Noi gangster
A
ntoine e l'amico Paolo lavorano in un autolavaggio e sognano di acquistare un giorno una pompa di benzina e mettersi in proprio. Ma ci vogliono molti franchi e col loro modesto stipendio sarà difficile realizzare quel sogno. Ecco allora che Paolo, la mente dei due, escogita un piano che Antoine, il braccio, dovrà mettere in atto. Dapprima serve un auto che poi verrà lasciata sul luogo del rapimento e poi serve un rapito il cui genitore facoltoso possa facilmente pagare un lauto riscatto. Paolo lo identifica nel giovanissimo Eric figlio di un facoltoso industriale che è solito giocare in un parco accompagnato dalla sua nurse. Così mentre Paolo attacca bottone con la donna, il piccolo Eric vestito da indiano si allontana attirato da un altro indiano piuttosto attempato. E' Antoine che per il bambino diventa Toro Seduto il quale pur appartenendo ad una tribù rivale del piccolo, intende fumare con lui il calumet della pace nella sua tenda dove potranno seppellire le asce di guerra. Così Eric lo segue nel suo appartamento entrando in breve in confidenza e dove Paolo li raggiunge poco dopo per mettre in atto il piano. Per prima cosa bisogna scrivere una lettera al padre chiedendo un riscatto di 2 milioni e 500 mila franchi per poi attendere la risposta che dovrà pervenire con i soldi in un punto stabilito del trafficato Louvre. Nel frattempo il piccolo Eric si diverte da matti in quella bicocca dove ne combina di tutti i colori ai due amici sequestratori che debbono pagare a proprie spese danni che Eric procura ai vicini rompendo loro i vetri con la fionda. E mentre ha un debole per Antoine che lo vizia detesta il burbero Paolo che non fa altro che rimproverarlo sempre al punto che il poveretto inciampa in una trappola tesa ad arte cadendo dalle scale e rompendosi un gamba oltre ad altre ammaccature varie. Voleva andare a spedire una seconda lettera visto che la prima non aveva sortito effetto alcuno, ed ora, ricoverato in una clinica, incarica il socio di farlo aumentando la posta del riscatto e indicando stavolta come luogo di risposta la tasca della giacca di Napoleone nella sua statua al museo delle cere. Ma Eric anche in clinica non cessa i suoi scherzi causando altri danni e guai al punto che i due non sanno più cosa fare con quel discolo. Tanto più che la risposta trovata addosso a Napoleone ha dell'incredibile perché l'illustre genitore pretende a sua volta dei soldi per riavere il figlio indietro. Non resta che accettare e il povero Antoine, unico in gradi di camminare, si reca nella ricca magione dell'uomo per ottenere almeno uno sconticino. Cosa che avviene a patto che a domeniche alterne riprendano con loro il bambino che da quando è iniziata questa avventura sembra veramente gli abbia giovato e la notizia non può che rallegrare anche l'ormai sconfortato Paolo nel suo letto di riabilitazione.

Commedia francese che tra un Don Camillo e l'altro riunisce la celebre coppia per dar vita ad un film scorrevole e grazie a loro estremamente divertente e dove il pestifero Papouf ne combina veramente di tutti i colori a danno dei due poveretti e sprovveduti rapitori.
Le Grand Chef
Francia, Italia 1959
Regia: Henri Verneuil
Musiche Gérard Calvi
con
Fernandel: Antoine
Gino Cervi: Paolo
Papouf: Eric Jumelin
Jean-Jacques Delbo: Alain Jumelin, il padre di Eric
Georges Chamarat: il maggiordomo della famiglia Jumelin
Noëlle Norman: Madame Jumelin, la madre di Eric
Florence Blot: La tata che accompagna Eric
Albert Michel: Il vicino
Dominique Davray: La vicina
Marc Decock: Il figlio dei vicini
Héléna Manson: La guida del Louvre
Maurice Nasil: Il detective
Georges Bever: il marito della signora che ha le visioni
Madeleine Barbulée: La signora che ha le visioni
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