Il trionfo di Maciste
N ella notte dei tempi, imperava in Menfi una Regina usurpatrice e malvagia che costringeva il popolo al culto di un Dio falso e sanguinario. La malefica Regina faceva razziare le fanciulle dai loro villaggi gettandole ai mostruosi Uomini Yuri che le sacrificavano al Dio del Fuoco nel tempio della montagna tonante ...
durante l'ultima razzia in un villaggio, un sopravvissuto riesce a contattare Maciste prima di soccombere e raccontargli cosa succede nella lontana Menfi. L'uomo, un eroe possente e altruista, chiama a sé i fratelli Rais e Tabor e con loro corre ad intercettare il manipolo di guerrieri e liberare le prigioniere tra le quali, Antea, riconoscente e grata all'eroe per averle salvato la vita, decide di seguirlo accettando i pericoli che dovrà incontrare perché non ha più nessuno al mondo e da adesso la sua patria e il suo amore è Maciste. Intanto il comandante Themail è corso dalla Regina per raccontarle i fatti e scatenare la sua ira verso chi ha osato tanto, mettendo subito una ricca taglia sulla testa di Maciste. Costui invece si è incontrato di nascosto con il Principe Hiram scampato alla morte grazie al fedele Arsinoe, che lo salvò durante lo spodestamento del padre, facendo credere che fosse morto nella battaglia mentre invece lo aveva nascosto e curato fino alla matura età. Ora è pronto a riprendersi il potere, essendo il legittimo sovrano, giovandosi dell'aiuto della forza poderosa di Maciste e del popolo pronto a sollevarsi, oltre a tribù del deserto a lui fedeli da sempre. Il piano prevede l'ingresso a Menfi grazie al mercante Omnes che può andare e venire senza destare sospetti, e prendere contatti con la ribellione per organizzare le forze ribelli. Ma l'uomo, un mercante avido, li tradisce per denaro e Maciste viene catturato. Deve dare prova di forza e salvare i suoi compagni da morte per venire graziato dalla regina Tenefi che è molto colpita non solo dalla sua forza ma anche dalla bellezza. Nonostante gli avvertimenti del suo consigliere Agadon, la donna intende farselo amico grazie al suo magico scettro in grado con un graffio di annebbiare la mente di chi ne viene ferito e renderlo docile ai suoi ordini. Così avviene per Maciste che non ricorda più il perché si trovi a Menfi ma solo che deve servire e amare la sua Regina. A niente serve una sortita di un amico a farlo rinsavire e al ritorno al suo rifugio l'uomo racconta lo strano stato di oblio in cui versa il loro eroe. Antea allora interpella la maga Yalis la quale conosce la magia di quell'antico scettro e prepara l'antidoto necessario a farne scomparire gli effetti. Antea allora entra a palazzo con la scusa di volersi donare al capo delle guardie Themail che la voleva per sé prima che Maciste la liberasse. Poi di nascosto rintraccia Maciste mentre riposa e con una cerbottana gli inocula il siero poco prima di venire scoperta e catturata da Themail. Costui la conduce dalla Regina e scoperto che Maciste, riavutosi, si è liberato, organizza per lui una trappola, facendo divulgare la notizia che Antea verrà sacrificata nella caverna del Dio del Fuoco. Maciste deve intervenire e mentre i suoi iniziano a dare battaglia in città, lui viene intercettato dalla maga che gli raccomanda di evitare le unghie dei mostruosi Uomini Yuri in quanto estremamente velenose. Poi gli mostra la via per entrare di sorpresa nell'antro e Maciste irrompe appena in tempo per liberare la sua amata e uccidere i numerosi mostri. Poi mentre la Regina e il suo consigliere pensavano di gustarsi l'orribile fine dei due, una improvvisa eruzione fa crollare tutto uccidendoli con Maciste e la ragazza che invece riescono ad uscire in tempo. Il Principe Hiram è di nuovo posto al comando con il popolo acclamante e la raccomandazione di Maciste a regnare con saggezza e generosità, mentre lui è destinato a vagare sempre pronto a intervenire in aiuto di chi ne ha bisogno. Ma stavolta con lui c'è l'adorata Antea a condividerne il destino.
Tanio Boccia che qui si firma Amerigo Anton dirige il prode Adriano Bellini, alias Kirk Morris, nei consueti panni del forzuto e amatissimo in quei tempi Maciste. Ancorché sia evidente la povertà dei mezzi a disposizione in questo caso, con scaramucce tra soldati e ribelli al limite della goffaggine oltre ad interni e costumi risicati al massimo, la pellicola si regge principalmente sull'avvenenza del nostro Adriano assai popolare ed amato in quegli anni di cinema sfornato a profusione dall'industria nazionale. Chi li ha vissuti quei tempi li ricorda con grande nostalgia.
Il trionfo di Maciste
Italia 1961
Regia: Tanio Boccia
Musiche Carlo Innocenzi
con
Kirk Morris: Maciste
Cathia Caro: Antea
Ljubica Otasevic: Regina Tenefi
Aldo Bufi Landi: Themail
Cesare Fantoni: Agadon
Giulio Donnini: Omnes
Attilio Dottesio: Arsinoe
Bruno Tocci: Tabor
Wilbert Bradley: danzatore
Carla Calò: maga Yalis
Salvatore Lago: Rais
Piero Leri: il Principe Hiram
Lucy Randi: Thama
Alfredo Salvadori: Agor
Calisto Calisti: il padre di Rais e Tabor
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