Non ti pago!
D on Ferdinando Quagliuolo gestisce il Banco Lotto che ha ereditato da suo padre e detesta tantissimo un suo impiegato, Procopio Bertolini, che al contrario suo è baciato dalla fortuna riuscendo a vincere continuamente al Lotto giocando numeri che parenti defunti gli suggeriscono in sogno. Vive anche al piano di sopra dove un tempo abitavano i Quagliuolo e con le somme vinte ha abbellito l'appartamento arredandolo con mobilio moderno e dotandolo anche delle comodità dei primi elettrodomestici in commercio. Insomma da far morire d'indivia il povero Don Ferdinando che spende una fortuna al Lotto senza mai vincere niente, con l'unica soddisfazione che si prende negando al giovane la mano di sua figlia Stella anche se la cosa lo mette contro moglie e figlia desiderosa di accasarsi con quel giovane così per bene e anche economicamente in grado di mantenere una famiglia. Procopio cerca in ogni modo di ingraziarsi il suo datore di lavoro e probabile futuro suocero, ma non vi riesce arrivando addirittura ai ferri corti, quando confessa di aver giocato una quaterna vincente grazie ai numeri avuti in sogno niente meno che dal padre di Don Ferdinando, che gli ha fruttato l'incredibile somma di 400 mila lire. E' la goccia che fa infuriare Don Ferdinando perché si rende conto, dalla descrizione fatta del sogno, che suo padre è entrato in camera sua credendo di trovarlo a letto e non sapendo che non viveva più in quell'appartamento, quindi era ovvio che i numeri erano per lui e non per Procopio, per cui gli prende il biglietto e ostinatamente si rifiuta di riconsegnarlo. Può rischiare anche la prigione ed è disposto a correre il rischio, anche di farsi fucilare, ma il biglietto e la vincita sono suoi, non ci sono dubbi. Tant'è che l'indomani viene fermato da una conoscente la quale gli confida di aver sognato anche lei suo padre che la pregava di informare suo figlio Ferdinando che i numeri erano effettivamente per lui e che dal momento che si era sbagliato a consegnarli, ora era in punizione e non poteva più venire in sogno a nessuno per un tempo indeterminato. Ecco quindi che Don Ferdinando è fermamente deciso di perseguire il proposito di incassare lui quella somma. Ma non ha fatto i conti con l'ostinato Procopio che architetta una provocazione consigliato dall'Avvocato Lorenzo Strumillo per farsi picchiare e quindi denunciare anche per gravi lesioni il suo principale al quale ha già intimato, tra l'altro, di pagargli tutte le marchette arretrate per gli anni di lavoro prestati al suo servizio. Don Ferdinando provocato ad arte arriva in effetti a picchiarlo e subito si presenta l'avvocato con due testimoni al fatto per incastrarlo e costringerlo, ormai al punto in cui si trova, a consegnare il biglietto per evitare guai peggiori. Ma prega suo padre di maledire quell'uomo e portargli un sacco di disgrazie per essersi impossessato di una vincita non sua. Cosa che immediatamente ha i suoi effetti nella rovinosa caduta che vede Procopio, uscendo dall'appartamento di Don Ferdinando, rompersi una gamba rotolando per le scale. In ospedale poi apprende che la sua casa è stata svaligiata e come non bastasse i ladri hanno rovesciato una lampada che ha incendiato tutto lo stabile e immediatamente la sua mente corre alla maledizione lanciatagli da Don Ferdinando. La paura di subire altre disgrazie e la consapevolezza che forse effettivamente quel denaro non gli appartiene, lo ammansisce al punto da riconsegnare il biglietto all'uomo pregandolo di intercedere presso suo padre affinché la maledizione abbia termine. Ecco allora che Ferdinando accetta e durante un pranzo di festeggiamento lo affida a sua figlia come dote per il futuro matrimonio e il pranzo è l'occasione per annunciare il loro fidanzamento ufficiale tra la gioia e i brindisi di tutti i presenti.
Tratto da una commedia di Eduardo il film è una divertita occasione per vedere insieme i tre grandi fratelli del teatro e cinema nazionale dalle doti recitative a dir poco straordinarie. Eduardo poi, uno dei più grandi artisti del Novecento italiano, è semplicemente stupendo nel tratteggiare un carattere complesso come quello del protagonista e parimenti i suoi fratelli nel contrastarlo con caratteri opposti e ben definiti. Buoni gli altri comprimari per la riuscita di questa commedia tra le più importanti del cinema italiano.
Non ti pago!
Italia 1942
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Musiche Giulio Bonnard
con
Eduardo De Filippo: Don Ferdinando Quagliuolo
Titina De Filippo: Concetta, sua moglie
Peppino De Filippo: Procopio Bertolini
Vanna Vanni: Stella Quagliuolo
Paolo Stoppa: Avvocato Lorenzo Strumillo
Giorgio De Rege: Aglitiello, "il maestro" consulente della cabala
Vasco Creti: Don Raffaele, il parroco
Italia Marchesini: zia Erminia
Dolores Palumbo: Carmela
Rosita Pisano: giocatrice al Banco Lotto
Margherita Pisano: giocatrice al Banco Lotto
Lina Marengo: impiegata del Banco Lotto
Aristide Garbini: uomo derubato del portafoglio
Ernesto Bianchi: uno dei fratelli Cingallegra
una delizia per gli occhi vederli tutti insieme sono d'accordo e il film è gradevolissimo
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