Il conte Ugolino
A Pisa nell'anno 1284 ...
il Conte Ugolino della Gherardesca, uomo risoluto e inviso ad altre potenti famiglie pisane, ha nel Cardinal Ruggieri un valido alleato e sincero amico. Tale da soprassedere a diverse bravate che il conte, uomo d'arme e d'azione, spesso combina. Come nel caso della tumultuosa liberazione dell'amico Fortebraccio dalle segrete dove era stato rinchiuso. Il conte è si uomo risoluto nelle sue idee ma di sicuro è sincero e leale e quel suo modo di essere gli costa attentati alla sua vita, orditi con bravacci prezzolati da nemici che si muovono nell'ombra. Col Cardinale ha un buon rapporto, appena guastato dal fatto che non apprezza la storia d'amore tra suo nipote Balduccio e sua figlia Emilia, con la quale è in aperto contrasto. Questo fa si che i rapporti con il Cardinale vengano deteriorati, considerando il nipote alla stregua di un figlio e in concomitanza con gli attriti circa l'egemonia nel Tirreno con l'odiata Repubblica di Genova, il Cardinale ordisce un piano per attaccare la loro flotta alla Meloria con le navi della Repubblica di Pisa al comando del Conte. Costui dovrà attendere l'ordine di attacco che verrà portato dal più fedele dei servitori del Cardinale, ovvero suo nipote Balduccio in persona. Ma costui al momento opportuno reca un ordine di non attaccare e nonostante il Conte non comprenda quel cambio di strategia, il sigillo sul documento non lascia spazio a nessun tipo di azione diversa. Ne consegue che Genova si sbarazza degli avversari con facilità senza l'intervento del conte che viene pertanto ritenuto colpevole. Ma questi mostra il messaggio ricevuto al Cardinale e l'evidente tradimento perpetrato da suo nipote che in una colluttazione col Conte è stato ucciso. Per il buon nome della casata cardinalizia, il Conte lascia nelle mani del Ruggieri il documento che potrebbe scagionarlo, col fatto che nessuno ne è a conoscenza e può così salvare il buon nome dei Ruggieri, anche se a suo scapito. Il Cardinale ne è molto grato ma con estrema perfidia sta per chiudergli attorno la sua morsa mortale, quando il Gran Consiglio ne chiede la testa e lui non fa niente per difenderlo, negando anche l'esistenza di quel documento. Viene perciò condannato ad essere murato vivo con i figli maschi finché morte per fame e sete non sopraggiunga. La figlia Emilia disperata, dopo aver appreso la verità circa il tradimento del suo amato Balduccio ad opera di una sua amante, corre a Roma dal Papa per ottenere la grazia per il padre e i fratelli che viene concessa di fronte all'evidenza delle prove. Ma rientrata a Pisa, Emilia, aiutata da Fortebraccio, dopo aver abbattuto il muro infame della cella, non può che constatare inorridita quanto è successo al suo interno ...
Poscia, più che il dolor, poté il digiuno
Poscia, più che il dolor, poté il digiuno
Il conte Ugolino
Italia 1949
Regia: Riccardo Freda
Musiche Alessandro Cicognini
con
Carlo Ninchi: Conte Ugolino della Gherardesca
Gianna Maria Canale: Emilia
Peter Trent: Cardinal Ruggieri degli Ubaldini
Carla Calò: Haidée
Luigi Pavese: Sismondi
Ugo Sasso: Fortebraccio
Piero Palermini: Balduccio degli Ubaldini
Ciro Berardi: Lanfranchi
Armando Guarneri: Gualandi
commozione enorme
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