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Monster Hunter
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Natalie Artemis, capitano dei Rangers, è alla ricerca con due mezzi e uomini di una squadra dispersa nel deserto, quando una improvvisa e spaventosa tempesta si abbatte su di loro scaraventandoli in un mondo apparentemente uguale ma che si rivela subito dopo essere popolato da terrificanti mostri. La squadra dispersa è rinvenuta tra i rottami dei loro mezzi e praticamente carbonizzati da un calore più forte del napalm stesso. La sabbia tutt'intorno a loro è vetrificata, segno anche questo di un immane temperatura che non sanno ancora sia sprigionata da un gigantesco drago alato, perché al momento debbono guardarsi da un mostro gigante affiorato dalla sabbia che non sembra vulnerabile al fuoco di armi né tantomeno a razzi. Della mezza dozzina di uomini partiti in missione un paio vengono uccisi dal mostro mentre il capitano e altri trovano momentaneo rifugio in una cavità tra le rocce che sarà la tomba dei suoi uomini, in quanto abitata da terrificanti creature simili ai ragni. Si chiamano Nerscyllas, come suggerisce lo strano cacciatore che entra in contatto con Natalie, unica sopravvissuta del gruppo. Costui vive in una grotta protetta e cerca di spiegare a gesti e sue parole incomprensibili cosa stia accadendo e che il mostro della sabbia si chiama Diablos e per raggiungere i suoi vecchi compagni e lei il suo reparto, debbono ucciderlo altrimenti non riusciranno ad attraversare quel tratto di deserto. Per farlo il cacciatore preleva una vescica di veleno da uno dei ragni, catturandolo dopo aver usato la riluttante Natalie come esca. Con quel veleno contano di tramortire il mostro tanto da poter ucciderlo senza rischi. Ma Diablos è duro e debbono lottare più del previsto per averne ragione in uno scontro epico. Dopo di che possono raggiungere i compagni del cacciatore e la loro singolare nave a vela che solca le dune del deserto. Il loro capo conosce la lingua di Natalie perché altri sono piovuti nel suo mondo e ne ha appreso la lingua e questo è dovuto ad una torre di energia nel loro mondo che a volte crea degli instabili passaggi temporali che risucchiano cose o creature da altri mondi. Lui vuole mantenere il suo mondo distinto dagli altri e prega Natalie, se riuscirà a tornare nel suo, di aiutarlo a mantenere inalterate le loro realtà. Per farlo debbono avvicinarsi alla torre di energia e uccidere il drago che ne è custode, ingaggiando con la bestia una battaglia incredibile. E' vulnerabile solo nel breve attimo in cui si appresta a sputare il fuoco e i nostri, nonostante ripetuti attacchi coordinati, non sono ancora riusciti ad averne la meglio, finché un portale si apre e Natalie viene risucchiata nel suo mondo. Qui, rinvenuta e soccorsa dai militari che erano sparpagliati nell'area alla loro ricerca, viene recuperata e in barella caricata su un convertiplano che subito dopo il decollo viene attaccato dal drago apparso all'improvviso. Natalie riesce a liberarsi dalle lamiere per scorgere l'animale fare a pezzi tutti i mezzi corazzati presenti e distruggere anche un aereo radar che sorvolava la zona. Si lancia su di lui come una furia, accorgendosi che anche i suoi compagni dell'altro mondo sono stati risucchiati nel suo per dare battaglia nel finale fiammeggiante di questo primo e forse unico capitolo tratto da un popolare videogioco. Con una struttura narrativa raccogliticcia e riconducibile ad altre storielle del genere è tuttavia un film accettabile come puro e semplice intrattenimento che poi è lo scopo di chi produce simili lavori. Milla Jovovich nonostante le tre maternità e l'aver passato la quarantina, se la cava ancora egregiamente per la gioia del marito che l'ha diretta.
Monster Hunter Stati Uniti d'America, Cina, Germania, Giappone 2020
Regia: Paul W. S. Anderson Musiche Paul Haslinger con Milla Jovovich: capitano Natalie Artemis Tony Jaa: il cacciatore Ron Perlman: l'ammiraglio T.I.: Lincoln Diego Boneta: Marshall Meagan Good: Dash Josh Helman: Steeler Jin Au-Yeung: Axe Hirona Yamazaki: Handler Jannik Schümann: Aiden Nanda Costa: Lea Nic Rasenti: capitano Roark Aaron Beelner: Palico
Voglio fare un appello con questo film a chi lavora nel cinema affinché a distanza di 40 anni si torni a produrre un genere che tante soddisfazioni ha dato al settore in termini di incassi e lavoro. Certo il filone ha rappresentato anche un concentrato di luoghi comuni finendo spesso in sciocchezze e corbellerie col solo scopo di far cassa etichettandosi col tempo solo come fenomeno violento e di consumo. Perchè non c'era la TV e il cinema era il solo luogo di svago e bisognava riempire le sale con prodotti ripetitivi in quantità e a scapito della qualità. Ma pur sempre creando un mestiere associato ad esso fatto di buoni caratteristi, registi, comparse e maestranze specializzate in carpenteria, falegnameria e vari e sempre senza l'utilizzo di una sola lira del denaro pubblico. Ecco perché vorrei che firmaste nei commenti questo appello affinché torni in auge un genere, magari anche con altri, che un tempo caratterizzarono il nostro Cinema nazionale. Ci vorrebbe in ver...
