Il mantenuto
Stefano Garbelli, un modesto impiegato romano presso un'industria farmaceutica, viene spacciato per protettore da una prostituta, Daniela, che veniva molestata da "colleghe" rivali per questioni di posizionamento sui marciapiedi. L'ignaro Garbelli a spasso col cane in una afosa serata estiva, veniva circuito dalla donna che poteva così far intendere alle rivali che rischiavano grosso col suo uomo che era aiutato anche da un cane di grossa taglia. Nei giorni seguenti si erano frequentati con reciproco interesse, col Garbelli che la credeva una infermiera di notte presso una clinica cittadina. Erano stati al mare e tutto lasciava intendere una loro relazione duratura, finché le rivali gelose non segnalano l'uomo al loro protettore, il violento Nando. Costui con l'aiuto di tre scagnozzi, dapprima pedina l'uomo per poi aggredirlo e picchiarlo fino al provvidenziale intervento della polizia. Il commissario conosce i quattro pluri pregiudicati ma non il Garbelli, la vittima dell'aggressione, che tuttavia risulta amico della nota prostituta Daniela, ragione questa che lo pone a sua volta tra i sospettati. Ne conseguono pedinamenti e situazioni grottesche con riunioni sindacali che si sospettano invece orge clandestine fino alla frittata che l'ignaro impiegato combina col suo presidente, il Conte Lori. Costui allertato dalla polizia circa la possibilità che il suo dipendente agisca anche da magnaccia nel dopo lavoro aveva pensato bene di farsi organizzare un appuntamento a casa del Garbelli con questi che al contrario pensava ad un semplice confronto con una delle loro dipendenti a sua volta ignara. I ceffoni volano a raffica e la verità viene finalmente a galla, col Garbelli che viene licenziato e non può che urlare la sua rabbia a Daniela che lo avrebbe avvertito "prima o poi". Purtroppo quel "poi" gli era costato il posto che fortunatamente viene sostituito da quello di impiegato in un grande supermercato di una ricca vedova che aveva da tempo messo gli occhi su di lui. Il Garbelli dapprima accetta questa nuova vita, senz'altro dorata, ma al servizio di un'altra donna in grado anch'essa di farlo sentire un mantenuto, tanto che con uno scatto d'orgoglio lo vediamo buttare tutto all'aria nel negozio in concomitanza con la parola FINE.
Ugo Tognazzi dirige e interpreta da par suo questa commedia scritta a più mani, dove si mescolano divertenti equivoci e spaccati di vita vera di un periodo di massima espansione del nostro paese. C'è anche un piccolo cameo dell'amico del cuore Raimondo Vianello nei panni di un arrapato cliente notturno di prostitute.
Il mantenuto
Italia 1961
Regia: Ugo Tognazzi
Musiche Armando Trovajoli
con
Ugo Tognazzi: Stefano Garbelli
Ilaria Occhini: Daniela
Margrete Robsahm: Carla
Mario Carotenuto: Presidente Lori
Marisa Merlini: Amalia
Raimondo Vianello: cameo nei panni di un cliente di "lucciole"
Franco Giacobini: commissario
Gianni Musy: Nando Marcellini
Olimpia Cavalli: Claretta
Renato Mambor: Raffa
Franco Ciuchini: Tripoli
Aldo Berti: Righetto
Franco Ressel: René, il parrucchiere
Armando Bandini: ragionier Bandini
Mario Castellani: il marito di Amalia
Consalvo Dell'Arti: vice commissario Donati
Pinuccia Nava: prostituta romana
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