Gringo, getta il fucile!
D an Casey è appena giunto a Guainas e deve subito vedersela con gli scagnozzi di Villarda che tuttavia riesce ad ammansire prima di trovare alloggio nella locale locanda. Ortega Villarda nelle vesti di Delegato del Governo tiene in pugno una situazione, che si va facendo sempre più difficile a causa dei rivoluzionari guidati da Lobo. Dan che si fa chiamare O'Hara, induce Villarda a crederlo figlio del vecchio O'Hara, creduto morto in giro dopo essere stato torturato da lui per farsi confessare il luogo dove ha nascosto un favoloso tesoro in smeraldi, trovati in una misteriosa miniera della zona. Ma il vecchio non parla e non è morto, bensì rinchiuso nella famigerata prigione di Santa Margherita da dove è impossibile evadere ed anche avvicinarsi, a causa della palude infestata da serpenti e pericoli di ogni genere. Ma che ci vuole a Dan a rubare l'elicottero che porta i rifornimenti in prigione e a far salire il vecchio O'Hara? Niente! Ha un salvacondotto dello stesso Villarda che lo sta facendo seguire dai suoi per arrivare al luogo del tesoro, con esso ottiene il rilascio del vecchio che si finge di buon grado suo padre per uscire. Infatti Dan non è suo figlio ma un furbo avventuriero al quale fanno gola quelle pietre e non è soltanto in combutta con Villarda, ma anche con lo stesso Lobo. Del resto una percentuale per uno non fa male a nessuno. Solo che il vecchio non parla manco adesso e messo alle strette rivela di averli nascosti in un'altra prigione in città e a noi spettatori sembra chiaro che lo abbia fatto per prendere tempo. Ma non ai protagonisti che anzi escogitano con Dan un piano astuto. Lobo andrà con i suoi in città che sarà sguarnita dopo che Villarda e tutta la truppa si saranno precipitati nel ranch dove Dan gli farà dire di essere rintanato col padre. Mentre lui organizza diverse trappole esplosive per Villarda, Lobo si metterà a scavare in prigione, ovviamente male indirizzato nel piazzale esterno, per recuperare gli smeraldi. Dan si sbarazza di Villarda e arriva in città col vecchio per scavare nella cella, ovvero nel posto esatto al contrario dell'allegro ed esuberante Lobo. Ma il tesoro non c'è, il vecchio dice sul serio, si è inventato la storia e poi per rimanere in vita doveva far credere fosse vera. Dan vorrebbe ammazzarlo ma c'è nei paraggi una pulzella placa ira con la quale filarsela in allegria, mentre di fuori Lobo e tutto il paese, sempre in allegria, scava alacremente e può darsi che ancora siano lì visto che la parola Fine è arrivata alle loro spalle.
Ogni commento è superfluo, peccato! C'erano dei buoni interpreti del filone Spaghetti Western ma quando gira la manovella un regista spagnolo, il prodotto già di per sé ovviamente mediocre, diventa inesorabilmente scarso e inguardabile. Il sodalizio funziona, fatte le dovute e poche eccezioni, se loro forniscono esterni e scagnozzi e lasciano regia e interpreti principali a noi.
Gringo, getta il fucile!
Italia, Spagna 1966
Regia: Joaquín Luis Romero Marchent
Musiche: Gianni Ferrio
con
John Richardson: Dan O'Hara
Fernando Sancho: Lobo
Eduardo Fajardo: Villarda
Tito García: rivoluzionario
Luis Induni: scagnozzo
Ángel Ter: scagnozzo
Víctor Israel: scagnozzo
Luis Gaspar
Mia Genberg
Patrizia GiammeiManuel Guitián
Rafael Hernández
Evi Marandi
Delfi Mauro
Gloria Milland
Guillermo Méndez
Roberto Rey
Emilio Rodríguez
Diana Sorel
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