Neolaureato in medicina, il giovane ambizioso
Guido Tersilli si fa largo nel mondo dei medici della mutua, spinto da sua madre
Teresa che ha investito soldi e riversato tutti i suoi sogni sul figlio. E' lei che si prodiga a spargere in giro la voce che quel giovane dottore è molto gentile e preparato al contrario di tanti suoi colleghi che pensano solo a sfruttare i mutuati trattati spesso come numeri. Così dopo un breve tirocinio in una clinica privata, il Tersilli apre uno studio medico in un quartiere dove, dopo attento esame, sembra non esserci una gran presenza di medici e da lì pian piano inzia la sua scalata. A contribuire in modo deciso alla medesima è l'aiuto della attempata
Amelia Bui, vedova di un famoso medico al quale prendere i mutuati dopo la sua dipartita. Abilmente sedotta, la donna tra un'iniezione al marito morente e una pomiciata sul divano aveva fatto in modo di far subentrare il Tersilli alla morte del marito. Questo lo aveva costretto all'inizio a dividersi tra il suo ambulatorio di periferia e il più grande cittadino dell'illustre collega defunto. Ma gli era anche costato l'amore della sua fidanzata infuriata della sua relazione con una più anziana, ma sempre tirando dritto verso quella carriera che la madre con pervicacia continua a martellargli in testa, fregandosene di fidanzate giovani deluse o di vecchie carampane da soddisfare sentimentalmente. L'importante è che suo figlio diventi un big della medicina e abbandoni gli iniziali metodi usati con i pazienti. Ora sono tantissimi e bisogna stringere i tempi delle visite arrivando quasi a dedicare pochissimi secondi a ciascun paziente, in un turbinio di lavoro che alla fine lo porta ad un collasso con relativo ricovero nella clinica dove iniziò come praticante e dove diversi colleghi hanno avuto modo nel tempo, di deprecare il suo comportamento arrivista. E' un momento di riflessione che ci fa scoprire altri aspetti del suo percorso come l'abbandono della veccia vedova per sposare la bella Anna Maria che ora è al suo capezzale in clinica accompagnata dalla sempre ineffabile mammà. Lo rivediamo dimesso, con la raccomandazione di moderare l'attività lavorativa e riposarsi maggiormente, dare istruzioni alle sue assistenti in ambulatorio circa le medicine da dare ai vari pazienti per i quali sintomi dispone per telefono comodamente seduto in terrazzo a godersi l'aria aperta. Successo incredibile per questo film dove Alberto sfodera tutto il suo repertorio di italiano arrivista e senza scrupoli in una società che a distanza di 50 anni sembra immutata negli atteggiamenti umani, quasi come parte del nostro DNA e che Sordi, nelle varie sfaccettature, seppe rendere magistralmente nei suoi tanti e tutti divertenti film.
Il medico della mutuaItalia 1968
Regia: Luigi Zampa
Musiche: Piero Piccioni
con
Alberto Sordi: dott. Guido Tersilli
Nanda Primavera: Celeste, madre di Guido
Evelyn Stewart: Anna Maria
Bice Valori: Amelia Bui
Sara Franchetti: Teresa
Claudio Gora: il primario Dott. De Amatis
Patrizia De Clara: suor Pasqualina
Leopoldo Trieste: Pietro, un paziente
Adriana Giuffrè: Marianna, moglie di Pietro
Pupella Maggio: signora Parise
Sandro Merli: dott. Drufo
Franco Scandurra: dott. Carlo Bui
Franco Abbina: dott. Misticò
Gianfranco Barra: dott. Sandolini
Gastone Pescucci: dott. Binasco
Sandro Dori: dott. Zeccone
Cesare Gelli: il radiologo dott. Filopanti
Filippo De Gara: dottor Bilini aiuto primario
Egidio Casolari: Simeone, l'amante di Amelia Bui
Marisa Traversi: la prostituta
Tano Cimarosa: Salvatore Laganà
Juan Vallejo: il funzionario della mutua
Jimmy il Fenomeno: un paziente
Ennio Antonelli: Cecconi Callisto, un paziente
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