Psycosissimo
S
cambiati per due sicari, Ugo e Raimondo, vengono contattati da un facoltoso industriale affinché uccida la moglie fedifraga dietro compenso. In realtà i due con Marcella, moglie di Ugo, stavano provando una loro scena a carattere poliziesco che non aveva convinto l'impresario teatrale che al limite era disposto a scritturare solo la donna come spogliarellista, viste le sue forme. Al contrario l'industriale della carne in scatola Arturo Michelotti, passando lì per caso e sbirciando dalla finestra aperta, era rimasto così impressionato che aveva creduto a quella che in realtà era una semplice finzione, dove una donna veniva uccisa e il cadavere fatto sparire a pezzi in una valigia. Ecco allora promettere ai due un milione in anticipo e dieci alla fine, a patto che la morte della sua consorte sembri naturale. Lui è stanco delle continue corna di sua moglie Annalisa e vuol farla finita, anche perché è malato di cuore e questi continui sobbalzi non gli giovano di certo. Il medico gli ha prescritto riposo e proibito ogni emozione per cui è ora di dare un taglio ai problemi che sua moglie gli crea. I due però quando capiscono cosa debbono fare restano piuttosto allibiti ma essendo sempre al verde ecco che al cervello dei due, Raimondo, viene la brillante idea di stare al gioco, incassare il milione di anticipo, che potrebbe risolvere tutti i loro problemi, per poi squagliarsela senza portare a termine il lavoro. In fondo non potranno mai essere denunciati per un omicidio non eseguito e il povero Arturo Michelotti resterà sempre cornuto e anche alleggerito di un milione. Ma quello che sembra un lavoretto semplice viene complicato dalla gelosia eccessiva di Marcella che intralcerà l'elaborato piano di Raimondo, facendolo in pratica naufragare. Senza poi contare che a sua volta la vittima designata Annalisa con l'amante Pietro, autista di famiglia, volevano far fuori il geloso marito causandogli una forte emozione e conseguente infarto. Cosa peraltro che avviene ma della quale i due imbranati Ugo e Raimondo potrebbero testimoniare. Ragione questa che li vede braccati dai due amanti per chiuder loro la bocca in un crescendo di situazioni comico grottesche che fortunatamente per loro avranno esito positivo, mentre Pietro, nel tentativo di trasformarli in salsicce nella fabbrica del defunto padrone, finisce a sua volta per esser macinato e finire, manco a farlo apposta, nel piatto dei nostri tre trionfanti amici che sconvolti scapperanno a gambe levate dal ristorante dove celebravano lo scampato pericolo e l'epilogo della diabolica vicenda.
Con grande mestiere e un inizio carico di tensione, Steno dirige la coppia Tognazzi - Vianello, assai popolare all'epoca, in questa libera satira del famoso film di Alfred Hitchcock, scemando con disinvoltura nel lato comico per concludere nel divertito grottesco.
Psycosissimo
Italia 1961
Regia: Steno
Musiche Carlo Rustichelli
con
Ugo Tognazzi: Ugo Bertolazzi
Raimondo Vianello: Raimondo Vallardi
Edy Vessel: Annalisa Michelotti
Monique Just: Marcella Bertolazzi
Franca Marzi: la vedova Clotilde Scarponi
Spiros Focás: Pietro, autista
Francesco Mulè: Arturo Michelotti
Leonardo Severini: commissario
Nerio Bernardi: il professore universitario
Renato Montalbano: un agente
Ignazio Leone: un agente
Toni Ucci: Augusto
Ugo Pagliai: studente
Giuseppe Chinnici: medico dell'autopsia
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