Il mio corpo per un poker
R icercata col nome di "Belle Starr" per l'uccisione di uno sceriffo e varie razzie a mandrie di cavalli, Myra Belle Shelley, figlia di un alto ufficiale confederato è diventata una ribelle quando suo padre ha tentato di imporle un matrimonio di convenienza con un vecchio politico. Da allora ha iniziato ad odiarlo e con la fida serva indiana, Jessica, da lei salvata dalle grinfie del suo malvagio genitore, si era data alla macchia incontrando un abile cow boy col quale aveva iniziato la sua vita avventurosa. Lui, Cole Harvey, le aveva insegnato ad usare la colt e le aveva dato il nuovo nome di Belle Starr che adesso campeggiava su tutti i manifesti con una taglia di ben 15 mila dollari. Con lui e una banda raccogliticcia e sempre rinnovata, aveva dato vita a ruberie di piccole mandrie a grandi allevatori della zona, giusto per tirare a campare e poi quando Cole aveva improvvisamente tentato di violentarla, la sua fida Jessica gli aveva piantato un coltello nella schiena pareggiando i conti con la sua amica e padrona. Aveva pertanto iniziato una proficua carriera, cambiando mestiere, di giocatrice di poker, mettendo insieme una discreta fortuna fin quando incrocia la sua strada l'abile Larry Blackie col quale inizia ad avere un burrascoso rapporto sentimentale ancorché violento e frammentato. Ognuno cerca l'altro quando ne ha voglia restando liberi di vivere le proprie vite che sembrano però inesorabilmente convergere, quando sia lei, con una banda di pochi uomini, che lui con la sua, decidono di dare l'assalto al trasporto valori di una ricca compagnia che è solita affidarlo alla Pinkerton. In tanti han cercato di assaltare il convoglio lungo il suo percorso e in tanti sono finiti sotto terra uccisi dalla micidiale scorta di esperti tiratori. Belle escogita quindi un piano che prevede la rapina quando ancora i gioielli, in questo caso un sacchetto di diamanti, sono ancora in cassaforte in città in procinto di partire all'alba. Il furto riesce ma tra membri della banda scatta un parapiglia quando alcuni tentano di prendersi tutto il bottino. Belle e Blakie riescono a cavarsela ma lui cade in mano degli agenti che iniziano a picchiarlo pesantemente. Belle riesce a trarlo in salvo e minacciando il capo degli agenti riesce a fuggire lasciando però i brillanti che avevano rubato. Sono di nuovo in pista ognun per sé e con la speranza un giorno di ritrovarsi magari di fronte ad un tavolo di poker come quello che li aveva visti conoscersi.
Diretto a due, anzi quattro mani, da Piero Cristofani e Lina Wertmüller, che si firma uomo con il nick emblematico di Nathan Wich, vede protagonista la sensuale e insolita Elsa Martinelli, in un ruolo dove dimostra tutta la sua versatilità e bravura nel dar vita ad una donna, travagliata dalla violenza degli uomini che ha incontrato nella vita, compreso suo padre, e che riesce a togliersi le sue grandi soddisfazioni proprio in quel mondo dei fumosi saloon e delle colt da sempre prerogativa maschile.
Il mio corpo per un poker
Italia 1968
Regia: Piero Cristofani e Lina Wertmüller
Musiche Charles Dumont
con
Elsa Martinelli: Myra Belle Shelley, "Belle Starr"
Robert Woods: Cole Harvey
Luigi Montefiori: Larry Blackie (accreditato George Eastman)
Francesca Righini: Jessica
Bruno Piergentili: Pedro (accreditato Dan Harrison)
Vladimir Medar: Jonathan Shelley
Eugene Walter: Benjamin Chesterton, "Dita di velluto"
Bruno Corazzari: Agente capo della Pinkerton
Remo De Angelis: Butch
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