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Yvonne la Nuit
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Popolare ed amatissima nelle vesti di sciantosa, la bella Nerina Comi si esibisce nei Café Chantant come Yvonne la Nuit, riscuotendo ovunque un enorme successo. Ha al suo fianco il fido Nino che le funge da spalla sul palco in qualità di macchiettista e agente tutto fare nella vita, restando sempre al suo posto nonostante un segreto amore per la donna. Lei al contrario si è invaghita di quel giovane tenentino che l'ha difesa a duello contro un importunatore. Lui è il conte Carlo Rutelli, tenente di cavalleria che ben presto si invaghisce della donna, dando vita ad un infuocato rapporto d'amore che incide non solo nella vita militare ma crea apprensione anche all'austero genitore che dalla lontana Londra dove risiede, rientra in Italia per ammonire il figlio circa la sua relazione con una donna che sicuramente mira alla sua posizione. Questo può anche nuocere alla sua carriera militare che il giovane è ben lieto di interrompere per vivere la sua vita. Ma l'improvviso scoppio della guerra lo induce a desistere per servire la Patria al fronte e nonostante Yvonne aspetti un bambino, il giovane adempie con coraggio al suo dovere che lo vedrà purtroppo soccombere in battaglia. Straziata la donna, subisce anche un infame inganno, quando partorendo le viene detto che il piccolo era nato morto. Quella doppia tragedia la sprofonda in una depressione dalla quale è arduo riprendersi anche perché il fido Nino è a sua volta partito in guerra senza dare più notizie e il mondo attorno a lei sta cambiando. Prova a esibirsi nuovamente come cantante in teatri di varietà ma ormai il suo genere è fuori moda e il pubblico, abituato a spettacoli più popolari, non esita a fischiarla crudelmente. La ricomparsa di Nino, reduce dalla guerra e dalla successiva prigionia, sembra ridestarla un po' ma ormai sono entrambi due naufraghi in un mare che offre solo momentanee zattere di salvataggio, come la generosa sora Rudegarda che li rifocilla nella sua trattoria in cambio di qualche canzonetta che Yvonne esegue per i clienti con Nino alla chitarra. Ma un giorno un avvocato sembra foriero di importanti novità per Yvonne che, convocata nel suo studio, apprende della morte del mancato suocero e del suo malevolo agire quando le sottrasse il figlio che ora la sta cercando avendone dato mandato al legale. Lui sta bene e vive a Londra nella tenuta paterna e, saputa la verità dal nonno morente, vorrebbe ricongiungersi a sua madre se ancora viva. La donna, ammonita circa la crudeltà e gioia delle notizie che avrebbe ricevuto, avendo già sofferto la perdita dei suoi più cari affetti, declina l'offerta del legale perché niente ormai potrebbe colmare l'immenso dolore finora vissuto. Informi il figlio della sua dipartita e mestamente si accomiata per riunirsi al suo malandato e unico vero amico, quel Nino che invano chiede alla sua amata il perché di tale convocazione senza ottenere alcuna risposta mentre, abbracciati e malfermi nei passi, si avviano per strada accompagnati dalla parola Fine e da una lacrima di commozione. Melodramma sentimentale dove Totò si cimenta per la prima volta in un ruolo drammatico anche se di passaggio ci infiamma nella sua folgorante esibizione sul palco come Ciccillo dove sciorina tutta la sua gestualità inconfondibile. Olga Villi è stupenda nel suo ruolo e con loro uno stuolo di grandissimi interpreti anche se alcuni solo per brevi apparizioni ma di sicuro valore aggiunta a un film che segna il declino di quella che fu la Belle Époque.
