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Dio perdoni la mia pistola
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Sotto le mentite spoglie di un reduce sudista, il ranger Texas giunge ad Okland City per indagare sulla morte per impiccagione di un certo Prescott, il cui ranch, requisito dalle autorità, è meta iniziale del misterioso arrivato. Su di lui si scatena il confinante Charlie Clayton che intende farlo sloggiare con le buone o con le cattive. Dapprima lo sceriffo finge di assecondare il possidente e il suo vice Jason ne fa le spese, scontrandosi con il neo arrivato ed avendo la peggio. Lo sceriffo Brennan ne conosce l'identità ma deve fingere per non destare sospetti nel ricco Clayton che mette in azione i suoi scagnozzi, dopo un primo tentativo di comprare l'uomo con il denaro. Ma Texas è un osso troppo duro per i suoi uomini che in più occasioni subiscono sonore sconfitte e Texas scopre nella figlia di Clayton, Gladys, una valida alleata perché stanca delle violenze e dei soprusi paterni. Così la ragazza lo mette sulle tracce di un bandito, Jerome il meticcio, che sta per essere impiccato in una prigione federale. Fu lui a rapinare il postale e ad addossare astutamente la responsabilità al povero Prescott, a casa del quale nascose parte del bottino sotto il letto che, scoperto dalle autorità gli costò l'impiccagione. Texas lo libera dalla forca e lo porta in città per testimoniare contro Clayton e grazie alla preziosa collaborazione di un nanetto, Bart, e di un muto, Tim, che forniscono al nostro alcune micidiali armi, riesce ad arrivare alla resa dei conti finale. Clayton che si è finto per tutto il tempo paralizzato e bloccato su di una carrozzella, si alza d'improvviso e con le pistole in pugno gioca il tutto per tutto. Il meticcio cade a terra fulminato e Texas, ferito, farebbe una brutta fine se il buon Tim non gli lanciasse l'ultima sua diabolica invenzione: un innocuo cappello al cui interno una forte molla fa scattare una lama che si conficca in pieno petto del bieco Clayton. Fu lui a organizzare il piano per impossessarsi col tempo delle terre del suo vicino, più fertili grazie al passaggio di un fiume. Ora Texas può tornarsene da dove è venuto seguito dall'ormai fido Tim che a sua volta non ha più motivi per restare in quel posto.
Girato a due mani, iniziato da un regista e terminato da un altro, con cambio anche di produzione, il film mostra tutta l'evidente difficile gestazione e pur animato da un buon cast e tanti caratteristi noti, non riesce a decollare vuoi anche per l'evidente scelta degli esterni della campagna romana che in tanti film del periodo non ha fatto che evidenziare il cronico e risicato budget che veniva destinato a queste produzioni che al contrario rendevano assai di più ai botteghini non essendoci ai tempi altre forme di svago migliori.
Dio perdoni la mia pistola Italia 1969
Regia: Mario Gariazzo, Leopoldo Savona Musiche Vasili Kojucharov, Elsio Mancuso con Wayde Preston: Texas Loredana Nusciak: Gladys Clayton Joe De Santis: Charlie Clayton Dan Vadis: Jason, il vicesceriffo José Torres: Jerome, il meticcio Giuseppe Addobbati: lo sceriffo Brennan Livio Lorenzon: Ramon Ramirez Irio Fantini: scagnozzo Antonietta Fiorito: nipote dello sceriffo Fedele Gentile: il dottor Stevens Arturo Dominici: il giudice Collins Nino Marchetti: il proprietario dell'emporio e con non accreditati Riccardo Pizzuti: Manuel Ramirez Pasquale Basile: Pablo Ramirez Luciano Bonanni: Tim, il maniscalco muto Salvatore Furnari: Bart, il nano Osiride Pevarello: scagnozzo di Clayton Fortunato Arena: postiglione
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
Sam Martin sbarca il lunario portando a pesca la gente sul suo battello d'altura aiutato dal fido e quasi sempre sbronzo Harvey . Ha debiti un po' ovunque nella zona porto e spesso deve impegnare oggetti per tirare avanti. L'ultimo cliente, che gli ha pure perso una costosa canna da pesca, lo ha truffato con un assegno a vuoto per cui quel Mr. Hanagan che gli offre una discreta sommetta per farsi portare a Cuba gli capita proprio a proposito. Lui e la sua giovane bionda, che dice essere svedese, sembrano una coppia sportiva e tutto sommato a posto, ma a Cuba è in atto una rivoluzione e lui non ha il permesso per navigare fin là. Gli potrebbe costare il sequestro del battello che peraltro è solo in affitto, ma la somma è di quelle che fan cambiare idea. Sbarcheranno col favore della notte per poi filarsela prima dell'alba come pattuito e tutto procede per il meglio, fino al momento burrascoso della ripartenza, dove il misterioso ospite si imbarca al volo inseguito da ...
