La pallottola senza nome
L ordsburg è in stato di agitazione da quando è giunto in città John Gant. La sua fama di killer ha messo in agitazione parecchi cittadini preoccupati che l'uomo sia giunto in città proprio per loro. Chi del resto non ha qualche nemico che lo vorrebbe morto? è la domanda che corre di bocca in bocca di quanti hanno la coscienza non proprio tranquilla. C'è il banchiere che per paura di essere la vittima del killer si barrica in ufficio e dopo un paio di giorni di stress insostenibile si toglie la vita. Ci sono soci di una miniare che temono siano nel mirino del pistolero e si affrontano a vicenda a colpi di pistola, per finire con l'uomo che è fuggito in città con la moglie di una altro e teme che il marito della donna lo abbia ingaggiato per vendicarsi. Chi è tranquillo in città è il giovane Luke Canfield che di professione fa il medico anche se non disdegna di aiutare suo padre maniscalco. Lui le vite le salva e in mezzo a questo "disagio sociale" che si è creato in città, cerca di risolvere il problema pregando l'uomo di andarsene al pari dello sceriffo ma senza riuscirvi. John Gant, freddo e impassibile, non ha ancora rivelato il motivo della sua visita e la fama che lo accompagna lo descrive come un assassino che provoca le sue vittime affinché reagiscano e lui possa ucciderle per legittima difesa. Il giovane dottore ne parla col futuro suocero, il giudice Benson, che lui cura per una malattia che lo sta portando inesorabilmente alla morte e l'uomo gli svela che solo uccidendo la sua vittima che non dovesse reagire lo si potrebbe accusare e condannare per omicidio. Altra via non c'è ma è quella che l'uomo intende adottare quando la figlia scopre essere la vittima del killer per una sentenza sbagliata che vogliono fargli pagare. Inesorabile John si reca a casa sua e lo provoca facendogli credere di aver violentato sua figlia finché l'uomo malfermo sulle gambe si trascina verso di lui brandendo minaccioso un fucile, ma cadendo fulminato a terra per lo stress mortale. Il giovane dottore che è appena arrivato col padre a bordo del loro calessino affronta il pistolero col suo martello da fabbro, unica arma trovata in bottega nella frenetica partenza. John gli spara ad una spalla ma non riesce a evitare il martello che gli ha lanciato contro e colpisce ad un braccio. Il maniscalco accerta che il giudice è morto ma non è stato colpito da nessun colpo per cui John si rimette in sella rifiutando l'aiuto del dottore a medicargli l’arto ferito dal martello: "molti ambivano a colpire John Gant ma ci sarebbe voluto un dottore con un martello per riuscirci".
Considerato il migliore dei 4 western girati da Jack Arnold, il film in effetti si fa apprezzare per una trama che privilegia la tensione e la suspense alla mera azione propria del western, risultando alla fine insolito ma accattivante.
No Name on the Bullet
USA 1959
Regia: Jack Arnold
Musiche Herman Stein, Irving Gertz
con
Audie Murphy: John Gant
Charles Drake: Dr. Luke Canfield
Joan Evans: Anne Benson
Virginia Grey: Roseanne Fraden
Warren Stevens: Lou Fraden
R.G. Armstrong: Asa Canfield
Willis Bouchey: Buck Hastings
Edgar Stehli: giudice Benson
Simon Scott: Reeger
Karl Swenson: Stricker
Whit Bissell: Pierce
Charles Watts: Sid
John Alderson: Chaffee
Jerry Paris: Harold Miller
Russ Bender: negoziante
James Hyland: Hugo Mott
Charles Cane: Eddie
Edgar Dearing: Charlie
Harold Goodwin: Wilson
Helen Jay: Mrs. Millie Chaffee
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