Pezzo, capopezzo e capitano
D a due anni in guerra, il comandante Ernesto De Rossi sembra non essersene ancora accorto. Col suo piccolo piroscafo, il Bertani II°, costeggia la Liguria trasportando carichi di frutta e verdura nel minor tempo possibile essendo merce deperibile. Quando le autorità decidono di armare il piroscafo, come previsto da una disposizione urgente governativa, di un cannone da difesa per navi di stazza superiore alle 100 tonnellate, essendo il Bertani di una tonnellata superiore al limite ecco che gli viene montato un cannoncino di prua che non poche preoccupazioni suscita nel pacifico De Rossi. Intanto ha paura che gli sfondino la tolda con tutti quei trapani e viti lunghissime per fissare l'arma e poi detesta la guerra e l'idea di trovarsi di fronte ad un nemico al quale non potrebbe che arrendersi. Il suo vice Sciaccabratta, noto antifascista, che a Camogli finisce sempre preventivamente in prigione quando c’è in visita qualche alta autorità, è addetto ai motori e ad una caldaia che fa spesso le bizze, mentre tre altri marinai lo aiutano nel carico e scarico merci. Ultimamente le autorità gli hanno imposto di imbarcare un tedesco, Hans Richter, con precise disposizioni in caso di avvistamento o ingaggio col nemico. Durante un viaggio di routine vengono avvistati da un sottomarino inglese che, valutata come bagnarola l'imbarcazione, prosegue per la sua missione. De Rossi fa rapporto e viene contattato dal comando della Marina Tedesca per dare informazioni sul tipo di sommergibile avvistato. Qui il De Rossi improvvisamente scopre un mondo, quello della Marina Militare, che lo affascina al punto che anche grazie ai titoli dei giornali circa le imprese brillanti delle forze dell'Asse, vorrebbe anche lui assaporare un momento di gloria, magari rintracciando di nuovo quel nemico per sparargli una cannonata e finire sui giornali in trionfo. Da lì in avanti diventa per lui un'ossessione, piuttosto che consegnare merci come fatto finora, ampliare la rotta per pattugliare quel tratto di Liguria, allungando quindi i tempi di consegna e facendo infuriare i clienti per aver mandato a male tonnellate di merce. Il suo secondo lo abbandona e durante l'ultima missione, un suo sostituto in sala macchine, manda in surriscaldamento la caldaia che esplode facendo affondare la nave. Il De Rossi vorrebbe restare a bordo e morire con la sua nave in un impeto di eroismo al pari dei suoi tre fedelissimi. Ma buon per loro la nave si appoggia sul fondale con l'acqua che era arrivata appena alla loro cintola. Vediamo il De Rossi rinsavito nel dopo guerra continuare imperterrito anno dopo anno a visitare un convento di suore nei pressi del naufragio, dove nella locale chiesetta non fa mancare mai le candele votive.
Una commediola semplice, venata qua e là anche da un sottile strato di tristezza che lascia tuttavia lo spazio alla bravura del De Sica e dei suoi comprimari specie nei fratelli Lulli. Una paritcina anche per il futuro Sartana, Gianni Garko, facilmente riconoscibile all'interno del sommergibile inglese.
Germania, Italia 1958
Regia: Wolfgang Staudte
Musiche Angelo Francesco Lavagnino, Alexandre Derevitsky
con
Vittorio De Sica: Il comandante Ernesto De Rossi
Folco Lulli: Sciaccabratta
Heinz Reincke: Hans Richter
Ingmar Zeisberg: Anna
Hélène Rémy: Irma
Lianella Carell: la moglie del Sciaccabratta
Piero Lulli: Franco
Marco Guglielmi: Alberto
Aldo Pedinotti: Carlo
Rolf Tasna: Capitano
Maria Pia Casilio: Maria
Lilla Brignone: Una suora
Nino Manfredi: Pilota aviazione
Gianni Garko: Ufficiale inglese nel sottomarino
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