Il pirata sono io!
A Santa Genoveffa, possedimento spagnolo nei pressi di Santa Cruz, fervono i preparativi per la festa che verrà data in onore del Viceré in visita con sua moglie. Il Governatore ha previsto parate, fuochi pirotecnici e cori di giovani con parole e musica curate dal maestro José. Questi è innamorato della bella Olivia, nipote del Governatore e l'austero zio si affida a lui per organizzare il tutto e fare una buona impressione all'illustre ospite. Se poi riuscisse a far colpo anche militarmente per lui scatterebbero sicuramente promozioni importanti. Ma l'isola è una delle poche ancora mai attaccata dai pirati e allora i pensa di organizzare una finta invasione dell'isola, con José che dovrà travestirsi da pirata e mettere insieme una combriccola per stare al gioco, raccogliendola nelle bettole dove con pochi spiccioli saranno ben lieti di prender parte alla farsa. Così quando si darà il banchetto in onore del Viceré i finti pirati irromperanno nella sala e dopo l'iniziale spavento delle autorità, verranno facilmente respinti e annientati per guadagnarsi fama e onore presso la più alta autorità spagnola dei Caraibi. Ma José fatica a radunare i suoi ubriaconi e quando lo scorbutico Viceré si mette a tavola, ecco piombare sul posto il ferocissimo Bieco De La Muerte, pirata vero e dalla sinistra fama, che viene stranamente accolto in città dalla folla esultante che crede sia solo una messinscena. Invece con i suoi piomba a palazzo e mette tutto a soqquadro, ripartendo con tutte le donne, compresa la vice regina. Nella sua isola covo poi spartirà il bottino e metterà all'asta le donne, tenendosi per lui la bella Olivia. Quando finalmente arriva anche José coi suoi balordi, scopre l'accaduto e immediatamente fa rotta verso il covo del pirata per riprendersi la sua amata e liberare le altre. Nel frattempo l'infuriato Viceré ha disposto l'impiccagione del povero Governatore se sua moglie non verrà liberata. José è un semplice maestro di canto ma l'amore per Olivia lo spinge a infiltrarsi al mercato dove sta svolgendosi l'asta e quando Olivia viene pretesa da Bieco, lui lo sfida apertamente. Ne segue un duello che lo vede impensabilmente trionfare, addirittura ricoprendo il grosso avversario di ridicolo, tanto che parte della sua ciurma passa con quella di José e fa rientro a Santa Genoveffa. Infuriato Bieco, ripresosi, li segue con un altra nave fin quando, raggiunti sotto le mura della città, scatena la battaglia che si conclude con un duello finale tra i due a colpi di cannone che vedrà il vero pirata polverizzato. Tutto si risolve per il meglio con grande gioia soprattutto per il Governatore che aveva già il cappio al collo.
Premesso che tutto ciò che è datato acquista valore nel tempo e che le quasi identiche stroncature della critica di allora sono oggi completamente ribaltate e, a partire da Totò, tutti quei film del periodo ampiamente riabilitati, mi preme dare un giusto contributo a questo film che vede Macario, non solo abile nei travestimenti e nelle battute graffianti, ma anche ballerino e canterino in abiti femminili, "Macariolita" e perfino atletico quanta basta per le tante scene di azione ancorché impostate sul comico. In conclusione è un film da vedere e nonostante tutto figlio di un periodo molto delicato della nostra storia patria.
Premesso che tutto ciò che è datato acquista valore nel tempo e che le quasi identiche stroncature della critica di allora sono oggi completamente ribaltate e, a partire da Totò, tutti quei film del periodo ampiamente riabilitati, mi preme dare un giusto contributo a questo film che vede Macario, non solo abile nei travestimenti e nelle battute graffianti, ma anche ballerino e canterino in abiti femminili, "Macariolita" e perfino atletico quanta basta per le tante scene di azione ancorché impostate sul comico. In conclusione è un film da vedere e nonostante tutto figlio di un periodo molto delicato della nostra storia patria.
Il pirata sono io!
Italia 1940
Regia: Mario Mattoli
Musiche Cesare A. Bixio, Giovanni Fusco
con
Erminio Macario: José
Juan de Landa: Bieco De La Muerte
Enzo Biliotti: il governatore
Dora Bini: Olivia
Tino Scotti: il barbiere
Mario Siletti: il viceré
Carmen Navascues: la vice regina
Agnese Dubbini: la nutrice
Katiuscia Odinzova: Lupita
Luigi Garrone: pirata
Carlo Moreno: pirata cantante
Carlo Rizzo: Pedro
Pina Piovani: una popolana
Nino Pavese: pirata della ciurma di José
Giovanni Onorato: ufficiale addetto ai cannoni
Vittorio Vaser: Senza L'Occhio
Giulio Battiferri: finto Pirata
Gino Scotti: il pirata Calvo
Emilio Brunetta: Mano Uncinata
Giovanni Barrella: il capocuoco
e con
Iginia Armilli
Celio Bucchi
Teodoro Canaletti
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