Satiricosissimo
Franco e Ciccio in auto sull'Appia Antica rivivono grazie a Ciccio gli avvenimenti raccontati da Petronio Arbitro nel suo Satyricon e, da camerieri in costume ingaggiati per una festa a tema antica Roma, si ritrovano proiettati nel banchetto di Trimalcione dove pasticciano al punto da dover scappare inseguiti dagli ospiti infuriati. Vengono scoperti l'indomani da una pattuglia in biga mentre dormivano stanchi della precipitosa fuga notturna. Arrestati, si salvano solo grazie a Petronio che li prende sotto la sua custodia come portantini e con loro si reca a palazzo dall'Imperatore Nerone per un banchetto che vedrà i due maldestri protagonisti dell'ennesimo pasticcio, anche se stavolta a loro favore. Infatti senza rendersene conto, salvano la vita a Nerone, impedendogli di mangiare un pasto avvelenato da suo fratello Britannico. Per questo li affida a Tigellino che li arruola come agenti segreti del SIFAR. In questa veste avranno modo di proteggere da attentati il loro Imperatore, anche se usati anche dai molti cospiratori, per poi dare fuoco alla città eterna su ordine dello stesso Nerone, arrabbiato con la popolazione che lo aveva fischiato, unico concorrente, al festival annuale delle voci nuove. La gente li scopre mentre appiccano il fuoco e debbono vedersela con la giustizia, contando nell'aiuto del sommo Cesare che, chiamato a deporre, non li aiuta minimamente negando di conoscerli. Condannati a una multa e alla decapitazione, i due possono scegliere se morire di mannaia o combattere nell'arena. Si ritrovano così bardati da gladiatori a dover battersi con forzuti di ogni dove, compreso il furioso Spartacus. Quando sembra tutto perduto ecco il provvidenziale Petronio che li fa fuggire con una biga per trovarsi di nuovo a tutta velocità sulla stessa via dove i nostri stavano viaggiando a bordo di una Cinquecento che si materializza di nuovo non appena stanno per cozzare contro un muro. E' stato solo un sogno di Franco suggestionato dai racconti di Ciccio che non si era accorto, guidando, dello stato di trance del suo amico. Così, sollevati, i nostri giungono sul posto di lavoro per prendere servizio come al solito nel ristorante tipico romano dove, guarda caso, alcuni commensali ricordano a Franco i personaggi del sogno appena vissuto. Uno in particola assomiglia in maniera sorprendente a quell'antipatico di Nerone per cui Franco vede bene di rovesciargli in testa una bella zuppiera di bucatini per rifarsi di quanto patito.
Parodia del film felliniano con i due scatenati in scene esilaranti e in battute taglienti e dai doppi sensi piccanti e a volte gustosissime. Con loro un colorito contorno di volti noti e presenze fisse nel cinema romano di quegli anni, impreziosito dalla stupenda Edwige Fenech 💖poco più che ventenne ma già dalle forme debordanti.
Parodia del film felliniano con i due scatenati in scene esilaranti e in battute taglienti e dai doppi sensi piccanti e a volte gustosissime. Con loro un colorito contorno di volti noti e presenze fisse nel cinema romano di quegli anni, impreziosito dalla stupenda Edwige Fenech 💖poco più che ventenne ma già dalle forme debordanti.
Satiricosissimo
Italia 1970
Regia: Mariano Laurenti
Musiche Roberto Pregadio
con
Franco Franchi: Franco
Ciccio Ingrassia: Ciccio
Edwige Fenech: Poppea Sabina
Arturo Dominici: Tigellino
Karin Schubert: Acta, cortigiana bionda
Giancarlo Badessi: Nerone
Pino Ferrara: Petronio Arbitro
Linda Sini: Agrippina minore
Leonardo Severini: Seneca
Gigi Reder: oste
Renato Montalbano: pubblico ministero
Ignazio Leone: giudice
Samson Burke: Taurus
Lorenzo Terzon: Britannico
Ugo Carboni: schiavo di Poppea
Ivana Novak: schiava di Poppea
non accreditati
Luca Sportelli: il cuoco
Pietro Ceccarelli: Spartacus
Stefano Ceccarelli: addestratore dei Gladiatori
Mimmo Poli: ospite di Petronio
Luciano Bonanni: pretoriano
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