Il ratto delle Sabine
A ristide Tromboni e la sua scalcinata compagnia teatrale fanno scalo in uno sperduto paesino nella speranza di trovare un ingaggio per rappresentare il loro Giulietta e Romeo e poter finalmente mettere qualcosa nello stomaco. Nella compagnia serpeggia il malcontento ma mancano le forze per prendere ognuno la sua strada. L'unico che resiste è il capo comico Tromboni che trovato un teatro disponibile ad accoglierli, non trova un finanziatore in quanto nel paese non c'è pubblico disposto a pagare per uno spettacolo teatrale, nemmeno tra i pochi facoltosi, ragion per cui il teatro è in condizioni simili alla compagnia che vi si è al momento installata armi e bagagli. La speranza è l'ultima a morire e raccolte le ultime forze, si attaccano i manifesti sui muri del paese e si cerca di avvertire la popolazione anche porta a porta, magari nella speranza di raccattare un tozzo di pane. La fortuna arride al Tromboni, quando bussa alla porta del maestro Ernesto Molmenti. Costui ha appena terminato di scrivere un dramma ispirato al fatto storico del "Ratto delle Sabine" e ne va orgoglioso al pari della sua domestica Rosina, che ne ha già imparato a memoria dei passi. Quando accoglie il Tromboni e intuisce che costui può rappresentare il suo lavoro a teatro, accetta volentieri di finanziarlo per l'allestimento, oltre a sfamare la sua compagnia che è allo stremo. Però non deve apparire il suo nome sui manifesti in quanto succube di una moglie arcigna che è al momento in vacanza al mare con la figlia. Il Tromboni vorrebbe apportare delle modifiche al copione ma trovando resistenza nell'autore, soprassiede finché la sera del debutto, causa abbandono di due attori in ruoli chiave, arruola di forza sia il maestro che la sua domestica Rosina. Costei sembra accendere l'interesse del pubblico con una divertente prestazione estemporanea al pari dell'istrionico Tromboni e dell'inaspettato maestro Molmenti, addirittura nel ruolo di Romolo. Ma quando irrompe a teatro l'arcigna moglie, improvvisamente rientrata dalla vacanza, il Molmenti, succube di quella donna, al punto da balbettare se la stessa lo guarda dritto negli occhi, va in panico totale causando la pesante reazione del pubblico che inizia a tirare sul palco ogni sorta di ortaggio, per quello che diventa un fiasco clamoroso. Mestamente l’indomani brucia il copione, nonostante le suppliche di Rosina a non farlo, e rientra supino nel rango di succube marito, mentre il Tromboni altrettanto abbacchiato lascia il paese verso nuovi traguardi artistici.
Esistono due versioni del film, dopo che la prima del '45 è andata distrutta, ne venne diretta un'altra nel '50. Totò ne è interprete al solito divertente, ancorché divida il ruolo da protagonista con un ottimo Carlo Campanini e la sorprendente Clelia Matania dalle grandi doti artistiche. Si vede per la prima volta in una particina anche Mario Castellani al suo esordio con Totò del quale diverrà spalla nei grandi successi a venire. C'è spazio anche per doppiatori del calibro di Aldo Silvani, Mario Pisu e del giovane Giuseppe Rinaldi qui in vesti di ottimi comprimari.
Il Ratto delle Sabine
(Il professor Trombone)
Italia 1945
Regia: Mario Bonnard
Musiche Cesare A. Bixio, Giulio Bonnard
con
Totò: il cavalier Aristide Tromboni
Carlo Campanini: il maestro Ernesto Molmenti
Clelia Matania: Rosina, la domestica
Laura Gore: Paolina
Olga Solbelli: Matilde
Luisa Alliani: Ermenegilda Tromboni
Mario Pisu: Dott. Alberto Randoni
Claudio Ermelli: Germani
Giuseppe Rinaldi: Emilio
Aldo Silvani: Tancredi
Lia Corelli: Mariannina
Mario Castellani: il proprietario del teatro
Fosca Spadaro: la figlia di Tancredi
Giuseppe Spadaro: Turiddu, il macchinista
Aristide Garbini: Bartolomeo
Ciro Berardi: il brigadiere dei Carabinieri
Italo Pirani: il direttore della scuola
Erminio Spalla: Giovanni, il carrettiere
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