Il Grande Nord
Il Grande Nord (Le dernier trappeur) - Regista Nicolas Vanier Un film che non definirei un documentario, sarebbe riduttivo, direi piuttosto che si tratta di una storia vera tradotta in romanzo cinematografico. Già dall'incipit la memoria riporta al mitico "Jeremiah Johnson" di Pollack, con il grande Redford alle prime...il senso profondo di entrambi i film, questo e quello di Pollack, è il ritorno dell'uomo all'interno dell'equilibrio biologico naturale della vita. L'uomo, al primo posto della gerarchia animale, non distrugge la natura, anzi vive in armonia con essa e partecipa al suo equilibrio, intervenendo in modo intelligente e ragionato nel pieno rispetto del sistema naturale dell'ambiente che lo ospita. Certo il film di Vanier non è per altre caratteristiche paragonabile a quello di Pollack, semplicemente raggiungono lo stesso scopo utilizzando due differenti percorsi. Una ottima premessa è rappresentata dal protagonista di questa avventura: Norman Winther, l'ultimo cacciatore del grande Nord, che trasforma la sua vita in un film. Norman Winther nella finzione cinematografica è dunque sé stesso, un cacciatore di pellicce che vive sulle mitiche Montagne Rocciose insieme alla sua compagna Nebaska, un'indiana Nahanni, e alla sua muta di sette cani; non è quindi un attore navigato di Hollywood, tutt'altro. Anche se in alcune occasioni si avverte (soprattutto in alcuni primi piani) la mancanza di piena naturalezza del protagonista, non abituato all'affiancamento dei cameramen, nel complesso però la sua presenza rende il film molto più credibile e vero (rispetto ad un alter ego hollywoodiano). Al centro del film c'è appunto l'uomo e il suo rapporto con la natura, da una parte quella indomita e selvaggia, con cui il cacciatore si confronta continuamente a volte dominando, altre soccombendo, dall'altra quella addomesticata e familiare in cui si rifugia. Le fasi del film sono numerose e tutte affascinanti: la lunga preparazione estiva per affrontare l'inverno...la costruzione di un rifugio con gli alberi per potersi riparare dal freddo e dagli animali della foresta: da grizzly, lupi e linci. Hanno un fascino speciale i lunghi viaggi a temperature al dì sotto dello zero attraverso i laghi ghiacciati e i precipizi rocciosi. Il rapporto stretto e sinergico tra uomo ed il suo migliore amico: il cane. I cani della muta che in queste regioni sono molto più che amici fedeli, addestrati a battere le piste dei cacciatori con cui condividono rischi e successi. Norman vive in simbiosi coi suoi sette cani stabilendo il suo posto "al lato della muta e non al di sopra". Apache è la splendida femmina husky che guida la muta, diva dai fieri occhi blu, per sua natura impellicciata, che non mancherà di conquistare il cuore di Norman, del co-capitano, Voulk e naturalmente dello spettatore. Un film che non vuol avere particolari pretese, ma nella sua semplicità trasmettere allo spettatore l'unica grande via per la conquista della serenità: attraverso il superamento della forte rottura esistente tra uomo e natura. Il recupero del naturale ritmo biologico, il contatto diretto con la natura, il poter vivere in simbiosi con essa sicuramente ci rende migliori: "Sognando il Grande Nord per essere liberi...".
Vorrei sottolineare infine una perfetta colonna sonora firmata dalla voce magnifica di Leonard Cohen...davvero un grande artista.
Vorrei sottolineare infine una perfetta colonna sonora firmata dalla voce magnifica di Leonard Cohen...davvero un grande artista.
