Se sei vivo spara
U na banda mista di messicani e sudisti attacca un convoglio nordista rubando una grossa quantità d'oro. Oaks, a capo dei sudisti, fa brutalmente fucilare tutti i messicani all'atto della spartizione del bottino. Sorpresi dalla fulminea mossa dei sudisti, i messicani erano stati disarmati e costretti a scavarsi la fossa prima di venire uccisi. Uno di loro però era riuscito a far fuggire diversi cavalli rendendo la successiva marcia dei rinnegati piuttosto difficile in mezzo al deserto. Intanto un paio di indiani durante un bivacco notturno nei pressi dell'eccidio ritrovano un giovane ancora in vita e lo curano considerandolo un "hermano" un fratello che potrà svelare loro i misteri dell'aldilà visto che ne è appena ritornato. Così mentre rimettono in sesto il ragazzo, Oaks e i suoi raggiungono il primo villaggio abitato appena fuori dall'infuocato deserto e dopo aver bevuto chiedono di poter comprare dei cavalli pagando bene. La cosa insospettisce subito i notabili capeggiati da Hagerman, un pastore bigotto e invasato, e da Tembler, proprietario del saloon al punto che capiscono di trovarsi di fronte a ladri ed assassini con un notevole carico d'oro evidentemente rubato. Immediata ed improvvisa si scatena la caccia su di loro che culmina con un linciaggio collettivo. Solo Oaks è riuscito a rintanarsi in un magazzino e tiene in scacco tutti uccidendo il primo che mette fuori la testa. Ma ecco arrivare in città il giovane ristabilito che senza paura si lancia contro colui che l'ha tradito e che impaurito da quello che crede un fantasma, viene facilmente sopraffatto. Ora in città è considerato un eroe e siccome ha dimostrato di essere molto abile con la colt, iniziano a contenderselo per trame che hanno tutte a che fare con quel maledetto oro rubato. Dopo il linciaggio è finito nelle mani di Hagerman e di Tembler che se lo sono spartito ma che ora litigano per ingordigia con il terzo incomodo, il possidente Sorrow, che è venuto a conoscenza della cosa e siccome dispone di un agguerrito esercito personale cerca a sua volta di mettere le mani sul luccicante metallo. Hermano, come lo chiamano i due provvidenziali indiani che lo credono un risorto, o lo straniero per tutti gli altri è corteggiato dalle tre fazioni affinché ponga la sua veloce colt al loro servizio. Ma per lui quell'oro è maledetto e in un crescendo di efferatezze e brutali regolamenti di conti il giovane sopravviverà alla carneficina, allontanandosi al galoppo da quel posto in rovina dove ormai regna solo la morte.
Vietatissimo all'epoca e nonostante abbia un cast di tutto rispetto il film, anche per una eccessiva lunghezza, non riesce oggi a catturare lo spettatore come magari poteva farlo ieri. Oggi temi come l'omosessualità accennata o altri risvolti psicanalitici, uniti ad eccessi di violenza che costarono parecchie sforbiciate dell'allora censura, paragonate a quel che si vede oggi non fanno né caldo né freddo
Se sei vivo spara
Italia, Spagna 1967
Regia: Giulio Questi
Musiche Ivan Vandor
con
Tomas Milian: Hermano, lo straniero
Marilù Tolo: Flory
Roberto Camardiel: Sorrow
Piero Lulli: Oaks
Milo Quesada: Tembler
Francisco Sanz: Hagerman
Raymond Lovelock: Evan
Patrizia Valturri: Elizabeth
Sancho Gracia: Willy
Miguel Serrano: indiano
Angel Silva: indiano
e con
Mirella Pamphili: cittadina
Frank Braña: scagnozzo
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