lo sapeva e per questo è terribilmente dispiaciuto con Alan che è pronto a perdonarlo ma non adesso, ché è preferibile che si allontani da lui.
La coppia Martellanza - Lulli funziona bene e tutto gira al meglio attorno a loro, a cominciare dagli esterni spagnoli e dai tanti volti noti del periodo reperiti in loco. Quello che non si capisce è cosa c'entri il nome di Ringo nel titolo, visto che non ce n'è nemmeno l'ombra di Ringhi in giro per il film.
Ringo, il cavaliere solitario
Italia, Spagna 1968
Regia: Rafael Romero Marchent
Musiche Francesco De Masi
con
Peter Martell: Alan Bligh
Piero Lulli: Daniel Samuelson
Armando Calvo: Bill Anderson
Paolo Herzl: Michael/Kid
Diannik Zurakowska: Lucy Corbett
José Jaspe: Zachary Hutchinson
Jesús Puente: Maggiore Corbett
Giuseppe Fortis: Gonzales
Antonio Pica: lo sceriffo
Ángel Menéndez: il giudice Grant
Alfonso Rojas: Stockwell
Francisco Braña: scagnozzo
Guillermo Méndez: scagnozzo
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