Ragazze da marito
O reste Mazzillo, irreprensibile impiegato statale a Roma, conduce una vita modesta e risparmiosa avendo una famiglia di cinque persone con ben tre figlie da maritare, le quali a loro volta mettono da parte quanto più possibile per farsi una dote. Mamma Agnese funge da cassiera e soprattutto da motivatrice, spronando ogni giorno le sue figliole a trovarsi un buon partito. Viste le imminenti ferie estive, sarebbe opportuno passarle a Capri, piena di baldi e ricchi giovani del nord, piuttosto che nella popolare Santa Marinella e all'uopo papà Oreste, aveva in gran segreto investito la consistente somma risparmiata dalle figlie nella speranza di raddoppiarla nel breve e consigliato in questo dall'ambiguo affarista Giacomino Scognamiglio, che si spaccia per dottore commercialista quando è invece un intrallazzatore e niente più. Infatti l'affare va decisamente a rotoli e il povero Oreste non sa come fare per dirlo ai suoi e quando vi riesce scoppia l'inevitabile tragedia. A venirgli in soccorso interviene di nuovo Giacomino che gli propone, visto il suo impiego al ministero, di apporre timbri in pratiche commerciali da agevolare e dietro lauti compensi. Si tratterebbe di atti illeciti amministrativi ma difficili da scoprire, in quanto nella montagna di pratiche che gli passano per le mani giornalmente, non gli è difficile infilarne alcune sottobanco e senza destar sospetti. Con i soldi ricavati fa intendere ai suoi che giocando in borsa si può rischiare, come del resto è capitato, ma ora che ha capito il sistema è certo di poter guadagnarci sopra abbastanza agevolmente. Per questo la famiglia può partire felice come programmato per Capri dove in poco tempo mamma Agnese, grazie anche alla signora Rosa, conosciuta in loco e moglie del comandante del traghetto sul quale avevano viaggiato, riesce a farsi un'idea della vita che si svolge sull'isola. Ovviamente con maggior riferimento ai luoghi dove incontrare i famosi baldi giovani, scrupolosamente etichettati e "numerati" grazie alle informazioni della preziosa signora Rosa. Ad esempio Tommaso Spadoni è nipote di un ricco industriale del nord e Gabriella, la figlia secondogenita, sembra esserselo accaparrato. Claudio Fortis, altro baldo giovane, se la intende con Gina, la figlia maggiore, sulla quale ha messo da tempo gli occhi, non ripagato, lo stesso Giacomino Scognamiglio. Mentre la piccola Anna Maria ha stretto amicizia con un giovane cronista alle prime armi che lavora in un giornale a Roma. La persistenza della villeggiatura caprese della sua famiglia, qualche spesuccia che Oreste non si era mai permesso, inducono Cipriani, suo collega, col quale divide il medesimo ufficio, a sospettare di lui nonostante lo conosca come probo e onesto lavoratore da più di 25 anni. Messo sotto controllo vengono inevitabilmente scoperte le sue pratiche illecite e buon per lui che gli venga solo preteso di dimettersi per non dare cattivo risalto alla storia, se no avrebbe rischiato fino a tre anni di prigione. Moralmente distrutto e scoperto anche dai ricchi parenti del fidanzato di Gabriella, rischia di vedersi crollare tutto intorno. Fortunatamente Gabriella convola a nozze ma senza la presenza dei genitori e a Milano dove si è trasferita col marito, difficilmente li rivedrà. Li consola il fatto che almeno lei è sistemata, mentre la piccola Anna Maria si sposa senza grossi problemi col bel cronista, subito dopo che uno scandalo maggiore è piovuto in famiglia: Gina è rimasta incinta! Sedotta e abbandonata da quel Claudio Fortis che non può riparare essendo già sposato con prole. La famiglia si stringe attorno alla sventurata Gina che vuole tenere il figlio ad ogni costo e nel piccolo rinfresco dato per sua sorella Anna Maria, sembra anche aver trovato uno "spiraglio" di padre in quel Giacomino Scognamiglio, da lei sempre respinto, che si dice disposto a sistemare le cose a dovere: "io non ci bado a certe cose e poi a me i bambini mi piacciono ... lo chiamiamo Giacomino? .. eh? ... ci sposiamo?"
Commedia agro dolce con il trio De Filippo in grande spolvero e una trama che si dipana dai toni della commedia fino a sfiorare il dramma familiare, per poi assicurare il lieto fine. Mentre Eduardo cura la regia e il personaggio meno impegnativo dei tre protagonisti, Peppino gigioneggia da par suo in uno dei ruoli a lui congeniali del simpatico truffaldino e Titina "istrioneggia" alla grande nel ruolo della mamma chioccia che è ossessionata dalle tre figlie da maritare, alle quali insegnare l'arte della seduzione e del tornaconto. Grandi tutti e tre e specchio di un'Italia che pian piano ripartiva dopo le batoste della guerra.
Ragazze da marito
Italia 1952
Regia: Eduardo De Filippo
Musiche Nino Rota
con
Eduardo De Filippo: Cav. Oreste Mazzillo
Titina De Filippo: Agnese, sua moglie
Lianella Carell: Gina, figlia maggiore di Oreste
Delia Scala: Gabriella, secondogenita figlia di Oreste
Anna Maria Ferrero: Anna Maria, terzogenita figlia di Oreste
Peppino De Filippo: Giacomino Scognamiglio
Carlo Campanini: Cipriani, collega di Oreste
Carlo Croccolo: Salvatore
Rosario Borelli: Carlo
Laura Gore: Rosa
Monica Clay: Kiki
Franco Fabrizi: Claudio Fortis
Pamela Matthews: Mirca, la signora apolide
Lyla Rocco: Doris, la sua segretaria
Olinto Cristina: il commendator Spadoni
Ivo Garrani: Tommaso Spadoni, suo nipote
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