Al diavolo la celebrità
E sperto di culture orientali, il mite professor Franco Bresci, viene contattato dalla signorina Ellen Rawlins, segretaria di Mr. Stark. Costui a capo di una delegazione internazionale che si occupa di risolvere il problema della fame nel mondo, ha bisogno di un interprete che parli una particolare lingua tibetana per il banchetto che intende dare in onore di un alto dignitario locale. Vestito di tutto punto con smoking e scarpe prestate, il professore si immedesima alla perfezione nel ruolo risultando piuttosto efficace nonostante la lingua particolare che deve tradurre. Ma per un banale disguido fa naufragare la serata con un epiteto in luogo di un ringraziamento rivolto all'illustre ospite che infuriato abbandona il banchetto. Messo alla porta il poveretto di rientro a casa se la prende con una statuina raffigurante il diavolo e in uso presso popoli orientali, avuta in suoi precedenti viaggi di studio. Sembra che porti bene secondo le tradizioni al riguardo ma vista la serata storta può andare al diavolo anche lei venendo gettata dalla finestra. Ma subito dopo ecco che la sua vita cambia d'incanto quando alla porta bussa un tale che gli riporta la statuina e afferma di essere il Diavolo in persona da lui evocato poco prima. E' lì per soddisfare ogni suo desiderio di successo, fama e ricchezza e se vuole può iniziare fin da subito facendolo trasmigrare nel corpo di un fresco suicida e prima che la gente si accorga del tragico fatto. Il professore accetta e si ritrova incarnato nel famoso tenore Marini poco prima di entrare in scena e di scatenare gli applausi del pubblico per la sua ottima interpretazione. Lui non sa certo come abbia potuto cantare così bene quella romanza della quale non conosceva neppure l'esistenza ma evidentemente funziona così e una volta entrati nel corpo di un altro si acquisiscono tutte le potenzialità. Emilio, un suo caro amico che faceva il cuoco nell'entourage dello Stark, stenta a riconoscerlo ma da dettagli precisi del tenore non ha più dubbi ed è ben felice di condividerne la celebrità che significa anche tanti soldi per loro, visto che in quella sciagurata serata lui versò involontariamente una vivanda sulla testa dell'ospite venendo a sua volta cacciato dalla delegazione. Ma la vita da tenore, sebbene gli abbia portato anche molte soddisfazioni e la vicinanza della sua agognata Ellen in alcune occasioni, gli ha procurato un sacco di guai essendo il tenore sposato ad una arcigna moglie. Questo impone un cambio di corpo e chi meglio di un famoso pugile che sta per fracassarsi con l’auto da un dirupo. Costui è il campione francese Maurice Cardan che deve battersi in Messico con il campione del mondo per il titolo e sembra abbia avuto una fortuna sfacciata uscendo illeso da quel pauroso incidente. Così il nostro si allena e si porta appresso l'inseparabile amico Emilio che è ammirato da quel fisico che adesso incarna e poi c'è Ellen che è giunta con la Delegazione in Messico e ad ogni incontro tra i due scatta uno strano meccanismo che alla donna ricorda qualcosa o qualcuno che non sa però spiegarsi. Il pugile, alla vigilia del match, viene contattato dalla malavita che gli impone di perdere dietro compenso ma l'uomo dopo le prime riprese si ribella e mette KO il suo avversario, scatenando l'ira dei malavitosi. Catturato e legato come un salame in attesa di venire ammazzato, l'uomo invoca di nuovo il Diavolo che lo trasforma in un attimo in Sua Eccellenza Stark in persona, un secondo prima che venisse ucciso nel suo albergo parigino da un sicario. Ora con quel corpo può ambire alle grazie dell'amata Ellen ma la donna lo respinge con forza dicendogli in faccia che ai suoi soldi preferisce la gentilezza e bontà d'animo di altri, tipo il professor Bresci ad esempio. Una doccia fredda per il poveretto che non sa come spiegarle che in realtà è proprio lui ma non c'è tempo che la riunione mondiale con i delegati sta per avere inizio e su essa incombe l'attentato del terrorista noto col nome di "cittadino dell'universo" che aveva inutilmente sparato allo Stark. Stavolta sta per far deflagrare un ordigno nucleare se il mondo non cambia registro e trova pace e cooperazione. Cose per le quali tutti i presenti impauriti si propongono di realizzare immediatamente finendo però per litigare ancora e far lanciare l'ordigno che manda tutto in frantumi. Anche il sogno del professore che scosso dall'amico Emilio si risveglia madido di sudore e ancora incredulo di quanto verosimile esso sia stato. Compreso l'amore della bella Ellen che raggiante lo raggiunge dicendogli che ha riottenuto il posto da interprete, come lo stesso Emilio quello da cuoco nel finale di questa splendida commedia d'autore.
Con chiaro riferimento al Faust, la coppia Monicelli - Steno, al secondo film girato insieme, mette in scena una commedia piacevole e dai risvolti onirici, con a tratti spunti di puro divertimento. Il cast è appropriato e con ottimi interpreti, dai protagonisti al sorprendente diavolo Aldo Silvani. Con lui in ruoli minori, altri due colleghi doppiatori del calibro di Cesaro Polacco e di Luigi Pavese, anch'essi attori e caratteristi in molti altri film.
Al diavolo la celebrità
Italia 1949
Regia: Mario Monicelli, Steno
Musiche Carlo Franci, Mario Funaro
con
Leonardo Cortese: prof. Franco Bresci
Mischa Auer: H.E. Stark
Ferruccio Tagliavini: tenore Marini
Marilyn Buferd: Ellen Rawlins
Alba Arnova: amica di Ellen
Carlo Campanini: Emilio Pogliazzi
Marcel Cerdan: Maurice Cardan, il pugile
Ettore Bevilacqua: Pedro
Amedeo Deiana: Manuel
Agnese Dubbini: Adriana
Marcella Govoni: Margherita
Albert Latcha: manager di Marini
Franca Marzi: Flora
Folco Lulli: Ramirez
Cesare Polacco: delegato israeliano
Luigi Pavese: delegato sovietico
Giuseppe Pierozzi: principe Khalashivari
Gianni Rizzo: Max
Leonardo Scavino: allenatore
Aldo Silvani: il Diavolo
William Tubbs: Antonio
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