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Volo su Marte
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Marte è la meta ambita del primo volo sperimentale. Un equipaggio di cinque persone al comando del dottor Jim Barker è pronto a partire. Tra loro anche il famoso giornalista Steve Abbott che racconterà da par suo la straordinaria avventura. La partenza avviene come previsto e i contatti radio funzionano bene fin dopo aver oltrepassato la Luna per poi cessare, raggiunta una maggior lontananza. Per informare sulla missione l'equipaggio lancia come previsto dei cilindri muniti di razzo che faranno rientro sulla Terra con le informazioni fin lì raccolte. Il viaggio procede nel migliore dei modi fin quando nei pressi del Pianeta Rosso uno sciame meteorico danneggia un componente dei retrorazzi necessario per planare sul pianeta. Si tenta una manovra di emergenza in un punto del suolo marziano che può consentirla, ma l'astronave finisce per incastrarsi irrimediabilmente ai piedi di una parete rocciosa che frana parzialmente sul velivolo sommergendolo quasi completamente di terriccio e neve. I nostri notano degli strani camini che si stagliano nei pressi e non sembrano opera naturale. Infatti indossate le tute si accorgono che sono troppo perfetti nei dettagli e senza il tempo di formulare ipotesi si vedono apparire degli umani come loro con addosso delle tute. Li accolgono parlando perfettamente la loro lingua e li introducono nel loro mondo sotterraneo e tecnologicamente avanzato. Non hanno ancora sviluppato efficaci tecniche di volo e quei terrestri potranno essere utili per ricostruire il mezzo che gli servirà per far rientro sulla Terra. Da tempo loro intercettano le comunicazioni terrestri e hanno imparato la loro lingua, ecco perché possono interloquire con i neo arrivati. A capo del loro sistema governativo c'è l'austero Ikron che presta i suoi scienziati per la costruzione di un nuovo velivolo. In realtà egli vuol carpire tale tecnologia per invadere la Terra e successivamente altri pianeti che dovessero essere necessari alla loro sopravvivenza. Su Marte la vita nelle viscere del pianeta è garantita dal Corio una sostanza dalla quale estrarre idrogeno e ossigeno che sta inesorabilmente terminando, costringendoli a lasciare il pianeta per sopravvivere. Ma mentre Tillamar, un altro saggio del governo, vorrebbe un clima di cooperazione con i nuovi arrivati, Ikron con la maggioranza vuol seguire la via della conquista e una volta terminata l'astronave, farà arrestare i terrestri e darà il via alla produzione in massa di velivoli da affidare all'esercito per l'inizio della loro espansione planetaria. La valente scienziata Alita, una stupenda bellezza marziana, è assegnata al progetto e si è relazionata con il dottor Jim Barker col quale riesce a mettere a punto la nave. Scoperto poi il piano di Ikron, fingono di avere ancora del tempo per la sua realizzazione finale, e studiano il momento opportuno per squagliarsela. Con loro verrà Alita e il saggio Tillerman che dalla Terra farà appello ai suoi compatrioti circa le intenzioni bellicose di Ikron, facendolo destituire,per poi relazionarsi pacificamente con i terrestri e quanti altri nell'universo disposti ad aiutarli e ospitarli. Così eludendo le guardie che stavano per fermarli, i nostri riescono a salire a bordo e dopo essersi chiusi i portelloni alle spalle azionare i propulsori per scattare nello spazio, salvi e felici, verso casa. Facendo seguito a RX-M Destinazione Luna dell'anno prima, è in pratica il secondo cimento sugli schermi in tema viaggi spaziali, segno che la società era pronta a quello che stava per materializzarsi sul serio negli anni a venire. La semplicità al limite dell'ingenuità in quelle brandine militari dove l'equipaggio ha almeno la decenza di legarsi con le cinture di sicurezza durante il decollo, non inficia la godibilità del prodotto forte anche di una durata che supera di poco l'ora.
Flight to Mars Stati Uniti d'America 1951
Regia: Lesley Selander Musiche Marlin Skiles con Cameron Mitchell: Steve Abbott Arthur Franz: dottor Jim Barker Marguerite Chapman: Alita John Litel: dottor Lane Virginia Huston: Carol Stafford Richard Gaines: professor Jackson Morris Ankrum: Ikron Lucille Barkley: Terris Robert H. Barrat: Tillamar Trevor Bardette: Alzar David Bond: Ramay William Forrest: generale Archer Everett Glass: Montar Wilbur Back: membro del consiglio William Bailey: membro del consiglio Stanley Blystone: membro del consiglio Raymond Bond: secondo astronomo
Voglio fare un appello con questo film a chi lavora nel cinema affinché a distanza di 40 anni si torni a produrre un genere che tante soddisfazioni ha dato al settore in termini di incassi e lavoro. Certo il filone ha rappresentato anche un concentrato di luoghi comuni finendo spesso in sciocchezze e corbellerie col solo scopo di far cassa etichettandosi col tempo solo come fenomeno violento e di consumo. Perchè non c'era la TV e il cinema era il solo luogo di svago e bisognava riempire le sale con prodotti ripetitivi in quantità e a scapito della qualità. Ma pur sempre creando un mestiere associato ad esso fatto di buoni caratteristi, registi, comparse e maestranze specializzate in carpenteria, falegnameria e vari e sempre senza l'utilizzo di una sola lira del denaro pubblico. Ecco perché vorrei che firmaste nei commenti questo appello affinché torni in auge un genere, magari anche con altri, che un tempo caratterizzarono il nostro Cinema nazionale. Ci vorrebbe in ver...
