Il diabolico dottor Mabuse
Alcuni misteriosi delitti conducono in un unico luogo, l'Hotel Luxor di Berlino Ovest, dove tutte le vittime succedutesi negli anni hanno soggiornato di passaggio in Germania. A mettere il commissario Kras della polizia sulle tracce del fantomatico Dr. Mabuse o un suo probabile discendente, è un veggente cieco che si chiama Peter Cornelius. Nelle sue visioni infatti predice le morti o le disgrazie imminenti che stanno per capitare alle persone a lui vicine o che conosce, in virtù di strani poteri telepatici che il suo stato di cieco ha nel tempo acuito. In realtà è lui stesso il figlio del fu Dottor Mabuse e al pari del suo terribile padre, intende distruggere il genere umano, continuando la sua missione. L'Hotel Luxor fu costruito nel 1944 dalla Gestapo col compito di ospitare stranieri di passaggio e autorità che venivano spiate grazie a un ingegnoso sistema di telecamere nascoste in ogni angolo dell'edificio. Questo particolare noto a Mabuse è stato abilmente sfruttato con l'aiuto di agenti esperti e votati alla medesima causa che vengono eliminati senza pietà in caso della più minima obiezione. Il traguardo è peraltro vicino dopo l'arrivo dell'ultimo illustre ospite, il ricco industriale americano Henry Travers che soggiorna nell'hotel in attesa di perfezionare un lucroso affare. Lui è un importante costruttore missilistico che agisce in collaborazione col governo americano e Mabuse, che agisce anche nelle vesti dell'insospettabile psicologo dottor Jordan, ha ordito un sofisticato piano che vede la complicità ignara della sensuale Marion Ménil. Lei sotto l'effetto dell'ipnosi finge di tentare il suicidio, venendo salvata da Travers che successivamente se ne innamora. Da quel rapporto può conseguirne un matrimonio e una successiva eliminazione del soggetto, rendendo sua moglie unica erede e quindi il Dr. Mabuse che la controlla, verrebbe in possesso dei missili con i quali distruggere il mondo. A rovinarne i piani sarà però proprio la donna che in un attimo di lucidità metterà Travers sul chi vive, fino alla scoperta finale dell'identità del pazzo, anche grazie all'ottimo lavoro di un agente Interpol che si spacciava per innocuo assicuratore, quando in realtà stava indagando alla grande ed aveva dipanato l'intricata matassa. Nell'inseguimento finale, Mabuse, braccato dalla polizia, finisce per precipitare da un ponte presidiato in un fiume, con l'auto che si inabissa subito nelle gelide acque. Ma che sia la tomba del diabolico Dr. Mabuse non è dato per certo, vista la sfilza di sequel che negli anni seguiranno.
Di certo è l'ultimo della trilogia che il maestro Lang dedicò a quest'incarnazione del male che a distanza di anni tiene ancora alta la tensione, risultando un film e una serie di sicuro effetto. Moltissimi cloni seguiranno con alterne fortune ma con sempre immutato appeal, risultando pertanto un nome più che azzeccato e stabilmente alle prime posizioni dei malvagi di ogni tempo del cinema.
Die 1000 Augen des Dr. Mabuse
Germania, Francia, Italia 1960
Regia: Fritz Lang
Musiche Arthur Lange
con
Wolfgang Preiss: Professor S. Jordan / Peter Cornelius / Dr. Mabuse
Gert Fröbe: commissario Kras
Peter van Eyck: Henry B. Travers
Dawn Addams: Marion Ménil
Andrea Checchi: Berg, detective dell'hotel Luxor
Nico Pepe: Persona di servizio nell'albergo
Werner Peters: Hieronymus B. Mistelzweig
Reinhard Kolldehoff: Roberto Ménil
Howard Vernon: No. 12
Linda Sini: Corinna, moglie del commissario
Commenti
Posta un commento
i vostri commenti sono molto apprezzati