La preda e l'avvoltoio
D anny O'Hara, abile pistolero con la passione della pittura, accetta di seguire il padre in città dopo aver venduto il ranch dove era nato e cresciuto, per consentirgli una meritata ed agiata pensione. Lui potrà coltivare la sua passione artistica promettendo al genitore di non toccare più una pistola visto che andranno a vivere in una città dove non ce ne sarà più bisogno. Ma strada facendo la diligenza che li trasportava viene assalita da un gruppo di banditi e Danny sbalzato dalla vettura non può che assistere impotente e nascosto tra le rocce alla barbara uccisione di suo padre e degli altri occupanti. I loro soldi frutto di tanti anni di lavoro sono stati rubati al pari di altri valori, ma Danny ha memorizzato alcuni dettagli che non gli sono sfuggiti degli uomini mascherati. Degli speroni particolari, un calcio di pistola intarsiato, uno stemma sugli stivali e un fregio d'argento su di un cappello, particolari impressi a fuoco in memoria al punto che riesce a riprodurli su carta una volta arrivato tutto trafelato a Blackpoint. Qui vorrebbe denunciare il fatto allo sceriffo ma nel suo ufficio nota appesi gli stessi speroni visti ad uno degli aggressori. Lo sceriffo Sullivan diviene pertanto il primo sospettato mentre sua figlia Janet si prodiga per dare assistenza al giovane che racconta di aver subito il furto del suo cavallo e dei soldi per non destare sospetti. Dopo di che tramite Janet riesce ad ottenere un lavoro da stalliere presso il locale maniscalco Joe Porter. In questo modo può indagare venendo a contatto con tante persone e inserendosi pian piano nel tessuto sociale cittadino. Scopre che Fitzgerald Wolley, proprietario del saloon è uno degli aggressori e per stuzzicarlo affigge uno strano cartello di nascosto sul quale è scritto che pagherà una taglia di 1 dollaro a chi consegnerà vivo o morto il Wolley reo della strage della diligenza: firmato il Resuscitato!! Lo scompiglio che crea è tale che Wolley viene ucciso dai suoi stessi compari temendo di essere stati scoperti e dando inizio, dopo altri fantomatici cartelli dello stesso tenore, ad una vera e propria faida interna. Non resta che regolare i conti con lo sceriffo anche se questo può compromettere il rapporto ormai avviato con sua figlia Janet. Ma quando lo affronta scopre che quegli speroni gli sono stati regalati da Lou Stafford, un insospettabile notabile del paese, che addirittura si era offerto di aiutare Danny nella sua ricerca. Ancor più incredibile che della banda facesse parte anche il giudice di contea che ormai scoperto decide con gli altri di dare l'assalto alla locale banca dove negli anni avevano depositato tutti i ricavi dei loro colpi. Siccome non c'è tempo da perdere occorre radunare tutti gli uomini disponibili e affrontare lo sceriffo. Questi spalleggiato da Danny e da numerosi cittadini, fronteggia in una furibonda sparatoria la banda distruggendola completamente. Danny regola personalmente i conti con Lou Stafford e può finalmente partire per la città agognata e stavolta in compagnia della sua Janet.
Discreto spaghetti-paella western che regge anche a sconsiderati salti della trama in fase di montaggio, in virtù di buoni esterni spagnoli, protagonisti all'altezza e interni italiani adeguati per un prodotto che si lascia guardare anche a distanza di 45 anni.
La preda e l'avvoltoio
Italia, Spagna 1972
Regia: Rafael Romero Marchent
Musiche Nora Orlandi
con
Peter Lee Lawrence: Danny O'Hara
Orchidea De Santis: Janet Sullivan
Carlos Romero Marchent: Lou Stafford
Andrés Mejuto: sceriffo Sullivan
Alfredo Mayo: Fitzgerald Wolley
Frank Braña: giudice
Eduardo Calvo: dottor Jeremiah Dempsey
Raf Baldassarre: Joe Porter, il maniscalco
Emilio Rodríguez: Henry Davies
Dada Gallotti: Carol Wolley
Luis Induni: il padre di Danny
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