Stazione luna
1989 nella spasmodica corsa allo spazio tra russi e americani, sulla Luna sono stabili due basi per nazione. Ma mentre i primi conducono in armonia i loro esperimenti, avendo inviato una coppia composta da uomo e donna, i secondi stanno incontrando difficoltà insormontabili. Loro hanno sulla Luna due uomini che ormai sono ai ferri corti dopo un anno di permanenza e il povero Hoffman è da tempo oggetto delle sfuriate del collega Schmidlap che non risponde più agli ordini impartiti da terra dal capo missione Harold Quonset. Questi deve approntare un ricambio in un paio di giorni al massimo e soprattutto mettere insieme una coppia formata da un astronomo e una esperta meteo. Siccome dovranno convivere sulla Luna per un anno, dovranno essere sposati o farlo nel breve tempo rimasto al lancio. Il candidato maschio, anche se non proprio idoneo alla missione visti i test appena sufficienti, è Peter Mattemore e in mancanza di meglio bisogna fare di necessità virtù. Per la femmina va a Peter la scelta tra un lotto di appena due candidate delle quali una è francamente da scartare per la bruttezza tale da compromettere una permanenza armoniosa per un anno in uno spazio angusto su di un satellite inospitale. Ecco che la scelta cade inevitabilmente su Eileen Forbes la quale tuttavia non vuol sentirne di sposarsi su due piedi con uno sconosciuto. Peter cerca allora di conquistarla nel pochissimo tempo rimasto e arriva al compromesso che sarà un matrimonio solo di facciata e che accetterà tutte le condizioni imposte dalla donna, ivi compreso il dormire in letti separati se non in stanze, se ci saranno sulla base, diverse. Per cui in fretta e furia sulla rampa di lancio, mentre con l'ascensore stanno salendo sul razzo, un prete li sposa letteralmente al volo e poco dopo il decollo sono già in orbita lunare e pronti ad azionare i retrorazzi di discesa. Il povero Hoffman è stato legato come un salame dal collega e gli mancano anche due denti davanti per i cazzotti presi ultimamente da Schmidlap, che come vede arrivare la bella Eileen, diventa incontenibile. A stento riescono a mettergli la tuta e a caricarlo sulla navicella pronto per far rientro a terra dove il collega non sa come reagirà di fronte alle prime ragazze che gli si faranno incontro. Peter ed Eileen possono così iniziare la loro missione e fare conoscenza nei giorni seguenti dei loro vicini russi, nonostante i rapporti tra i due paesi siano piuttosto gelidi sulla terra. A riscaldarli ci pensa la bella Anna Soblova che per prima fa visita agli americani mostrando subito a Peter quale sia il calore di una donna russa e accendendo subito di gelosia la collega americana che aveva relegato il maritino in un'altra stanza. E' pur sempre suo marito e Anna deve girarle al largo.
Una commedia leggera, come del resto è muoversi sulla Luna, che ha il suo forte nella verve di Jerry Lewis, ancorché non al suo meglio in quanto in un ruolo dove non è il solito pasticcione, attorno al quale ruotano convincenti comprimari e di contorno gli esterni reali degli Space Center americani.
Way... Way Out
Stati Uniti 1966
Regia: Gordon Douglas
Musiche Lalo Schifrin
con
Jerry Lewis: Peter Mattemore
Connie Stevens: Eileen Forbes
Robert Morley: Harold Quonset
Dennis Weaver: Hoffman
Howard Morris: Schmidlap
Brian Keith: Generale Hallenby
Dick Shawn: Igor Valkleinokov
Anita Ekberg: Anna Soblova
William O'Connell: Ponsonby
Bobo Lewis: Esther Davenport
Sig Ruman: Delegato russo
Milton Frome: Delegato americano
Alex D'Arcy: Deuce Hawkins
Linda Harrison: Peggy
James Brolin: Ted Robertson
Michael Jackson: Roger Carlyle
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