Trama: I ragionieri Antonio Guardalavecchia (Totò) e Giuseppe Colabona (Peppino De Filippo) sono impiegati presso la filiale di Napoli della ditta Pasquetti, una società di trasporti. Il loro capoufficio è Cesare Santoro, superiore molto severo che non tollera l'atteggiamento poco professionale dei due impiegati. Al culmine dell'ennesimo rimprovero riservato a Colabona e Guardalavecchia davanti a un impiegato neoassunto, il catanese Donato Cavallo, Santoro li minaccia di trasferirli in Sardegna. L'improvvisa morte del capoufficio dà inizio a una spietata "guerra per la successione" tra Colabona e Guardalavecchia, lotta i cui segnali si manifestano già al funerale di Santoro. Parodìa stupenda dell'avidità e dell'ambizione delle persone che pur di raggiungere anche miserrimi obiettivi son pronti a tutto. Trasferito in ambito politico nella nostra povera Italia, Guardalavecchia, Colabona e Santoro vi ricordano qualcuno? Ribadisco, il "Pri...
Devo dire che il cinema mi ha spesso fatto conoscere musiche che non avrei mai immaginato di ascoltare e questo bellissimo film del quale abbiamo già parlato in questo post serve più che altro a farvi conoscere uno dei più grandi baritoni di tutti i tempi: Tito Gobbi . Considerato da molti inarrivabile per il timbro di voce, in questo film presta la voce "canora", perchè il parlato è di Giulio Panicali uno dei tre più grandi doppiatori della storia del cinema nazionale, a Dennis King , Frà Diavolo alias il Marchese di San Marco . Nel clip mancano i 2 interpreti principali, Stanlio e Ollio , ma lo scopo era quello di far ascoltare questa bellissima aria che potrete divertirvi a cantare dal momento che inserisco le parole e credo tantissimi nel web approfitteranno con i motori di ricerca a reperirle qui e tuttavia possiamo notare alcune delle spalle abituali del duo comico come James Finlayson e la bella Thelma Todd . Per i crediti potete andare al post originale: Frà ...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
Se c'è un attore che sempre mi ha convinto nelle sue interpretazioni questo è Andy Garcia, e nel limite del possibile ho sempre cercato di vedere i suoi film. In The Lost City, egli non è solo l'attore protagonista, ma anche il regista, produttore esecutivo e autore delle musiche. E aggiungiamoci pure che come il protagonista del film anch'egli è un esule cubano. Il film narra la storia di Fico (A. Garcia) proprietario di un locale notturno "El Tropico" di L'Avana durante la dittatura di Battista e all'alba della rivoluzione Castrista. Nella sua famiglia il padre, docente universitario, è per un opposizione parlamentare al regime di Battista, mentre suo fratello Ricardo si unisce al movimento, extraparlamentare, comunista di Fidel Castro e l'altro fratello, Luis, al movimento democratico (sempre extraparlamentare). Man mano che il regime Castrista raggiunge il potere ed il controllo della vita cubana, le attività del locale di Fico sono ridotte, prima...
Severine è candida, Severine è diafana, Severine è ialina, Severine è pura, Severine è perversa, Severine è la Bella di Giorno Severine è Luis Bunuel e la sua proiezione erotica, dissacratoria di una società borghese e perbenista, ne incarna le sue allucinazioni surrealiste fatte di sogno e realtà sempre in bilico tra di esse. A volte ironiche, altre violente, ma sempre eleganti nel conflitto che pongono allo spettatore su cosa sia normale o anormale, giusto o sbagliato. Nel 1967 la società era all'inizio di quei moti che l'avrebbero sconquassata dalle basi bigotte e borghesi e il film fu molto duro da digerire e solo un genio come Bunuel poteva portare sullo schermo un tema così scioccante e se vogliamo amorale, schiaffeggiando il perbenismo dell'epoca con una … carezza chiamata Catherine Deneuve . Lei era la giusta incarnazione per il suo progetto, una donna giovane, borghese che mai al mondo uno avrebbe immaginato di proporle una parte simile. E qui come in seguito,...
è perfettamente possibile che al di là della nostra percezione sensoriale esistano nuovi mondi nascosti di cui siamo all'oscuro
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