Sette uomini d'oro
Sette specialisti in rapine internazionali mettono a punto un elaborato piano per introdursi nel super caveau blindato del Credit Suisse di Ginevra. Ideato nei minimi dettagli dal "Professore", Albert, la mente del gruppo, il piano prevede che in sei, fingendosi operai addetti alla manutenzione stradale, si calino in un tunnel sotterraneo che porta sotto la banca. Qui intanto la complice, la sensuale Giorgia, amante del professore, ha posto un congegno elettronico all'interno di una cassetta di sicurezza affittata, fingendosi una cliente facoltosa. Esso guiderà la banda nel punto preciso dove scavare tramite un altro congegno ricevente. Il piano si svolge regolarmente e il buco scavato fa cadere la bellezza di sette tonnellate d'oro in lingotti che vengono caricati su di un camion posto al di sopra dello scavo e ben coperto da teloni, come si usa nei cantieri. Dopo di che la banda riesce a dileguarsi gabbando la polizia che aveva cercato invano di agguantarli, dopo un allarme lanciato da un radioamatore che aveva intercettato i discorsi della banda. Ma al momento della spartizione si accordano per passare la frontiera e spedire l'oro in una fonderia napoletana spacciandolo per ottone. Giorgia e il professore partiranno in treno per l'Italia, mentre gli altri sei con passaporti falsi varcheranno la frontiera in un' auto. Lo scopo è di farli fermare dalla polizia di frontiera, avendoli dotati di passaporti malamente contraffatti, per spartirsi il bottino in due. Ma mentre i sei vengono fermati e i due sembrano due piccioncini innamorati nello scompartimento letto diretto in Italia, Giorgia fa entrare in azione il direttore della banca svaligiata che blocca con la rivoltella l'attonito professore. Aveva salutato tutti per godersi la meritata pensione e il colpo concertato con la bella Giorgia gli avrebbe consentito di spassarsela in Polinesia per il resto dei suoi anni da nababbo. Albert viene addormentato con un'iniezione di sonnifero e si risveglia solo dopo essere arrivati a Roma. Intanto i due traditori scoprono che il carico è già stato fuso nella fonderia e non è più possibile ridividerlo, ragione questa che induce il direttore a piantare su due piedi la donna, in quanto ormai solo un peso. I sei, senza alcuna accusa precisa, vengono rilasciati e arrivano a Roma dove il professore, ha recuperato il bottino, avendo previsto mosse come quella di Giorgia che viene tuttavia raggiunta in albergo e perdonata, per apprendere felice che l'oro è ancora sul camion e insieme con Albert si mette in moto. Gli irriducibili complici sono però sulle loro tracce, avendoli scorti con il prezioso carico su quel camion che bloccano per una resa dei conti che li vede maldestri lasciare il mezzo sfrenato che finisce la sua corsa nei pressi del Colosseo schiantandosi contro un chiosco. La gente si accorge del carico e in massa lo vandalizza prima dell'arrivo della polizia, lasciando i sette più Giorgia allibiti e con un pugno di mosche in mano. Ma niente paura con la testa del professore e la loro abilità non faranno fatica a mettere a segno un altro colpo del genere, come ci è dato a vedere prima della parola CONTINUA mentre sono intenti a ripetere a Roma quanto fatto a Ginevra.
Il film che fu uno dei più grandi successi degli anni '60 è divenuto un piccolo cult col passare del tempo e si lascia guardare con sempre divertita partecipazione, con interpreti di provata bravura e la bellezza della nostra Rossana Podestà. A impreziosire il tutto anche l'ottima colonna sonora del maestro Trovaioli che si ripeté nel sequel dell'anno successivo.
Il film che fu uno dei più grandi successi degli anni '60 è divenuto un piccolo cult col passare del tempo e si lascia guardare con sempre divertita partecipazione, con interpreti di provata bravura e la bellezza della nostra Rossana Podestà. A impreziosire il tutto anche l'ottima colonna sonora del maestro Trovaioli che si ripeté nel sequel dell'anno successivo.
7 uomini d'oro
Italia, Francia, Spagna 1965
Regia: Marco Vicario
Musiche Armando Trovajoli
con
Philippe Leroy: Albert, il professore
Rossana Podestà: Giorgia
Gastone Moschin: Adolf, il tedesco
Gabriele Tinti: Aldo, l'italiano
Giampiero Albertini: August, il portoghese
Dario De Grassi: Anthony, l'irlandese
Manuel Zarzo: Alfonso, lo spagnolo
Maurice Poli: Alfred, il francese
José Suárez: il direttore di banca
Ennio Balbo: il commissario di polizia
Alberto Bonucci: Alessio, il radioamatore
Renzo Palmer: il doganiere
e con
Josè Luis Gallardo
Renato Terra
Juan Cortes
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