Il Tredicesimo è sempre Giuda
Che a un pranzo di nozze partecipino dei brutti ceffi è indice di che pasta sarà lo sposo. Lui è Ned Carter, un tempo capitano confederato, e sta pranzando allegramente con alcuni suoi ex commilitoni e altri soggetti poco raccomandabili ma che saranno utili per terminare gli scavi della miniera d'argento che la sua sposa gli porterà in dote. Lei è Mary Belle Owens e sta per giungere in diligenza per convolare a nozze con Ned, quando un sinistro presagio si insinua in alcuni commensali: sono in tredici a tavola! Passa poco dalla funesta constatazione che arriva la diligenza con al suo interno la sposa e altri tre passeggeri uccisi con medesima sorte per i due a cassetta. Il colpo è tremendo e Ned vuole subito risalire agli autori, anche perché si scopre che i tre con Mary erano dei rangers in borghese. C'è sotto qualcosa di losco e a scoprirlo saranno due degli invitati: Tim il baro e Joe il dinamitardo. Verranno a capo della faccenda, scoprendo che Ned, al seguito di un gruppo di sudisti, si era impadronito dell'oro che trasportavano in salvo dopo la sconfitta di Gettysburg e, ormai prossimi alla resa, avevano studiato un piano per metterlo in salvo. Giunti alla miniera ormai abbandonata degli Owens, avevano scaricato le casse con l'oro e dopo averle nascoste in uno dei pozzi, Ned e due complici avevano sterminato gli altri. Tempo dopo era stato costretto a uccidere anche il futuro suocero, dopo che aveva scoperto nella sua miniera sia l'oro che gli scheletri dei sudisti. Per nascondere meglio il tutto aveva fatto franare parte del condotto e contava, una volta sposato, di poter raggiungere di nuovo il tesoro con l'aiuto di persone fidate. Di contro Mary sospettandolo come assassino di suo padre stava per raggiungerlo con tre agenti poi rimasti uccisi con lei. Ned ha anche eliminato i suoi compari una volta scoperto il suo gioco e restava il solo Tim da uccidere prima che potesse tradirlo, svelando il fatto alle autorità. Nemmeno l'aiuto di una banda di messicani riesce però a sottrarlo al suo destino e Tim con l'aiuto dell'amico Joe e dei suoi candelotti, aveva avuto la meglio nello scontro finale. Morto anche Joe era rimasto solo a fronteggiare Ned al quale far pagare in ultimo l'uccisione di Mary Belle che aveva tanto amato e che con lui cercava di scoprire il coinvolgimento di Ned nell'uccisione di suo padre. Giustizia è fatta ma serve solo a mitigare in parte il dolore di Tim e soprattutto a toglierci d'impaccio con questo ennesimo modestissimo western spaghetti.
Giuseppe Vari, firmandosi al solito Joseph Warren, mette insieme una storia che fa acqua fin dall'inizio del grottesco pranzo di nozze senza sposa, preoccupato soprattutto dal budget limitato e dal ruolo di riempitivo di metà settimana che il film avrebbe avuto nelle sale. Assenti quasi del tutto gli interni ai quali preferire esterni della campagna laziale, cave comprese a dare l'idea di canyon e dalle quali ti aspetti che esca fuori da un momento all'altro un camion o una ruspa.
Il Tredicesimo è sempre Giuda
Italia 1971
Regia: Giuseppe Vari
Musiche Carlo Savina
con
Donald O'Brien: Capitano Ned Carter
Maurice Poli: Tim
Dino Strano: Joe (accreditato Dean Stratford )
Maily Doria: Mary Belle Owens
Fortunato Arena: Stump codice
Giuseppe Castellano: Slim
Adriana Giuffré: Emilia
Giangiacomo Elia: Cayuse (accreditato John Ely)
Attilio Dottesio: Generale sudista
Luca Sportelli: oste
Enrico Marciani: Billy Budd il predicatore
Nanni Bernini: Jack
Franco Pesce: Fotografo
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