Il grande coltello
C
harles Castle è un famoso e ricco attore cinematografico. Vive in una lussuosa villa di Bel Air dotata di ogni comfort ma è in rotta con sua moglie Marion che sta per divorziare e vuol portar con sé il loro figlioletto settenne. Il motivo va ricercato nella cupidigia del marito che preferisce la vita dorata dell'ambiente hollywoodiano fatta di eccessi a scapito della famiglia. La donna gli ha intimato di non rinnovare il contratto che lo lega al potente Stanley Shriner Hoff padrone degli Studios dove suo marito lavora, ma l'uomo è legato al boss per una vecchia storia che lo vide ubriaco al volante della sua auto, investire ed uccidere un giovane della cui morte si addossò la responsabilità un uomo di Hoff. Si trova quindi di fronte ad un bivio decisivo della sua vita o firmare e perdere la donna che ama e madre di suo figlio, o vedersi sul lastrico abbandonato da tutti senza più la solidità finanziaria del suo mestiere e il rischio serio di vedersi accusare di omicidio stradale. Così Charles in preda alla disperazione è costretto a prolungare i suoi impegni a vantaggio dell'avido Hoff e a nulla valgono le sue suppliche di lasciarlo andare con la promessa che non avrebbe più girato film con altre società. Un ritiro dalla scena che gli viene negato e che vede Charles alla ricerca disperata di ricucire il suo rapporto con la moglie, alla quale adesso sta facendo una corte serrata un loro vecchio comune amico. Tutto questo non fa che acuire il malessere dell'uomo al quale viene riferito che un'attricetta, Dixie Evans, che era con lui la notte dell'incidente, intende spiattellare tutto alle autorità, cosa che bisogna assolutamente evitare e magari tapparle la bocca per sempre. Ma Charles incontrandola scopre che in realtà la donna vuol danneggiare Hoff reo a suo dire di non averla mai apprezzata per le sue qualità ma solo per il fisico, relegandola a particine di basso profilo. Charles allora affronta Hoff e i suoi in presenza di sua moglie Marion per farsi liberare dal contratto e promettere che nulla sarebbe accaduto alla povera Dixie. Ma il serrato confronto non porta la sperata soluzione e quando poco dopo si apprende la notizia che Dixie è stata investita e uccisa da un autobus, per Charles è la goccia che fa traboccare il vaso della sua disperazione. Si chiude in bagno e taglia le vene in tre punti lasciandosi morire prima che riescano ad abbattere la porta e tentare un salvataggio. Bisogna approfittare e divulgare subito un comunicato stampa a tutte le testate che riporti in prima pagina la tragica fine per infarto del famoso attore Charles Castle.
Accolto molto bene nella cervellotica Europa - Nastro d'Argento a Venezia - il film è in pratica una piece girato in una stanza come se si fosse a teatro e forse per questo appassionò la critica del tempo. Rivisto oggi è senz'altro verboso e di scarso interesse, oltre ad una lunghezza francamente insopportabile per un dramma di sola introspezione psicologica. Sopravvivergli fino alla fine è eroico per i nostri tempi e questo senza nulla togliere alla bravura degli interpreti.

Accolto molto bene nella cervellotica Europa - Nastro d'Argento a Venezia - il film è in pratica una piece girato in una stanza come se si fosse a teatro e forse per questo appassionò la critica del tempo. Rivisto oggi è senz'altro verboso e di scarso interesse, oltre ad una lunghezza francamente insopportabile per un dramma di sola introspezione psicologica. Sopravvivergli fino alla fine è eroico per i nostri tempi e questo senza nulla togliere alla bravura degli interpreti.
The Big Knife
Stati Uniti 1955
Regia: Robert Aldrich
Musiche Frank Devol
con
Jack Palance: Charles Castle
Ida Lupino: Marion Castle
Rod Steiger: Stanley Shriner Hoff
Wendell Corey: Smiley Coy
Jean Hagen: Connie Bliss
Everett Sloane: Nat Danziger
Wesley Addy: Horatio "Hank" Teagle
Shelley Winters: Dixie Evans
Paul Langton: Buddy Bliss
Nick Dennis: Mickey Feeney
Ilka Chase: Patty Benedict
Bill Walker: Russell
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