Peccato che sia una canaglia
P aolo Silvestrelli è un tassista romano che ha subito un tentato furto della sua auto di lavoro, quando ha accettato di accompagnare tre giovani al mare sul litorale romano. Distratto dall'avvenenza della ragazza mentre faceva il bagno, era stato salvato dall'antifurto che aveva sul taxi, per cui messi in fuga i due ragazzi costringe la ragazza a seguirlo al commissariato per sporgere denuncia. Lei, Lina Stroppiani, è di bellezza e astuzia pari a uno spiccato senso pratico, in grado di farla districare dalle situazioni più complicate, tanto che riesce a svignarsela nel traffico cittadino lasciando il poveretto alle prese coi vigili urbani. Del resto lei è figlia di cotanto padre, il "Professore" Stroppiani, sedicente tale ma in realtà abile ladro e fine truffatore. Paolo nei giorni seguenti, sempre alla ricerca di quei ragazzotti che gli debbono rifondere il danno dell'effrazione tentata, si imbatte nuovamente in Lina ma anche stavolta la ragazza riesce a turlupinarlo con una parlantina fuori del comune oltre all'innata forza seduttrice che emana il suo fisico straordinario. Gli fa addirittura conoscere il padre, portandolo a casa sua, e sembra averlo ammansito e placato con quella figura paterna così fine, erudita e dai modi per bene. Non ci metterà molto però a scoprire che in realtà quell'uomo è il degno padre di cotanta figlia. Aveva iniziato a frequentare Lina lasciandosi alle spalle il turbolento primo incontro e tutto sembrava filare liscio, tanto più che la ragazza gli aveva regalato anche un porta sigarette similoro, per poi scoprire che lo aveva rubato niente meno che al suo principale col quale Paolo aveva fatto una pessima figura. Ma l'amore non è bello se non è litigarello, per cui tra ripetuti scontri verbali e situazioni grottesche di ulteriori tentati furti e denunce cadute nel vuoto dei commissariati, le malefatte della premiata impresa padre e figlia, finiranno con quest'ultima presa a ceffoni sonori per strada, e su sua specifica richiesta, dal suo futuro marito Paolo che può anche finalmente baciarla con passione e trasporto fregandosene di aver bloccato il traffico cittadino e della moltitudine di persone che si ferma divertita ad assistere a tale performance amorosa di una delle più belle coppie del cinema italiano.
La stupenda Sophia Loren e Marcello Mastroianni diretti dal maestro Alessandro Blasetti e sostenuti dalla verve comico aristocratica di Vittorio De Sica per una delle più belle commedie del nostro cinema. Sophia primeggia in bellezza straripante e pari capacità recitativa, doti in lei del tutto naturali, mentre il povero Mastroianni è in bambola per tutto il film, soggiogato da quella favola di donna scaltra che col padre si esalta ancor più dando vita ad una delle coppie più truffaldine e divertenti viste sul grande schermo.
Peccato che sia una canaglia
Italia 1954
Regia: Alessandro Blasetti
Musiche Alessandro Cicognini
con
Marcello Mastroianni: Paolo Silvestrelli
Sophia Loren: Lina Stroppiani
Vittorio De Sica: il "Professore" Stroppiani
Marcella Melnati: la nonna di Lina, madre del "Professore"
Michael Simone: Toto
Giorgio Sanna: Peppino
Umberto Melnati: uomo derubato sull'autobus
Margherita Bagni: Elsa, sua moglie
Wanda Benedetti: Valeria, una borseggiata
Mario Scaccia: suo marito
Walter Bartoletti: Brunetto
Mario Passante: il commissario
Memmo Carotenuto: Cesare, un tassista
Giacomo Furia: Luigi, un tassista
Lina Furia: sua moglie
Vittorio Braschi: ricettatore
Manlio Busoni: il giornalista
Giulio Calì: la guardia notturna
John Stacy: il turista inglese
Maria Brittnewa: sua moglie
Giulio Paradisi: cameriere del bar
Amalia Pellegrini: la vecchietta alla stazione Termini
Mauro Sacripanti: Peppino
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