Black Jack
U na rapina in banca ben congegnata frutta ad una banda una discreta somma in denaro. Ma nel luogo convenuto per la spartizione del bottino, Jack Murphy, ideatore del piano, viene immobilizzato dai complici che avendo rischiato la pelle, pretendono un maggior compenso rispetto al suo pattuito e che non l'aveva visto direttamente partecipe bensì soltanto come palo, per poi curare indisturbato il trasporto del bottino mentre i cittadini inseguivano il gruppo dei banditi. Questi, abile pistolero e giocatore, noto anche col nomignolo di "Black Jack" riesce a impadronirsi di un arma e, tenendoli tutti sotto tiro, scappa col bottino in un villaggio abbandonato dove lo aspettavano sua sorella Estelle col marito Peter. Sulla strada incontra il fido Joe, un indiano che secondo il piano avrebbe dovuto accompagnarli in Messico e gli dice che è tutto saltato pagandolo con qualche centinaio di dollari affinché tenesse la bocca chiusa. Ma anche il resto della banda si imbatte nell’indiano e gli promette un grosso compenso se lo rintraccerà per loro, cosa che Joe accetta ben volentieri anche perché ha messo gli occhi su quella giovane, Estelle, dai lunghi capelli dorati intravista nel covo dove poi accompagna i banditi. Qui tenendo in ostaggio la giovane dopo aver malmenato il marito, costringono alla resa Jack che deve riconsegnare il bottino. Prima di spartirselo lo conciano per le feste sparandogli alle gambe e rompendogli la mano destra. Ma il peggio tocca alla povera ragazza violentata e scalpata dall'indiano. La fortuna vuole che poco dopo giunga sul posto una ragazza, Susan, legata a Jack, che lo libera e porta col cognato Peter nel suo ranch. Tempo dopo, sciancato e con la destra fuori uso, lo vediamo addestrarsi al tiro di pistola e carabina, sordo a tutte le suppliche della ragazza di dimenticare e trovare la pace perché nelle sue condizioni non può sperare di regolare i conti con i suoi ex complici. Ma l'uomo parte e promette al cognato che dopo aver fatto piazza pulita degli altri, gli porterà vivo il loro capo Skinner, quello che abusò di sua sorella e ne causò la morte lasciandola all'indiano. Subito dopo sulla sua strada lascia dietro una scia di sangue, quando ad uno ad uno sorprende i vari banditi intenti nelle loro nuove attività, ignari della minaccia che incombe su di loro. Ad ognuno l'apparizione improvvisa di Jack incute terrore come se vedessero un fantasma o un demone che sordo alle loro suppliche li spedisce dritti all'inferno. Anche l'indiano subisce la stessa sorte mentre Skinner viene catturato nel suo ranch e con lui la figliola Julie che col padre viene condotta da Peter, come promessogli, per fare assaporare anche a lui il gusto della vendetta. Questi si sfoga su Skinner che li prega di lasciare in pace la figlia estranea ai fatti, mentre Jack ormai folle la piglia per i capelli ricordando sua sorella scalpata, cosa che turba di nuovo Peter il quale rivede nella mente quella terribile scena e in un raptus, senza capire cosa stesse facendo, pianta un coltello in pancia al cognato. Questi rantolando riesce a scaricare il revolver su Skinner, sghignazzante per quanto accaduto, prima di crollare a terra e trovare finalmente la sua pace.
Violento e cupo, con un buon cast e gli esterni appropriati di Eilat in Israele, dove scorrazzare a cavallo in luoghi certamente più consoni di quelli della campagna-maremma laziale di molti altri spaghetti western. Per questo aspetto è senz'altro di un livello superiore alla media oltre al fatto che sembra abbia ispirato il soggetto di Kill Bill del nostro grande estimatore d'oltre oceano Quentin Tarantino.
Black Jack
Italia 1968
Regia: Gianfranco Baldanello
Musiche Coriolano Gori
con
Robert Woods: Jack Murphy "Black Jack"
Lucienne Bridou: Susan
Rik Battaglia: Skinner
Mimmo Palmara: Indian Joe
Sascia Krusciarska: Estelle
Nino Fuscagni: Peter
Larry Dolgin: Reb
Federico Chentrens: Gordon
Dali Bresciani: Julie Skinner (accreditata Dalia Bresciani)
Goffredo Unger: Billy (accreditato Fredy Unger)
Giovanni Ivan Scratuglia: Rodrigo (accreditato Ivan Scratuglia)
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