L'onorata società
Saruzzo e Rosolino, giovani siciliani, accusati di aver sedotto le due figlie minorenni di un membro di spicco dell' Onorata Società scappano in Continente dove trovano momentanea sistemazione presso l'economico hotel "Bella Sicilia" a Roma. Qui oltre a conoscere le ballerine di una sgangherata impresa teatrale di varietà, si imbattono nelle belle sorelle Zappalà. Rosetta è attratta da Saruzzo mentre Maria, quella alta, è il sogno di Rosolino che in Sicilia non ne aveva mai viste della "sua" misura. Non sanno i due tapini di essere ricercati da cinque sicari armati di lupara mandati dalla Sicilia per catturarli vivi o morti. Né, tantomeno, sanno di essere raggirati dalle due giovani che li presentano il giorno dopo averli conosciuti alla loro famiglia, riunita al completo con fare minaccioso. Sono siculi anche loro e trapiantati a Torino dove commerciano con le pregiate arance tarocco da esportare in Inghilterra. Sono pertanto molto ricchi oltre che legati alle tradizioni della loro terra di origine che prevede le immediate nozze riparatrici. Si perché le due ragazze sono incinta come le classiche sedotte e abbandonate e servono subito due mariti che possano coprire il tutto e salvare la faccia alla "famigghia". Saruzzo ad esempio, da sprovveduto in materia, pensa di averla fecondata con il semplice sguardo, magari più intenso del solito, dato che Rosetta è così delicata. Poi ci sono in ballo un sacco di soldi e una bella vita agiata che li aspetta con due ragazze così belle che per loro, digiuni di donne da sempre, è manna dal cielo anche se già "riempite" da altri. Ma mentre convolano felici all'altare, ecco i cinque cavalieri di nero mantellati e alluparati che piombano sul corteo nuziale e ne estraggono i due ricercati. A piedi vengono riportati in Sicilia dove li aspetta il gran consiglio dell'Onorata Società che stabilisce per loro una doppia pena. Dovranno prima sposarsi e riparare al danno fatto per poi venire giustiziati per lavare l'onta e il tutto in un'unica cerimonia che prevede oltre alle felicitazioni anche le condoglianze. Ma prima di venire ammazzati ecco piombare il furioso Zappalà padre che ingaggia un conflitto a fuoco, in quanto a sua volta disonorato dagli altri picciotti rapitori locali. I nostri due approfittano della confusione per salire su un'auto e darsi alla fuga sperando di averli gabbati tutti, fin quando dai sedili posteriori non spuntano le due sposine tutt'altro che disposte a farseli fuggire a precedere la fatidica parola FINE che cala con davanti l'insolita e non veritiera parola LIETO.
Secondo film della celebre coppia che non dispone ancora di quei precisi meccanismi con i quali affronterà una prolifica e soddisfacente carriera cinematografica, risultando tuttavia divertenti e a loro agio in una delle prime satire sulla Mafia. Con loro famosi e bravi comprimari e il cameo di Vittorio De Sica del ruolo per lui impensabile di Capintesta.
L'onorata società
Italia 1961
Regia: Riccardo Pazzaglia
Musiche Domenico Modugno
con
Franco Franchi: Saruzzo Messina
Ciccio Ingrassia: Rosolino Trapani
Domenico Modugno: Salvatore, il marito
Rosanna Schiaffino: Rosaria, la moglie
Vittorio De Sica: Salvatore il 'Capintesta'
Didi Perego: padrona della "Piccola Sicilia"
Tiberio Murgia: Salvatore Trezza
Marisa Belli: Rosetta Zappalà
Gino Buzzanca: Salvatore Zappalà
Ivy Holzer: Maria "Alta" Zappalà
Loris Bazzocchi: Salvatore Scanna
Ignazio Balsamo: picciotto
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