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
A lla vigilia di Ferragosto Roma è quasi del tutto svuotata. Col caldo soffocante sono tutti al mare a Fregene e in città sono rimasti in pochissimi. Come il ragionier Piccoli alle prese col consuntivo trimestrale che deve assolutamente terminare accumulando ore di straordinario che gli servono per mantenere sua moglie nella pensione Stella a Fregene dove è già in vacanza. Il capo ufficio lo ammonisce circa i pericoli di lasciare sua moglie da sola al mare con tutti quei bellimbusti che girano ma lui è irremovibile, del resto sua moglie è fedelissima e i soldi servono. Anche Carlo e Raffaele stanno per lasciare la città, anzi la prigione dove da ladruncoli erano detenuti e subito si mettono d'impegno a studiare quale vittima derubare in mezzo alla tanta gente che affolla la spiaggia dove prontamente si sono trasferiti anche loro. Il cavalier Bonaccorsi invece si sta lavorando una giovane segretaria da assumere se sarà carina con lui, facendole già godere le ferie in a...
J ohn non ha conosciuto suo padre e il marchio di bastardo lo ha accompagnato fino in età adulta, arrivando perfino ad odiare sua madre rea di non avergli mai rivelato il nome di chi la sedusse. Ora lei vive in un ranch con due sorelle zitelle e le poche volte che John le fa visita succedono sempre cose sgradevoli. Ma stavolta John, che vive da cinico dissoluto, seducendo ed abbandonando giovani donne, così come pensa possa aver fatto suo padre, è intenzionato a far luce sul suo genitore. Così aiutato dal fido Morenillo , un forzuto senza cervello che lo segue come un' ombra, finge di esser stato ferito ad una gamba per farsi ricevere e curare da sua madre. Costei non può rifiutargli l'aiuto necessario e lo accoglie per i giorni necessari alla sua guarigione intimandogli però di non scocciarla ancora con le sue origini. Astutamente John prima di accomiatarsi le fa dono di una discreta somma di denaro per ripagarla e non visto la sorprende a nasconderlo in in anfratto ric...
Chissà perchè il regista Howard Hawks decide dopo 7 anni circa di riproporre, si parla di remake, la stessa storia del suo mitico Un dollaro d'onore , forse gli era piaciuto tanto che voleva in qualche modo rifarlo o prolungarne gli effetti. Invece il film si regge solo sulla bravura degli interpreti perchè la storia è più o meno la medesima con John Wayne e con Robert Mitchum al posto di un altro grande come Dean Martin , coadiuvato da Arthur Hunnicutt un bravo caratterista di tante pellicole western al posto di Walter -Stumpy- Brennan e un giovane James -Mississippi- Caan anche lui col nome di un fiume come Ricky -Colorado- Nelson che in più cantava e pure bene. Ecco che la storia è speculare e mi riprometto di raccontarla meglio quando affronteremo l' originale, spero prossimamente. Lo sceriffo J.P. Harrah (Mitchum), " una stella attaccata a un ubriaco " ha il suo bel da fare con il solito proprietario terriero con mandrie che necessitano spazi altrui ed...
Avanti con gli anni, il prode D'Artagnan è capitano dei Moschettieri e fedele alla Regina Anna . Costei tuttavia subisce gli infausti consigli del Cardinal Mazzarino che a proposito del loro illustre ospite Carlo II Re d'Inghilterra consiglia di maritarlo a sua nipote Olimpia Mancini . In primo luogo per sottrarlo alle ire del rivoluzionario Cromwell ed aiutarlo poi a riprendersi il trono d'Inghilterra unendo le due potenze con un patto di sangue indissolubile e al tempo stesso garante di maggior presa nei confronti dell'altro grande patto attuato tra Spagna e Austria che potrebbe risultare deleterio per la Francia . Ma ecco che il Re Carlo, forse subodorando oscuri piani, si allontana da Parigi rifugiandosi nel castello del Principe di Condè , avversario politico del Mazzarino. D'Artagnan viene incaricato di riportare Re Carlo a Parigi con qualunque mezzo e pur contrario alle direttive del Cardinale, non può sottrarsi al medesimo volere della sua Regina ...
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