Trama: I ragionieri Antonio Guardalavecchia (Totò) e Giuseppe Colabona (Peppino De Filippo) sono impiegati presso la filiale di Napoli della ditta Pasquetti, una società di trasporti. Il loro capoufficio è Cesare Santoro, superiore molto severo che non tollera l'atteggiamento poco professionale dei due impiegati. Al culmine dell'ennesimo rimprovero riservato a Colabona e Guardalavecchia davanti a un impiegato neoassunto, il catanese Donato Cavallo, Santoro li minaccia di trasferirli in Sardegna. L'improvvisa morte del capoufficio dà inizio a una spietata "guerra per la successione" tra Colabona e Guardalavecchia, lotta i cui segnali si manifestano già al funerale di Santoro. Parodìa stupenda dell'avidità e dell'ambizione delle persone che pur di raggiungere anche miserrimi obiettivi son pronti a tutto. Trasferito in ambito politico nella nostra povera Italia, Guardalavecchia, Colabona e Santoro vi ricordano qualcuno? Ribadisco, il "Pri...
Devo dire che il cinema mi ha spesso fatto conoscere musiche che non avrei mai immaginato di ascoltare e questo bellissimo film del quale abbiamo già parlato in questo post serve più che altro a farvi conoscere uno dei più grandi baritoni di tutti i tempi: Tito Gobbi . Considerato da molti inarrivabile per il timbro di voce, in questo film presta la voce "canora", perchè il parlato è di Giulio Panicali uno dei tre più grandi doppiatori della storia del cinema nazionale, a Dennis King , Frà Diavolo alias il Marchese di San Marco . Nel clip mancano i 2 interpreti principali, Stanlio e Ollio , ma lo scopo era quello di far ascoltare questa bellissima aria che potrete divertirvi a cantare dal momento che inserisco le parole e credo tantissimi nel web approfitteranno con i motori di ricerca a reperirle qui e tuttavia possiamo notare alcune delle spalle abituali del duo comico come James Finlayson e la bella Thelma Todd . Per i crediti potete andare al post originale: Frà ...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
Se c'è un attore che sempre mi ha convinto nelle sue interpretazioni questo è Andy Garcia, e nel limite del possibile ho sempre cercato di vedere i suoi film. In The Lost City, egli non è solo l'attore protagonista, ma anche il regista, produttore esecutivo e autore delle musiche. E aggiungiamoci pure che come il protagonista del film anch'egli è un esule cubano. Il film narra la storia di Fico (A. Garcia) proprietario di un locale notturno "El Tropico" di L'Avana durante la dittatura di Battista e all'alba della rivoluzione Castrista. Nella sua famiglia il padre, docente universitario, è per un opposizione parlamentare al regime di Battista, mentre suo fratello Ricardo si unisce al movimento, extraparlamentare, comunista di Fidel Castro e l'altro fratello, Luis, al movimento democratico (sempre extraparlamentare). Man mano che il regime Castrista raggiunge il potere ed il controllo della vita cubana, le attività del locale di Fico sono ridotte, prima...
Severine è candida, Severine è diafana, Severine è ialina, Severine è pura, Severine è perversa, Severine è la Bella di Giorno Severine è Luis Bunuel e la sua proiezione erotica, dissacratoria di una società borghese e perbenista, ne incarna le sue allucinazioni surrealiste fatte di sogno e realtà sempre in bilico tra di esse. A volte ironiche, altre violente, ma sempre eleganti nel conflitto che pongono allo spettatore su cosa sia normale o anormale, giusto o sbagliato. Nel 1967 la società era all'inizio di quei moti che l'avrebbero sconquassata dalle basi bigotte e borghesi e il film fu molto duro da digerire e solo un genio come Bunuel poteva portare sullo schermo un tema così scioccante e se vogliamo amorale, schiaffeggiando il perbenismo dell'epoca con una … carezza chiamata Catherine Deneuve . Lei era la giusta incarnazione per il suo progetto, una donna giovane, borghese che mai al mondo uno avrebbe immaginato di proporle una parte simile. E qui come in seguito,...
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