Indio Black, sai che ti dico: sei un gran figlio di...
S otto la dominazione asburgica nel Messico cova la ribellione alle incessanti angherie e Ocaño, a capo dei rivoltosi, ha incaricato Escudo uno dei tanti capi popolo di rubare con la sua banda un importante carico d'oro che servirà alla causa per l'acquisto di armi e munizioni. Si sa che l'oro uscirà da un forte austriaco con un piccolo contingente di scorta per non dare importanza al carico che sulla carta dovrebbe essere composto da sola farina, mentre nascosto tra i sacchi vi è un enorme cassa contenente sacchetti pieni di polvere d'oro. Il comandante del forte, il Colonnello Skimmel, è un bieco individuo che ama passare il tempo sparando a poveri peones condannati a morte come rivoltosi e ai quali viene concesso di scappare uno alla volta e cercare di non farsi colpire dalle fucilate dell'ufficiale. In realtà ha in serbo di giocare uno scherzetto ai rivoltosi che per l'imboscata si sono alleati a un formidabile pistolero americano di nome Indio Black. Escudo lo ha contattato promettendogli un lauto compenso per poi organizzare una squadra di pochi ma validi elementi che si appostano tra le rocce in attesa del convoglio. Ma quando questo è alle viste ecco arrivare in forza quelli che sembrano ribelli messicani inneggianti alla rivoluzione. Costoro aiutati da un soldato traditore sul carro che fa fuoco sui suoi commilitoni, prendono possesso del carro ma dopo pochi metri vengono a loro volta sopraffatti da Indio e i suoi. Scoprono che non sono affatto messicani bensì austriaci travestiti e che nella cassa i sacchetti sono pieni di sabbia. E' il segno evidente che il colonnello Skimmel ha in serbo di addossare la colpa dell'ammanco ai ribelli per squagliarsela con l'oro. Ma adesso che i suoi piani sono rovinati da Indio e soci che conoscono le sue intenzioni, deve cambiare piano e in gran segreto fa nascondere l'oro in una grande botte per poi espatriare in Texas come onesto commerciante di birra. L'intento è quello di attraversare l'unico ponte ancora in mano austriaca e varcare il confine facendolo poi saltare alle sue spalle visto che l'esercito è ormai in rotta e gli austriaci stanno sloggiando in fretta e furia. Ecco allora che i nostri si trovano di fronte a un bivio morale, ovvero se vale ancora la pena di consegnare l'oro ai ribelli che stanno ormai vincendo, o forse è meglio spartirselo e campare da gran signori, cosa quest'ultima che prevale. Ecco allora il momento di agire e per introdursi al forte si avvalgono dell'aiuto di un avventuriero, Ballantine, un vecchio amico di Indio, abile lestofante che spacciatosi per pittore, dopo aver dipinto il ritratto del colonnello Skimmel è molto conosciuto al forte: Riesce quindi a far entrare i suoi che in breve approfittano della situazione per impadronirsi dell'oro e uccidere il colonnello e l'ultima scarna guarnigione rimasta. Ma ecco che Ballantine da ladro e traditore cerca di svignarsela col carro dell'oro e guadagnare il famoso ponte minato che fa esplodere dopo il suo passaggio, vanamente inseguito da Indio che gli aveva scaricato tutti i colpi del suo infallibile fucile senza però colpirlo. Ora dall'altra parte Ballantine rideva e sfotteva i suoi ex compari pensando di averla fatta franca. Ma ride bene chi ride ultimo, perché Indio da par suo aveva messo insieme un bel numero di colpi sullo stesso punto della botte aprendo un varco dal quale era caduto a terra tutto l'oro lasciando una bellissima e preziosissima scia gialla che i nostri non debbono far altro che raccogliere davanti agli occhi dello sbigottito Ballantine che ora non può che imprecare.
Secondo film del regista Gianfranco Parolini di quella che è considerata la trilogia di Sabata. Firmandosi con il consueto pseudo di Frank Kramer il regista allestisce un ottimo western nazionale con dispendio di mezzi e dirigendo un cast di rilevante importanza che vede protagonista, e qui è il mistero, Yul Brinner nei panni di Indio Black in luogo dei consueti affidati a Lee Van Cleef. Il film, dagli ottimi esterni spagnoli, si colloca tra Ehi amico ... c'è Sabata, hai chiuso! e È tornato Sabata ... hai chiuso un'altra volta dove come dicevo il protagonista era Van Cleef. C'è da dire che questo è uscito all'estero col titolo Adiòs Sabata! giusto forse per spiegare la trilogia di cui sopra.
Indio Black
sai che ti dico: sei un gran figlio di...
Italia 1970
Regia: Gianfranco Parolini
Musiche Bruno Nicolai
con
Yul Brinner: Indio Black
Dean Reed: Ballantine
Ignazio Spalla: Escudo (accreditato Pedro Sanchez)
Gérard Herter: Colonnello Skimmel
Sal Borgese: Septiembre
Gianni Rizzo: Folgen
Franco Fantasia: Ocaño
Turam Quibo: Gitano (accreditato Joseph Patrick Persaud)
Andrea Scotti: José
Nieves Navarro: saloon girl (accreditata Susan Scott)
Bruno Corazzari: Hertz, la spia austriaca
Antonio Gradoli: Maggiore Metternich
Luciano Casamonica: Juanito
Salvatore Billa: Manuel Garcia Otero
Omar Bonaro: Jesus Rivalta
Massimo Carocci: Juan de los Angeles
Vittorio Caronia: Steiner
Andrea Aureli: Ramirez
Giuseppe Castellano: un graduato
Federico Boido: Geroll (accreditato Rick Boyd)
Johnny Nation: Perdido
Thomas Rudy: Luis Miguel Cortejo
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