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La damigella di Bard
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Caduta in disgrazia l'ottuagenaria Maria Clotilde di Bard, erede di una vecchio casato nobiliare savoiardo, è ridotta a vivere nella soffitta del palazzo avito a causa dei maneggi di un amministratore fraudolento che ha approfittato della sua bontà e accondiscendenza verso il prossimo. Il nuovo proprietario, il marchese di Pombia, ne tollera la presenza anche se con distacco sebbene sua figlia al contrario ami frequentare la donna, la cui ricchezza di modi e storia personale riesce ad affascinare. Lei ha amato un solo uomo in tuta la sua vita ed è stata in contatto epistolare con lui fino a pochi anni prima, custodendone un carteggio che interessa molto anche gli storici, arrivati ad offrirle ingenti somme pur di averli e pubblicarli nelle loro riviste. Lei era innamorata del giovane barone Costantino Nigra che il conte di Cavour nominò rampante ambasciatore presso le più importanti corti europee. Lei al tempo era ancora una adolescente e il barone non poteva sposarla, ragione questa che impedì il loro matrimonio, per seguire una folgorante carriera e nuovi amori in giro per l'Europa ma sempre con un affetto speciale per Maria Clotilde che gli imponeva un continuo rapporto epistolare, ricambiato da immutato amore che la vedeva oggi serena e felice di aver aperto il suo cuore solo a quell'uomo. La giovane al contrario è alle prese con un amore infelice con un giovane ingegnere aeronautico che suo padre ha reso impossibile, vietando al giovane di frequentarla per via delle sue origini paterne ignote. Nella misera soffitta giunge anche il giovane per l'ultimo saluto alla sua amata dopo il burrascoso confronto avvenuto al piano di sotto col padre. Mentre lei disperata raggiunge l'appartamento paterno per sincerarsi di persona delle sue volontà, il ragazzo confida alla candida signora quel poco che ricorda o che ha appreso dei suoi misteriosi natali e all'anziana signora risveglia un ricordo mai sopito di un amore travagliato tra suo fratello e una giovane donna che culminò con l'uccisione dei due e la scomparsa del piccolo che anche grazie ai famosi carteggi avuti col Nigra, riesce a far affiorare, per riconoscere subito in quel giovane il suo nipote, per anni invano ricercato. E' il dono più grande che la Provvidenza, alla quale si era sempre affidata, le ha fatto avere nella sua lunga vita. Cerca di invano di farsi ricevere dal marchese di Pombia per raccontargli gli ultimi straordinari eventi, ma questi è partito per la Costa Azzurra con la figlia, allo scopo di farla riprendere dal dolore cambiando aria per un po' di tempo. Ma un telegramma lo richiama d'urgenza a Torino dove rischia la bancarotta per essersi affidato al suo amministratore il ragionier Pacotti, rivelatosi un volgare truffatore, approfittatosi delle tante deleghe che incautamente il marchese gli aveva affidato. Le ipoteche sul palazzo gravano sul poveretto che non ha di che far fronte ai debiti immediati e quando tutto sembra perduto, ecco il giovane ingegnere sanare ogni ipoteca venendo in possesso del palazzo e presentandosi come il nuovo Conte di Bard all'esterrefatto marchese che, avuta conferma anche dalla raggiante Maria Clotilde, non può che accettare di buon grado le nozze tra sua figlia e il redivivo conte per un finale degno di un film che sprizza sentimento ad ogni centimetro di pellicola e dove la protagonista Emma Gramatica è semplicemente straordinaria nella sua delicata umanità tutta dolcezza e candore.
