Agente speciale 117 al servizio della Repubblica - Missione Cairo
Sulle tracce degli assassini del collega Jack Jefferson, i servizi francesi mandano in missione al Cairo Hubert Bonisseur, il loro agente speciale 117. Ha da poco preso il potere Nasser e nel 1955 la città è un nido di spie internazionali e fucina di fermento rivoluzionario arabo per opera dei misteriosi seguaci di un imam che fomenta un movimento dal sinistro nome di Aquile di Cheope. La vittima indagava sulla nave russa Kapov misteriosamente scomparsa e che con tutta probabilità portava un carico di armi che deve essere assolutamente ritrovato, prima che cadano in mani sbagliate. Ad agire con lui la segretaria della vittima Larmina Betouche con la quale si relaziona al pari della sensuale e misteriosa principessa Al Tarouk, nipote del deposto Re di Egitto. Ma mentre la prima si rivelerà appartenere ai cospiratori religiosi, l'altra avrà un ruolo preciso nel concitato finale quando la verità verrà a galla. Larmina, che credeva suo padre vittima dei governativi, si è dovuta ricredere quando ha scoperto la verità circa il suo omicidio ad opera dei rivoluzionari mistici che abbandona per unirsi nel finale a Hubert. La principessa invece cospirava con il redivivo Jack Jefferson nel colpo di scena finale quando improvvisamente ricompare. Si era finto morto e per soldi si era messo in proprio per vendere le armi della Kapov ai rivoluzionari e nel faccia a faccia col suo ex amico sperimenta a sue spese, morendo sul serio, quanto siano vendicative e inaffidabili le principesse. A sua volta la principessa dopo essersi azzuffata con Larmina, muore per mano accidentale dello stesso Hubert che può finalmente spassarsela con la bella egiziana, dopo averla salvata dalle grinfie dei Tedeschi. Infatti era stato attirato in una trappola da un ex ufficiale Nazista che aveva un suo impensabile nascondiglio all'interno della Piramide di Chefren dalla quale Hubert era riuscto a scappare salvando la bella Larmina. Con lei finalmente convinta di stare dalla parte giusta era giunto all'epilogo della movimentata missione cairota. Ora, dopo le pomiciate di rito con la sua bella, lo aspettava una nuova missione in Iran, paese che ha una predilezione per l'Occidente.
Quello che fa rabbia di questa bella commedia è il constatare che i cugini francesi abbiano rispolverato in una sorta di omaggio parodistico i generi spy story che negli anni '60 erano nostra prerogativa insieme con altri meravigliosi e divertenti esempi di generi dove eravamo maestri. Da decenni il nostro cinema, salvo rare eccezioni tra le quali i cinepanettoni, è un enorme sezione aggiunta del PD con temi e storie "di valenza sociale" o di "pubblico interesse" che ... il pubblico non lo vede nemmeno col binocolo, costringendo la "mano pubblica" a finanziarli a spese anche di chi ne farebbe volentieri a meno per quanto sono inutili, ripetitive e stantie a totale detrimento di quella che è giustamente considerata la settima arte. Quindi vive la France per aver avuto il coraggio di riproporre OSS 117 seppure in versione comedy e viva i generi!
OSS 117: Le Caire, nid d'espions
Francia 2006
Regia: Michel Hazanavicius
Musiche Ludovic Bource, Kamel Ech-Cheik
con
Jean Dujardin: Hubert Bonisseur de la Bath / OSS 117
Bérénice Bejo: Larmina El Akmar Betouche
Aure Atika: principessa Al Tarouk
Philippe Lefebvre: Jack Jefferson
Constantin Alexandrov: Yevevni Setine
Saïd Amadis: ministro egiziano
Laurent Bateau: Nigel Gardenborough
Claude Brosset: Armand Lesignac
François Damiens: Raymond Pelletier
Youssef Hamid: imam
Khalid Maadour: pedinatore
Arsène Mosca: Loktar
Abdallah Moundy: Slimane
Eric Prat: Gilbert Plantieux
Richard Sammel: Gerhard Moeller
Michael Hofland: Herman Von Umsprung
Jean-François Halin: Rubecht
Jean-Marie Paris: Khalid
convengo sullo stato pietoso del cinema italiano senza più la benché minima idea o voglia di cimentarsi in storie che al contrario fanno il pieno ai botteghini e che un tempo ci vedevano come dite voi saldamente in sella
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