Gli uomini che mascalzoni
B runo autista e meccanico si è invaghito della schiva Mariuccia che lavora come commessa in una profumeria di Milano. Nel tentativo di sedurla e dopo un approccio da imbranato in sella ad una bicicletta, per far colpo su di lei, si presenta all'uscita dal lavoro con la lussuosa FIAT 525 TORPEDO del padrone. Con la scusa di alcune ulteriori riparazioni, aveva costretto il padrone a recarsi in gita con un'auto alternativa mentre lui si era presentato da Mariuccia nella speranza di fare colpo, riuscendoci. Lei attratta da quel bel ragazzo e da quella che ritiene essere la sua lussuosa automobile, accetta un passaggio fino a casa visto che abita in Corso Sempione. Ma ben presto si accorge che il ragazzo intende condurla verso i Laghi dove molti milanesi si recano nel fine settimana e con un'oretta di viaggio saranno là per poi rientrare comodamente in serata. Lei dopo un'iniziale riluttanza accetta e ben presto può apprezzare quei luoghi che mai aveva visitato e concedersi con il giovane Bruno una sosta ad Arona presso una trattoria dove si concedono anche un ballo. Ma l'imprevisto è dietro l'angolo e la moglie del suo datore di lavoro, anche lei da quelle parti, scorge Bruno nei pressi dell'auto e chiede spiegazioni ottenendo come risposta che era riuscito a riparare l'auto ed era venuto a prenderli. Così è costretto a riportarli a Milano, senza poter avvertire Mariuccia che, rimasta sola, si accorge ormai ad orario di chiusura che è stata abbandonata e per fortuna che la signora della trattoria la rincuora, ospitandola per la notte e facendola ricondurre a Milano da suo figlio l'indomani. Bruno aveva cercato invano di ritornare ad Arona ma per strada aveva tamponato un carretto distruggendo l'auto padronale che gli aveva anche causato la perdita del posto. Tenta nei giorni seguenti un nuovo approccio con la ragazza che sulle prime lo respinge per poi, saputa la verità circa il suo stato di operaio, aiutarlo a trovare un lavoro. Questo gli costa un'uscita con una sua amica con l'ingegnere che si era prodigato per assumere Bruno, spacciato per un suo parente. Questo equivoco fa arrabbiare Bruno che si presenta nello stesso locale in compagnia di un'altra ragazza, mortificando la povera Mariuccia che scappa dalla festa a piedi. Bruno non regge e la rincorre finendo con lei nel taxi che con sorpresa è quello che guida di notte il padre di lei. Questi, di spalle e non riconosciuto, assiste allo sfogo e alle dichiarazioni d'amore dei due ragazzi finché si ferma proprio davanti a casa sua e Mariuccia con sorpresa scopre impaurita che è suo padre. L'uomo la rincuora e le apre la porta di casa mentre fa salire in auto davanti con sé Bruno, suo futuro e raggiante genero, per riaccompagnarlo a casa e magari conoscerlo meglio.
Saldamente nella storia del cinema italiano questa commedia sentimentale, con una giovane coppia di straordinaria bravura. Per De Sica fu l'inizio della sua folgorante carriera d'attore cinematografico, mentre per Lya Franca, appena ventenne ne segna la fine, in quanto si sposò nello stesso periodo ed abbandonò le scene e la carriera, lasciandoci un ricordo di sé garbato e immensamente dolce per le dinamiche che vengono a crearsi tra lei e Bruno. La celebre canzone che lui le canta "Parlami d'amore Mariù" è poi il compendio ideale per sostenerne la memoria. Indimenticabile, semplice, fresco, pulito, un film che fa bene al cuore e rinfranca l'anima.
Gli uomini che mascalzoni
Italia 1932
Regia: Mario Camerini
Musiche Cesare Andrea Bixio
con
Lya Franca: Mariuccia
Vittorio De Sica: Bruno
Cesare Zoppetti: Tadini
Aldo Moschino: conte Piazzi
Carola Lotti: Gina
Anna D'Adria: Letizia
Gemma Schirato: la vedova
Tino Erler: Mario Castelli
Maria Montesano: ragazza delle caramelle
María Denis: ragazza al ballo
come non vedere nella giovanissima Lia la principessa Leia di episodio IV??
RispondiEliminaa me sembra spiccicata la giovane Carrie Fisher
O_O
film e canzone indimenticabili
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