Se io fossi onesto
Per aver contraffatto la firma del suo ricco zio, lo spiantato barone Paolo Vareghi è stato condannato a tre mesi di carcere. Aveva contratto un debito di gioco e non avendo soldi per ripagarlo, aveva provato a contraffare la firma dello zio Demetrio Vareghi, ricchissimo barone che non ne aveva voluto sapere di passare sopra alla cosa. Una giusta punizione avrebbe solo giovato al giovane nipote, figlio di suo fratello, che non aveva mai conosciuto. Paolo in trepida attesa di venir prelevato dalle forze dell'ordine nella sua casa, vive momenti angoscianti con suo fido maggiordomo Vittorio il quale ha un lampo di genio, quando un passante viene casualmente a contatto con loro. Lui è l'ingegner Pietro Kovach, tre lauree e una pubblicazione su studi effettuati nella ricerca del petrolio, ma attualmente spiantato e senza lavoro. Tale che quella proposta del maggiordomo di guadagnare 10 mila lire per prendere il posto del suo padrone in carcere, lo alletta molto sebbene con una certa riluttanza vista la sua moralità integerrima. Ma in fondo cosa sono tre mesi con vitto e alloggio pagati dallo stato e una buonuscita così generosa? Ecco quindi che all'arrivo delle guardie si presenta per essere il barone ricercato. Nessuno in fondo si costituisce per un reato non commesso e alla matricola del carcere non viene in mente a nessuno di appurare le sue generalità. Ma ecco che Clara, la figlia del barone che non sente ragioni, è intenerita dal fatto e crede che sia una punizione troppo severa per suo cugino e siccome sua madre con altre dame si occupa anche dei carcerati, la ragazza fa visita al cugino ottenendo dal direttore un trattamento di favore. Anche suo padre sembra cambiare idea e accettare la cosa fin quando decide di accogliere il giovane al suo rilascio nella loro villa dove potrà ambientarsi in attesa di ricominciare una nuova vita onesta. Il vero barone Paolo era stato nascosto in campagna da una sorella del maggiordomo Vittorio, in attesa che terminasse la condanna. Ma ora con il finto Paolo nella casa dello zio, tutto si complica. Il giovane vorrebbe rivelarsi ma su consiglio del fido Vittorio che si è prestato al gioco, desiste per non finire stavolta sul serio incriminato per scambio di persona. A complicare ulteriormente le cose c'è anche Clara che si è innamorata del giovane mentre suo padre non ne vuol sapere, cercando di spingerlo oltre oceano presso conoscenti altolocati dove potrà ricominciare una vita agiata. Lo zio di Clara, il conte Stefano Englesh, ironia della sorte, si è affascinato leggendo il libro dell'ing. Kovach, perché ritiene che nelle loro terre si nasconda il petrolio. Paolo che è in realtà Pietro Kovach non può svelarsi, ma ricerche fatte dallo zio scovano quest'ingegnere ospite di una fattoria in campagna e lo vanno a prendere per portarlo in villa e stabilire il da farsi circa le trivellazioni. Ora sono entrambi, ognuno con l'identità dell'altro, nella villa dello zio e siccome è prevista la partenza del piroscafo per l'Australia come previsto, ecco allora il vero Paolo Vareghi approfittarne riuscendo perfino a turlupinare di nuovo gli zii, facendogli acquistare a prezzi gonfiati alcuni terreni limitrofi nel cui sottosuolo si cela l'oro nero per poi partire col fido Vittorio e imbarcarsi. Ma non prima di aver svelato tutto all'incredula Clara che ora è innamorata dell'ingegner Pietro Kovach, cosa che viene accettata anche dal padre che non vedeva bene legami tra consanguinei. Il vecchio si è liberato per sempre del furfante nipote e siccome si è effettivamente scoperto il petrolio in quei terreni, nessuno meglio dell'ingegnere, futuro genero, può esserne il direttore dei lavori.
Commedia dagli equivoci a non finire, fin dalle prime battute giocate con estrema bravura da un cast eccezionale, per un film che si lascia scoprire e guardare con incredibile fascino. Andrebbe fatto studiare agli asfittici interpreti del cinema italiano degli ultimi decenni.
Se io fossi onesto
Italia 1942
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Musiche Mario Nascimbene
con
Vittorio De Sica: Ing. Pietro Kovach
Maria Mercader: Clara Vareghi
Paolo Stoppa: Il barone Paolo Vareghi
Sergio Tofano: Vittorio, il maggiordomo
Virgilio Riento: Il direttore del carcere
Guglielmo Barnabò: Il barone Demetrio Vareghi
Jone Morino: La contessa Magda Englesh
Arturo Bragaglia: Il conte Stefano Englesh
Clelia Matania: Paola Englesh, loro figlia
Armando Migliari: l'ex giudice Vasani
Carlo Ludovico Bragaglia: impiegato del carcere
Giuseppe Condorelli: l'avvocato Mori
Angelo Dessy: Un detenuto
Lina Tartara Minora: Maddalena
Domenico Serra: Il maggiordomo del barone Vareghi
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