Sigpress contro Scotland Yard
Sigpress, un misterioso ladro gentiluomo internazionale, è l'incubo dell'Ispettore di Scotland Yard Harold Bennett, perché risolve intricati casi al suo posto dando così discredito al famoso corpo di polizia. Ha recuperato, come fa di solito, alcuni preziosi rubati ad una nobildonna e li ha restituiti trattenendo il previsto compenso del 10% come stabilito dalle leggi internazionali. Ed è quello che gli consente una vita agiata oltre ai servigi del prezioso maggiordomo Pierluigi col quale spesso agisce in coppia. Si è sparsa voce che la gemma "Occhio di Allah" di inestimabile valore e di proprietà del magnate greco Temistocle Niorkos verrà portata da Londra a Parigi nella villa del proprietario, scortata da tre funzionari dei Lloyd's londinesi presso i quali è assicurata per la somma di 200 mila sterline. Per evitare brutte sorprese Sir Barcley, capo di Scotland Yard, sguinzaglia con tutte le raccomandazioni del caso, il suo Ispettore Bennett al seguito del prezioso, per scongiurare ogni tentativo di furto lungo il tragitto. Sigpress, travestito da finto giornalista è della partita e durante il viaggio cerca di interfacciarsi con l'ispettore adulandolo circa la sua fama di infallibile segugio e desideroso di pubblicare un articolo su di lui che lo celebri degnamente. L'uomo ne è lusingato ma quello che si temeva si concretizza quando i tre funzionari vengono rinvenuti addormentati nel loro scompartimento e la gemma sparita. Sigpress indaga al pari dell'ispettore e scopre che il furto è stato un abile tentativo del proprietario per farsi pagare il ricco premio assicurativo e che tra l'altro la gemma è una copia dato che l'originale è ancora saldamente nelle mani del magnate. Ma costui resta vittima di un attentato ordito dalla complice del suo segretario desideroso di impossessarsi del gioiello. Nella villa dell'armatore, Sigpress riesce a giungere in tempo per salvare la figlia di Niorkos dalle grinfie dei due ladri assassini che le volevano carpire il segreto per penetrare nel caveau blindato, protetto da raggi mortali e, una volta disinnescato il sofisticato sistema, rubare gli altri gioielli della collezione. Quando arriva l'ispettore ormai i giochi sono fatti e manca guarda caso il favoloso Occhio di Allah che verrà restituito previo compenso del 10% del valore dal solito Sigpress. La figlia ancora frastornata sembra aver riconosciuto il suo salvatore nella persona del giornalista che sta pedinando senza sosta l'ispettore il quale inizia a sospettarlo. Ma ecco che una telefonata fuga ogni suo dubbio perché dall'altro capo della cornetta c'è Sigpress che gli preannuncia di aver recuperato il monile scagionando quindi l'importuno giornalista. L'ispettore è rimasto ancora una volta con un palmo di naso e non può sospettare certo di aver parlato poco prima con la voce di Sigpress registrata e accostata alla cornetta dal fido Pierluigi, secondo il piano pattuito col suo astuto padrone.
A metà tra l'italian spy e il poliziesco, è una divertente e spensierata occasione per rivedere come eravamo negli anni '60 e come lavorava di impegno e fantasia il comparto cinema nazionale nel suo insieme di maestranze, sceneggiatori, registi e produttori, impegnati a ritmo serrato nell'allora florida e fervida industria cinematografica nazionale.
Sigpress
contro Scotland Yard
Italia, Germania Ovest 1968
Regia: Guido Zurli
Musiche Gino Peguri
con
George Martin: Sigpress
Paolo Carlini: Ispettore Harold Bennett
Klaus Kinsky: Pierluigi
Dick Palmer: Maurice
Ingrid Schoeller: Muriel
Orchidea De Santis: Manuela
Gloria Paul: Joselita
Karin Field: Priscilla
Andrea Aureli: Temistocle Niorkos (accreditato Andrew Ray)
Consalvo Dell'Arti: Sir Barcley
Aldo Canti: Pedro (accreditato Nick Jordan)
Giulio Bixio: funzionario dei Lloyds
Emanuele Gonzales: il professore
Fedele Gentile: il dottor Duran
Mario Guizzardi: Baker
Marianne Leible: Lady Henderson
Valentino Macchi: il capotreno
Aldo Marianecci: Archibald
e con
Pamela Mell
Vicky Morandi
Furio Pellerani
Piero Sartori
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