Gli attendenti
U na palazzina nei pressi dell'EUR è interamente abitata da ufficiali dell'esercito con le rispettive famiglie. A capo del condominio c'è il Colonnello in pensione Filippo Bitossi che vi abita con la figlia attempata Valeria. C'è poi il Maggiore Penna, celibe al pari del Tenente Martucci, ma a differenza del secondo avanti con gli anni e piuttosto misogino, al contrario del giovane collega che ama invece frequentare il gentil sesso. C'è poi l'anziano Colonnello Terenzi che vive con la moglie e il figlioletto, per finire con il Tenente Valentini da poco sposato. Nel palazzo c'è un via vai di giovani attendenti al servizio degli ufficiali i quali creano non pochi grattacapi al povero portiere Antonio, la cui formosa moglie è sempre presa di mira dai baldi giovani che arrivano, al culmine degli scherzi, a scrivere sui muri che Antonio è addirittura cornuto, facendolo disperare e rendere la vita di sua moglie una continua e sospettosa inquisizione. Ai congedati si sostituiscono nuovi attendenti e al Colonnello Terenzi viene assegnato il mite Remigio De Acutis che a causa di un problema alla vista era stato sempre riformato, per poi guaritosi essere richiamato al servizio di leva. E' avanti con gli anni e anche poco propenso all'uso delle armi essendo un convinto pacifista, per cui fare l'attendente sembra per lui la soluzione migliore e poi essendo nella vita professore universitario, si rivela assai utile per far studiare con miglior profitto il figlio del colonnello. Naturalmente quel suo fare pacifista urta non poco il Bitossi, l’amministratore condominiale, ex militare con alle spalle svariate campagne di guerra che lo considera un buono a nulla fino a ricredersi quando scopre che è un professore e che ha messo gli occhi su sua figlia che lo ama immensamente dopo aver seriamente rischiato di rimaner zitella per il resto della sua vita. L'attendente Antonio invece è un ballerino di varietà nella vita civile e lega con la collega Lauretta, trovando nel Tenente Martucci che sta servendo, un imprevisto rivale che tuttavia, da gentiluomo, saprà farsi da parte per agevolare l'unione dei due ragazzi. Dal Tenente Valentini è finito con una raccomandazione niente meno che il suo cognato di latte, essendo fratello di latte appunto, della sua giovane moglie e godendo pertanto di ampia libertà di movimenti con libere uscite garantite a sufficienza. Un altro attendente che si era sposato il giorno prima della leva riesce addirittura a fare assumere sua moglie come cameriera dai Bitossi nello stesso palazzo e sebbene mantenendo l'incognito circa il loro stato civile, possono vedersi ogni giorno anche se impossibilitati nei tentativi di effusioni amorose, avendo pochissimi attimi di intimità. Resta il Maggiore Penna, uomo tutto di un pezzo e avverso al gentil sesso che si ritrova come attendete il giovane Osvaldo continuamente accudito da sua madre al punto da infastidire con visite inopportune il povero maggiore che non sa più che pesci prendere. La tenacia della donna, rimasta vedova e sola con Osvaldo, saprà farsi breccia nel cuore dell'uomo grazie alle indubbie capacità femminili di miglior gestione di una casa, compresa cucina e rammendi alle divise. Con grande gioia potranno annunciare la loro scelta di vita al raggiante Osvaldo autorizzato dal maggiore da subito a chiamarlo papà.
Divertente commedia con un bel cast e una trama piacevole e scorrevole al punto che da non accorgersi di una discreta durata della pellicola: quasi due ore.
Gli attendenti
Italia 1961
Regia: Giorgio Bianchi
Musiche Armando Trovajoli
con
Vittorio De Sica: Colonnello Filippo Bitossi
Didi Perego: Valeria Bitossi, sua figlia
Renato Rascel: attendente Remigio De Acutis
Dorian Gray: Lauretta
Stelvio Rosi: attendente Antonio
Gino Cervi: Maggiore Penna
Franco Giacobini: Tenente Valentini
Paolo Fratini: attendente Osvaldo Donati
Andreina Pagnani: la madre di Osvaldo
Luigi Pavese: Colonnello Terenzi
Irene Aloisi: sua moglie
Vicky Ludovici: Nunziatina
Vittorio Congia: Domenico Damiani
Lelio Luttazzi: Tenente Martucci
Ciccio Barbi: Il portiere Antonio
Marcello Paolini: Santo
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