I due parà
Visto che non si aguzzava un chiodo, anche se uno dei due si spacciava per fachiro, i fratelli Franco e Ciccio Impallomeni decidono di lasciare la natia Sicilia e imbarcarsi per l'America in cerca di fortuna. Si esibivano nelle pubbliche piazze come improbabili artisti ambulanti senza vedere il becco di un quattrino da paesani piuttosto insoddisfatti del loro spettacolo. Ma la fortuna non arride nemmeno stavolta quando si ritrovano per sbaglio sbarcati nello stato centramericano di Nuova Quiracao, dove, scambiati per clandestini, vengono rinchiusi in un campo di concentramento. Nella capitale Santa Prisca, il dittatore Josè Limar deve vedersela giornalmente con attentatori che sbucano da ogni parte. per questo si è dotato di una serie di congegni micidiali atti a difenderlo e avuti in dono da un agente segreto, tale 007 che non era ben visto dai suoi perché troppo interessato alle donne. L'Ambasciatore americano gioca un ruolo ambiguo in quel paese mantenendosi in bilico tra il dittatore e i ribelli "bafudos" guidati da Alvaro Garcia. Per la sua sicurezza ha fatto arrivare un reparto di parà che non dovrà in alcun modo entrare in conflitto con nessuna delle parti. Ragione questa che induce il dittatore a travestire quei due appena catturati da parà americani e lanciarli in piena giungla sul campo dei bafudos. Contando sulla loro reazione, spera di avere dalla sua parte gli americani desiderosi di vendicare i due colleghi uccisi o catturati dai ribelli. I due lanciati dall'aereo finiscono nelle mani dei ribelli e per poco non finiscono sulla forca se non fosse per le sbarbados, le donne dei bafudos che li reclamano come prigionieri per poi, una volta accertata la loro identità, comprendere la trappola che il dittatore voleva tendergli. Per cui i rivoltosi decidono di tentare il golpe raggiungendo la capitale. Qui tra alterne e fortuite situazioni, i nostri due imbranati si ritroveranno invischiati in entrambi gli schieramenti per poi venire scambiati dagli americani per loro colleghi parà distintisi per valore sul campo. Verranno anche momentaneamente messi al potere dopo il breve golpe di Garcia succeduto al generale Limar. Gli Americani preferiscono un Ciccio I come dittatore di Santa Prisca piuttosto che un continuo avvicendamento di rivoluzionari che poi diventano dittatori che tornano rivoluzionari in un giro senza fine. Ciccio I sembra l'uomo giusto e facilmente controllabile anche se anche per lui la durata del potere sarà breve. Infatti dopo un repentino ritorno di Limar al potere subito dopo è la volta delle sbarbados che stavolta decidono di assumere il controllo della martoriata repubblica, mettendo a tacere i loro uomini bafudos. Gli americani non ne vogliono più sapere e decidono di lasciare il paese compresi i nostri due sprovveduti che, travestiti nuovamente da parà americani per imbarcarsi, prendono l'ultimo volo che decolla dal paese. Finalmente tranquillizzati dallo scampato pericolo scoprono a bordo di essere diretti in Vietnam per loro sommo sconforto.
Gradevole commedia ben diretta da Lucio Fulci che ebbe un ruolo importantissimo nella carriera di Franco e Ciccio, dirigendo ben 13 film con loro e definendo per sempre i ruoli della coppia con il primo comico e il secondo serio e spalla
I due parà
Italia, Spagna 1965
Regia: Lucio Fulci
Musiche Piero Umiliani
con
Franco Franchi: Franco Impallomeni
Ciccio Ingrassia: Ciccio Impallomeni
Roberto Camardiel: Generale Josè Limar
Linda Sini: Consuelo
Umberto D'Orsi: Ambasciatore statunitense
María Silva: Santa, capo delle sbarbados
Francesca Romana Coluzzi: pasionaria sbarbados
Mónica Randall: Rosita
Luis Peña: Alvaro Garcia, capo dei baffudos
Ignazio Leone: sergente Sullivan
Emilio Rodríguez: Diego
Enzo Andronico: proprietario del bar
Tano Cimarosa: aiutante di Garcia
Pasquale Zagaria: Petiño
Piero Morgia: Jack
Luciano Bonanni: rivoltoso
Franco Moruzzi: Tenente dei parà
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