Il segno di Venere
L e cugine Agnese e Cesira vivono nella stessa casa romana con il padre della prima e la zia nubile che rimprovera alla seconda di non pensare sempre all'amore se no la rispedisce seduta stante a Milano da dove proviene. Cesira ha un lavoro da dattilografa mentre Agnese lo cerca pur contrastata da suo padre e dalla zia Tina che ritengono la ragazza pronta per il matrimonio e quindi destinata a stare a casa a badare alla famiglia con la ricca dote che suo padre le ha preparato. Tra le due ragazze c'è complicità nelle cose amorose senza che tuttavia Agnese si accorga di mettere in ombra la povera Cesira in quanto dotata di un fisico straordinario. Questo le attira tutte le attenzioni maschili comprese le volgarità e la cosa la infastidisce molto, mentre Cesira, poverina, dotata di un fisico non proprio attraente, sogna l'amore della sua vita illudendosi di trovarlo in ogni uomo che incontra. La dirimpettaia, Pina, una avvenente signora di mezza età che si diletta a fare le carte, le ha predetto che questo è il momento giusto per l'amore della vita in quanto sta attraversando il periodo chiamato "segno di Venere" che è quello in cui ogni uomo che incontra può essere quello giusto. E così per la povera Cesira inizia un turbolento periodo di incontri e frustrazioni amorose oltre ai soliti rimproveri degli zii. Dall'improbabile venditore di auto, Romolo Proietti, che le ruba ad altri per finire in prigione, dopo che la madre lo ha bastonato per benino in questura, allo spiantato Alessio Spano, poeta millantatore di rubriche radiofoniche che vive di espedienti truffando il prossimo, fino a quello che sembrava l'uomo giusto, l'allievo ufficiale dei Vigili del Fuoco Ignazio Bolognini, che finirà per innamorarsi della più bella e avvenente cugina. Cesira non può che farsene una ragione ed accettare la sorte che gli ha fatto regalare il velo nuziale, da tempo preparato e custodito per il fatidico giorno, ad Agnese pronta a convolare a nozze col bel pompiere. Alessio molto più grande di lei, ma che con i suoi modi gentili e garbati aveva saputo conquistarla, le strappa il cuore finendo tra le braccia della più coeva chiromante che oltre all'amore può offrirgli un tetto avendo quasi del tutto pagato il mutuo dell'appartamento. La vediamo andare al lavoro, prima della fatidica parola FINE, come un giorno qualsiasi ma senza affanni e rassegnata, ormai conscia del suo essere, mentre guarda dal finestrino dell'autobus la strada che la allontana da casa e ripercorre con la mente quegli ultimi intensi giorni vissuti con grandi aspettative e speranze.
Un cast stratosferico a far da cornice alla vera e grande protagonista Franca Valeri, capace di dar vita ad una donna forbita, dalle buone maniere e piena di speranze nel fiore degli anni di trovare quell'uomo agognato che non esiste. Grandi interpreti con momenti di puro divertimento specie nei quadretti nei quali appare Alberto Sordi, ladro, ballerino e con l'apice della scena in questura quando l'anziana madre lo raggiunge e lo picchia davanti a tutti. Non di meno la bravura di Vittorio De Sica, la simpatia di Peppino De Filippo, l'esuberanza di Raf Vallone e ovviamente la straordinaria e debordante bellezza della Sofia nazionale. Vanto e orgoglio italiano.
Il segno di Venere
Italia 1955
Regia: Dino Risi
Musiche Renzo Rossellini
con
Sophia Loren: Agnese Tirabassi
Franca Valeri: Cesira Colombo
Raf Vallone: Ignazio Bolognini
Virgilio Riento: padre di Agnese
Tina Pica: zia Tina
Vittorio De Sica: Alessio Spano
Alberto Sordi: Romolo Proietti
Peppino De Filippo: Mario
Lina Gennari: Pina, la chiromante
Maurizio Arena: Maurice
Eloisa Cianni: Daisy
Leopoldo Trieste: il pittore
Franco Fantasia: il dottore
Marcella Rovena: Elvira, la proprietaria della pensione
Mario Meniconi: il vigile urbano
Furio Meniconi: il proprietario della trattoria
Anita Durante: la madre di Romolo
Giuseppe Chinnici: il commissario
Luigi De Filippo: un ragazzo alla festa
tanti auguri Franca cara
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