Consigliato vivamente
Buona visione... da Tiger Jack
Le dernier trappeur
Francia, Canada 2003
Regia e Sceneggiatura: Nicolas Vanier
con
Norman Winther = sé stesso
May Loo = sé stesso
Alex Van Bibber = sé stesso
Ken Bolton = sé stesso
Christopher Lewis = sé stesso
Alena Lemaire, Denny Denison
Jeremiah Johnson è il protagonista
RispondiEliminadi "Corvo Rosso non avrai il mio scalpo" titolo italiano del film
... naturalmente lo dico per i più somari ...
inoltre nel 2005 ha vinto il Premio del pubblico al Festival internazionale dei film della montagna di Trento
RispondiElimina?? l'orso eretico non ne ha mai parlato ..
strano (cit.)
Bello l'articolo, bravo Tiger.
RispondiEliminaL'uomo è l'animale in totale e perenne controllo della scala evolutiva in un ecosistma dalle dinamiche imprevedibili.
Mi sono segnato il titolo.
L'Orso eretico è in letargo e si appresta a preparare la primavera in amore.
RispondiEliminain letargo con lo smartphone
RispondiEliminache gli serve per darmi ordini
che tanto ho le spalle grosse
;-))
i vecchi che lavorano più dei giovani non si è visto mai
;-))
Ore di intense emozioni, visto qualche mese fa su improbabile canale satellitare (rai4 mi pare). Sono andato a letto sentendo l'odore dei cani, del ghiaccio, delle pelli e delle braci nel camino. Ho sognato le albe ed i tramonti del grande nord. Ho invidiato la vita di Norman, senza smartphone e internet veloce (ma manco lenta). Nel suo essere prigioniero del tempo, Norman ti fa sentire invece l'ebbrezza della liberta'. Se non si e' capito, io ho trovato il film meraviglioso! Ciao minkioni da un Mason oggi in ferie
RispondiEliminaNe sentii parlare, l'ho visto tempo fa ... il mio sogno di vita assieme ad "Into the wild"
RispondiEliminaGrande Tiger
tutti selvaggi ..
RispondiEliminacol culo degli altri
(cit.)
Grazie ragazzi...
RispondiElimina...non ho volutamente inserito il titolo italiano del film di Pollack...lo trovo dissacrante...in ogni caso hai fatto bene a ricordarlo TEX a rigore della completezza informativa.
Vedo con piacere che tutti condividono lo stesso sentimento di amore verso la natura e verso la vita "into the wild".
In fondo un po' tutti soffriamo per la mancanza del contatto con la natura...lo dicevano già i romantici nel 1800...
...siamo tutti dei romantici ;-)
beh zio nel mio piccolo ho avuto alcune esperienze "into the wild" ... tipo quando mio padre faceva il manovratore di una seggiovia e nel paesino di montagna abitavamo solo noi, un eremita e quelli dell'albergo (parlo dei primi anni '70) me ne scappai coi cani di casa in mezzo alla tormenta di neve mezzo nudo ... altro che spalleti allo stadio di san pietroburgo ... :D
RispondiEliminasicuramente è un film che non mi lascerò sfuggire al prossimo passaggio .. a nord-ovest
RispondiElimina;-))
si tiger
RispondiEliminacorvo rosso ecc.ecc. è la consueta
e aberrante storpiazione dei titoli originali ..
corvo rosso non avrai il mio scalpo ... meraviglioso ... ricordo ancora lo vidi la prima volta con la scuola ... prof. molto brava che c'insegno a compilare le schede dei film ...
RispondiEliminagrazie a quella prof oggi sei un postatore di films
RispondiEliminaehehehe
questo film è meraviglioso.
RispondiEliminal'ho visto anche senza audio per godermi gli splendidi paesaggi immortalati da una fotografia all'altezza.
Grazie per la recensione!
in letargo con lo smartphone
RispondiEliminache gli serve per darmi ordini
che tanto ho le spalle grosse
;-))
i vecchi che lavorano più dei giovani non si è visto mai
;-))
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Lo usa solo nelle situazioni di calma apparente. E infatti sabato sera lo cercava anche la protezione civile.... :D