La cambiale
P ierluigi Bruscatelli, noto e ricco finanziere, per tacitare un lieve danno arrecato a un tale, rilascia una cambiale di 100 mila lire a quattro mesi, poco prima di finire arrestato per truffe reiterate. Antonio Posalaquaglia e suo cugino Peppino Posalaquaglia, lestofanti sempre pronti a fornire i loro servigi di testimoni oculari in cause legali, avevano assistito il poveretto finto infortunato e loro complice ed ora hanno in mano una cambiale la cui firma è spendibile in quanto personaggio famoso e ancora ignoto a tutti che sia finito dentro. Per cui i cugini la girano al proprietario del loro ufficio in pagamento di sei mesi di pigione arretrata. Si offrono anche di testimoniare a suo favore in una causa che lo vede coinvolto in un banale incidente di caccia, mentre poco prima si erano offerti di fare altrettanto nei confronti di una prosperosa ragazza anch'essa vittima di un cacciatore. Con quella cambiale, Temistocle Bisogni, il loro locatore, acquista un setter da caccia rifilandola a Michele, tosatore di un negozio di cani con velleità di sciupa femmine. Questi spacciandosi per un principe russo, concupisce una sua avvenente cliente la quale è invece una squillo d'alto bordo per cui è costretto a pagarla con la cambiale che il suo datore di lavoro, non contento di averla accettata in sua assenza, gliel'aveva rifilata in pagamento di un paio di mensilità. La donna con quel titolo acquista una pelliccia di tapiro abbindolando con il suo fascino sia il commesso Olimpio che il marito della titolare, facendo poi infuriare quest'ultima che intima ai due di andare a riprendersi la pelliccia da quella donna restituendole il titolo. Strada facendo vien loro la brillante idea, passando per un luna park, di affrontare un forzuto in un incontro che prevede il pagamento di 100 mila lire in contanti in caso di vittoria. Tentar non nuoce e se va bene potranno tornare a casa coi contanti così come ordinato dalla dispotica moglie-padrona. Ma Ursus mena di brutto il marito della donna e il suo impresario fa altrettanto con Olimpio perché non gradisce esser pagato con una cambiale. I due rientrano malconci spiegando di essere stati picchiati dalla ressa creatasi per pagare le tasse che con quei soldi avevano provveduto a fare. In realtà, tempo dopo, quando viene in negozio l'esattore, la proprietaria scopre ben altra realtà e soprattutto quando si presenta infuriato il manager di Ursus reclamando i soldi per quel titolo andato protestato a scadenza. Da lì in poi ogni creditore in firma si rivale sul precedente in un percorso a ritroso che vede la conclusione dai cugini Posalaquaglia. Entrambi finiti in prigione per falsa testimonianza nel caso in cui malauguratamente dovevano testimoniare sia per la vittima che per il colpevole, incrociano sulla soglia della prigione il Bruscatelli, appena scarcerato grazie al suo legale, che, vistosi presentare il protesto dai due, non esita a rilasciare immediatamente un'altra bella cambiale a conclusione di questa esilarante commedia con un cast di primissimo ordine e tante situazioni di assoluto divertimento. In fondo la vita moderna si basa sul credito e il credito sulla cambiale e se c'è una cosa che in Italia avrà avvenire, questa amici miei è ...
Italia 1959
Regia: Camillo Mastrocinque
Musiche Carlo Innocenzi
con
Totò: Antonio Posalaquaglia
Peppino De Filippo: Peppino Posalaquaglia
Vittorio Gassman: Michele
Ugo Tognazzi: Alfredo Balzarini
Georgia Moll: Maria
Raimondo Vianello: Olimpio, il commesso
Sylva Koscina: Odette Mercury
Paolo Ferrari: Ottavio
Erminio Macario: Tommaso La Candida
Aroldo Tieri: Pierluigi Bruscatelli
Toni Ucci: il manager di Ursus
Luigi Pavese: Temistocle Bisogni
Andrea Bosic: il principe Alessio
Gina Rovere: Lola Capponi
Lia Zoppelli: moglie di Alfredo Balzarini
Eduardo Passarelli: il pretore
Giacomo Furia: il cancelliere
Laura Nucci: la baronessa
Dina Perbellini: la marchesa
Nanda Primavera: Tamara, la zia di Ottavio
Olimpio Gargano: Ursus il lottatore
Olimpia Cavalli: Enrichetta, la cameriera
Mario Castellani: l'avvocato Incarta
Peppino De Martino: il cameriere della taverna
Ugo Sasso: il compagno di cella di Bruscatelli
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