Yvonne la Nuit Italia 1949
Regia: Giuseppe Amato Musiche Pasquale Frustaci con Totò: Nino Olga Villi: Nerina Comi, in arte Yvonne la Nuit Frank Latimore: tenente Carlo Rutelli Eduardo De Filippo: avvocato Rubini Gino Cervi: colonnello Baretti Giulio Stival: conte Rutelli Arnoldo Foà: senatore Ave Ninchi: sora Rudegarda Aristide Garbini: sor Filippo Paola Veneroni: Rosetta Mario Riva: ragazzo delle sigarette Angela Zanon: Menica, la cameriera Leopoldo Valentini: maggiordomo di Carlo Agnese Dubbini: la spettatrice che ride John Strange: maggiore Tremiti Giovanni Lovatelli: un ufficiale Gaio Visconti: un ufficiale Arturo Dominici: un ufficiale Franco Tallarico: un ufficiale Rio Nobile: un ufficiale Cesare Fasulo: un ufficiale
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
F ernando , proprietario di un grande magazzino con un migliaio di dipendenti, è ossessionato da incubi ricorrenti nei quali viene sbeffeggiato, malmenato e umiliato, in sogni che lo vedono alle prese con donne bellissime, come l'attrice Silvana Pampanini ad esempio, che lui adora. Solo che quando sta per realizzare il suo sogno, tipo sposare l'attrice e prepararsi per la prima notte di nozze, ecco spuntare questo energumeno che gli rovina la festa oltre a ridicolizzarlo come la solito. A nulla valgono i tentativi del suo medico, il Dott. Furgoni , che non ne può più di essere svegliato in piena notte dal commendatore in preda all'isteria. Ma ecco un bel giorno presentarsi nel suo ufficio un giovane laureato, Walter Milani , in cerca di impiego e guarda caso assomiglia in modo impressionante allo spavaldo che lo tormenta ogni notte nei sogni. La prima reazione di Fernando è furiosa ma il suo medico lo consiglia di assumerlo per placare la sua ansia; avendolo a portat...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
C ommedia farsesca, parodiando il famoso romanzo di Dumas e diretta con leggerezza da Carlo Ludovico Bragaglia che mette insieme il meglio del Varietà di quegli anni, dandogli ampia facoltà di improvvisazione a tutto vantaggio del divertimento e di una trama che contempla anche tanta azione. I quattro protagonisti, lestofanti di prim'ordine, si sostituiscono ai veri Moschettieri impegnati nel recupero del prezioso collier che la Regina ha donato come pegno d'amore a Lord Buckingham , suo amante ed ambasciatore d'Inghilterra in Francia, rientrato in patria. Il Cardinal Richelieu , a conoscenza della tresca, aveva consigliato il Re di farle indossare il prezioso monile che le aveva a suo tempo regalato, in occasione della imminente festa della Municipalità a Corte. In quel modo avrebbe constatato di persona il tradimento della sua amata, visto che la preziosa collana si trovava oltre Manica. Così, grazie a Costance , amante di D'Artagnan , la Regina aveva in...
Devo dire che il cinema mi ha spesso fatto conoscere musiche che non avrei mai immaginato di ascoltare e questo bellissimo film del quale abbiamo già parlato in questo post serve più che altro a farvi conoscere uno dei più grandi baritoni di tutti i tempi: Tito Gobbi . Considerato da molti inarrivabile per il timbro di voce, in questo film presta la voce "canora", perchè il parlato è di Giulio Panicali uno dei tre più grandi doppiatori della storia del cinema nazionale, a Dennis King , Frà Diavolo alias il Marchese di San Marco . Nel clip mancano i 2 interpreti principali, Stanlio e Ollio , ma lo scopo era quello di far ascoltare questa bellissima aria che potrete divertirvi a cantare dal momento che inserisco le parole e credo tantissimi nel web approfitteranno con i motori di ricerca a reperirle qui e tuttavia possiamo notare alcune delle spalle abituali del duo comico come James Finlayson e la bella Thelma Todd . Per i crediti potete andare al post originale: Frà ...
R ansom Stoddard , senatore degli Stati Uniti , è di ritorno a Shinbone , un piccolo villaggio del West , per l'ultimo saluto ad un amico. La notizia fa subito il giro della città e alcuni giornalisti vogliono sapere di più sulla sua visita che sta facendo scalpore per l'alta carica che ricopre. Così, dopo essersi recato dal becchino per l'estremo commiato del suo amico e lasciata lì sua moglie Hallie con Pompeo , il fedele servitore negro del defunto e Link Appleyard l'ex pavido sceriffo di un tempo, si apparta con i giornalisti per raccontare la sua storia e di quella formidabile persona che lo raccolse malconcio sulla strada di Shinbone. Era stato malmenato da un violento bandito del luogo, Liberty Valance , al quale nessuno osava opporsi, tantomeno lo spaurito sceriffo, e lasciato pesto e sanguinante sulla strada dopo che la diligenza su cui viaggiava era stata assaltata. Qui era stato trovato e caricato sul carro da Pompeo il fido aiutante di Tom Doniphon ,...
Un film sessantottino per antonomasia lo definirei: Il Laureato del 1967 con un Dustin Hoffman che da sconosciuto caratterista diventa star di prima grandezza che tutti conosciamo e apprezziamo. Candidato all' oscar per questo film e interprete negli anni '70 di intense e importanti pellicole. Il tema dell'incomunicabilità tra i giovani e i loro genitori ancorati a rigidi schemi da imporre e far rispettare introduce in pratica il malcontento che seguirà a breve nella società sfociando nella contestazione giovanile . A dir il vero questo film, visto da ragazzo, mi colpì principalmente per l'immaginario erotico che evocava affrontando un argomento, per la prima volta al cinema, in un contesto sociale piuttosto bigotto e conservatore a quei tempi. La seduzione esercitata dalla matura signora Robinson nei confronti del giovane studente, la locandina con quella gamba velata da una calza che si sfila di fronte agli occhi del ragazzo sono restate a lungo impresse nella me...
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