Kociss, l'eroe indiano
A lcuni fortilizi in territorio Apache vengono dati alle fiamme e abbandonati dai soldati. E' un segnale per Geronimo della loro debolezza e che è quindi il momento di dare battaglia. Ma Kociss capo dei Chiricahua e della intera nazione Apache è amico dei bianchi e con il Maggiore Jim Colton ha un ottimo rapporto di reciproca stima e fiducia consolidatosi nel tempo. Per cui si reca a Fort Buchanan per conoscere i motivi dell'abbandono degli altri fortini e se per caso sta per accadere anche lì. Il maggiore lo tranquillizza dicendo che è in atto una guerra fratricida tra i bianchi ad est per cui servono rinforzi da spostare da quei territori dove non serve più una presenza militare. Per cui Kociss non ha nulla da temere vivendo in pace coi bianchi e avendo bandito Geronimo dal territorio. Costui della tribù Mogollones aveva assaltato una carovana trucidando inermi coloni e rapendo una giovane maestrina, Mary Kearney, o "capelli di rame" della quale si era invaghito un suo possente guerriero. Kociss lo aveva affrontato e ucciso in un duello indiano liberando la donna che ora riconsegna al forte. Ma altri problemi sorgono a turbare la pace dell'area con l'arrivo del nuovo agente indiano Neil Baylor accompagnato dalla guida Mescal Jack, un tipaccio questo, cacciato un tempo dal forte perché dedito a spacciare alcool agli indiani. Con loro il tenentino Bascom con un piccolo contingente di soldati e due cannoni, armi mai viste e usate in zona e per questo sorprendenti circa i reali motivi dei nuovi arrivati. Infatti il nuovo agente essendo plenipotenziario governativo vorrebbe far sloggiare i nativi per dare inizio all'arrivo scaglionato di coloni, cosa che il maggiore raccomanda vivamente di non fare per evitare una sicura carneficina. Sono al momento non più di 700 soldati in tutta la regione dove vivono migliaia di indiani e basterebbe una scintilla per incendiare l'area con conseguenze inimmaginabili. Ma la scintilla è destinata a far divampare l'incendio, perché sordo alle raccomandazioni del maggiore, Baylor con il fido Mescal incontra in segreto Geronimo al quale promette armi e alcool per cacciare i bianchi dai loro territori. Poi mentre il maggiore esce per cercare di capire cosa stia succedendo, sicuro che non sia opera dell'amico Kociss, Baylor al forte fomenta il giovane tenente affinché in mancanza del suo superiore prenda la decisione di agire convocando Kociss per spiegazioni e accusandolo poi proditoriamente degli ultimi attacchi ai coloni. Lui riesce a scappare ma sua moglie Nona e suo fratello Piccolo Cervo e altri due indiani vengono catturati. Kociss tenta un ultima volta di far capire le sue ragioni ma di fronte alle fucilate non può che reagire. Radunati i suoi inizia a dar battaglia alla maniera indiana con imboscate e fughe ottenendo un primo successo con la liberazione di sua moglie che aspetta un bimbo e che deve cercare di convincerlo a fermarsi. Ma l'impiccagione di suo fratello e degli altri due complica le cose e la guerra inasprisce sollevando l'intera nazione Apache e stringendo un patto di sangue con Geronimo. Quando il maggiore rientra e scopre cosa è successo va su tutte le furie e fa arrestare l'agente Baylor e farebbe lo stesso con il tenentino se non scoppiasse subito dopo l'ennesimo attacco. Si decide allora di abbandonare il forte e trasferirsi in un altro nella speranza che Kociss li lasci transitare attraverso il passo Apache. Ma è qui ad attenderlo e una volta nella gola li attacca dall'alto costringendoli a trincerarsi. La situazione per i soldati è disperata e allora il maggiore ordina l'uso dei due cannoni che subito falcidiano gli indiani creano scompiglio e disorientamento nelle loro file. Si credevano al sicuro tra le rocce ma quelle enormi canne tonanti ne possono uccidere a decine per volta. Nona resta ferita da una scheggia di striscio e allora Kociss la porta dai soldati per farla curare protetto dalla bandiera bianca. Il medico la cura sul suo carro ma nel frattempo Geronimo schiumante rabbia, ordina ai suoi di attaccare perché Kociss si preoccupa solo di sua moglie e non del suo popolo. Questo fa infuriare il fiero Kociss che si lancia su Geronimo e lo batte a duello urlandogli di essere senza onore per non aver rispettato nemmeno la bandiera bianca. Dopo averlo bandito e fermato i suoi, Kociss rientra tra i soldati dove Nona ha dato alla luce il suo bambino. Il maggiore e tutti gli altri si congratulano e auspicano un ritorno alla pace. Ma la ferita è ancora aperta e Kociss li invita a raggiungere il nuovo forte ed aspettare che il sangue Apache si sia cancellato da quelle rocce prima di tornare a parlare di pace. Dopo di che con Nona e il piccolo sale a cavallo e nell'assoluto rispetto di tutti si allontana con alle spalle in
sovrimpressione la scritta THE END a suggellare un ottimo western con gli esterni magici del Arches National Park nello Utah, ottimi interpreti e veri nativi americani a impreziosire il tutto.
The Battle at Apache Pass
Stati Uniti 1952
Regia: George Sherman
Musiche Hans J. Salter
con
Jeff Chandler: Kociss
John Lund: Maggiore Jim Colton
Susan Cabot: Nona "Piccola Signora"
Beverly Tyler: Mary Kearney
Bruce Cowling: Neil Baylor
Richard Egan: sergente Reuben Bernard
John Hudson: Tenente George Bascom
James Best: caporale Hassett
Regis Toomey: Dottor Carter
Jay Silverheels: Geronimo
Hugh O'Brian: Tenente Robert Harley
Gregg Palmer: Joe Bent
William Reynolds: Lem Bent
Jack Elam: Mescal Jack
Tommy Cook: Piccolo Cervo
Richard Garland: George Culver
Jack Ingram: Johnny Ward
Paul Smith: Ross
il Mohawk Jay Silverheels è evidentemente affezionato al ruolo di Geronimo che lo vede indosasre i panni del capo Apache anche in
RispondiEliminaLa terra degli Apaches
e
L' amante indiana