La damigella di Bard Italia 1936
Regia: Mario Mattòli Musiche Franco Casavola con Emma Gramatica: Maria Clotilde di Bard Luigi Cimara: marchese di Pombia Anna Capodaglio: la Baronessa Amelia Chellini: la signora Ponzetti Cesare Bettarini: Franco Toscani Mirella Pardi: Renata Mario Brizzolari: ufficiale giudiziario Armando Migliari: ragionier Pacotti Nora D'Alba: Maria Clotilde da giovane Federico Collino: antiquario Vasco Creti: papà Ponzetti Romolo Costa: conte Amedeo Eugenio Duse: Filippo Carli Achille Majeroni: padre di Maria Clotilde Luigi Pavese: avvocato Palmieri Calisto Bertramo: il Conte presidente del comitato Amina Pirani Maggi: la Contessa Pina Valli: Orsolina Olga Pescatore: Denise Albino Principe: figlio di Pacotti Carlo Tamberlani: Fernando di Bard Norma Nova: moglie di Fernando
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
F ernando , proprietario di un grande magazzino con un migliaio di dipendenti, è ossessionato da incubi ricorrenti nei quali viene sbeffeggiato, malmenato e umiliato, in sogni che lo vedono alle prese con donne bellissime, come l'attrice Silvana Pampanini ad esempio, che lui adora. Solo che quando sta per realizzare il suo sogno, tipo sposare l'attrice e prepararsi per la prima notte di nozze, ecco spuntare questo energumeno che gli rovina la festa oltre a ridicolizzarlo come la solito. A nulla valgono i tentativi del suo medico, il Dott. Furgoni , che non ne può più di essere svegliato in piena notte dal commendatore in preda all'isteria. Ma ecco un bel giorno presentarsi nel suo ufficio un giovane laureato, Walter Milani , in cerca di impiego e guarda caso assomiglia in modo impressionante allo spavaldo che lo tormenta ogni notte nei sogni. La prima reazione di Fernando è furiosa ma il suo medico lo consiglia di assumerlo per placare la sua ansia; avendolo a portat...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
C ommedia farsesca, parodiando il famoso romanzo di Dumas e diretta con leggerezza da Carlo Ludovico Bragaglia che mette insieme il meglio del Varietà di quegli anni, dandogli ampia facoltà di improvvisazione a tutto vantaggio del divertimento e di una trama che contempla anche tanta azione. I quattro protagonisti, lestofanti di prim'ordine, si sostituiscono ai veri Moschettieri impegnati nel recupero del prezioso collier che la Regina ha donato come pegno d'amore a Lord Buckingham , suo amante ed ambasciatore d'Inghilterra in Francia, rientrato in patria. Il Cardinal Richelieu , a conoscenza della tresca, aveva consigliato il Re di farle indossare il prezioso monile che le aveva a suo tempo regalato, in occasione della imminente festa della Municipalità a Corte. In quel modo avrebbe constatato di persona il tradimento della sua amata, visto che la preziosa collana si trovava oltre Manica. Così, grazie a Costance , amante di D'Artagnan , la Regina aveva in...
Devo dire che il cinema mi ha spesso fatto conoscere musiche che non avrei mai immaginato di ascoltare e questo bellissimo film del quale abbiamo già parlato in questo post serve più che altro a farvi conoscere uno dei più grandi baritoni di tutti i tempi: Tito Gobbi . Considerato da molti inarrivabile per il timbro di voce, in questo film presta la voce "canora", perchè il parlato è di Giulio Panicali uno dei tre più grandi doppiatori della storia del cinema nazionale, a Dennis King , Frà Diavolo alias il Marchese di San Marco . Nel clip mancano i 2 interpreti principali, Stanlio e Ollio , ma lo scopo era quello di far ascoltare questa bellissima aria che potrete divertirvi a cantare dal momento che inserisco le parole e credo tantissimi nel web approfitteranno con i motori di ricerca a reperirle qui e tuttavia possiamo notare alcune delle spalle abituali del duo comico come James Finlayson e la bella Thelma Todd . Per i crediti potete andare al post originale: Frà ...
R ansom Stoddard , senatore degli Stati Uniti , è di ritorno a Shinbone , un piccolo villaggio del West , per l'ultimo saluto ad un amico. La notizia fa subito il giro della città e alcuni giornalisti vogliono sapere di più sulla sua visita che sta facendo scalpore per l'alta carica che ricopre. Così, dopo essersi recato dal becchino per l'estremo commiato del suo amico e lasciata lì sua moglie Hallie con Pompeo , il fedele servitore negro del defunto e Link Appleyard l'ex pavido sceriffo di un tempo, si apparta con i giornalisti per raccontare la sua storia e di quella formidabile persona che lo raccolse malconcio sulla strada di Shinbone. Era stato malmenato da un violento bandito del luogo, Liberty Valance , al quale nessuno osava opporsi, tantomeno lo spaurito sceriffo, e lasciato pesto e sanguinante sulla strada dopo che la diligenza su cui viaggiava era stata assaltata. Qui era stato trovato e caricato sul carro da Pompeo il fido aiutante di Tom Doniphon ,...
Un film sessantottino per antonomasia lo definirei: Il Laureato del 1967 con un Dustin Hoffman che da sconosciuto caratterista diventa star di prima grandezza che tutti conosciamo e apprezziamo. Candidato all' oscar per questo film e interprete negli anni '70 di intense e importanti pellicole. Il tema dell'incomunicabilità tra i giovani e i loro genitori ancorati a rigidi schemi da imporre e far rispettare introduce in pratica il malcontento che seguirà a breve nella società sfociando nella contestazione giovanile . A dir il vero questo film, visto da ragazzo, mi colpì principalmente per l'immaginario erotico che evocava affrontando un argomento, per la prima volta al cinema, in un contesto sociale piuttosto bigotto e conservatore a quei tempi. La seduzione esercitata dalla matura signora Robinson nei confronti del giovane studente, la locandina con quella gamba velata da una calza che si sfila di fronte agli occhi del ragazzo sono restate a lungo impresse nella me...
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