Il Duca Nero
Cesare Borgia, il Valentino è qui narrato come un eroe antesignano dell'unità d'Italia. Il Regno di Italia a cui lui ambisce è la meta per la quale adottare tutti i mezzi possibili, dalla forza all'astuzia, passando per la politica e l'intrigo. "Un grand'uomo e di lui parlerà la storia" dice alla fine del film il suo fido Veniero. E in effetti si assiste quasi ad una celebrazione di questo individuo partendo però da presupposti diametralmente opposti. Ovvero la sua bramosia di potere, peraltro invisa da Venezia e dalla Francia oltre a diversi signorotti locali è contrastata non solo da Caterina Sforza Signora di Forlì e Imola ma dalla sorella Lucrezia stessa e dalla misteriosa organizzazione guidata nell'ombra da Garofano Rosso e che tenta a più riprese di eliminare il Duca senza successo. Ecco che delineato il tipo come sadico tiranno, lasciando perdere la storia presa a pretesto per la narrazione, uno si aspetta un finale con la giusta punizione del malvagio. E invece pian piano viene ribaltato il concetto e il Borgia diventa un uomo tutto coraggio e azione e con ideali più grandi di lui. Senza paura affronta le più pericolose mischie in battaglia e riesce a far breccia nel cuore della bella Ginevra, ultimo tentativo dei congiurati di eliminarlo col veleno, che vedrà però lei berlo al suo posto preferendo la morte piuttosto che uccidere il suo amato. Tutto è pronto per l'assedio di Forlì e il Duca è in prima fila per espugnare le mura ed eliminare nel duello finale il fantomatico Garofano Rosso che altri non era che uno dei suoi più valorosi capitani, Riccardo Brancaleone bramoso solo di prenderne il posto e così la strada verso la gloria è spianata. Caterina depone la spada e in abiti sontuosi riceve il suo nuovo Signore che magnanimo la condurrà con sé a Roma in trionfo.
Cameron Mitchell è un convincente Cesare Borgia, discreto il cast femminile con Grazia Maria Spina su tutte e in generale buone le scene di battaglia e curati i costumi. La location poi è di quelle mitiche nazionali ovvero la Rocca di San Leo che nei titoli di testa, ringraziando le autorità locali, viene situata in Romagna e mai scritta fu più sbagliata ma fortunatamente o fortuitamente profetica. Difatti San Leo è si in Romagna ma solo dal 16/08/2009 ovvero 46 anni dopo questa straordinaria profezia scritta rosso su nero e consultabile nei crediti iniziali. Dire che sarebbe tuttora spunto, sia lui che la sorella, per tanti film e viste anche le centinaia di rocche o castelli sparsi per il nostro paese è tempo credo sprecato per chi ha in mano le sorti del cinema italiano di questi ultimi anni bui.
Cameron Mitchell è un convincente Cesare Borgia, discreto il cast femminile con Grazia Maria Spina su tutte e in generale buone le scene di battaglia e curati i costumi. La location poi è di quelle mitiche nazionali ovvero la Rocca di San Leo che nei titoli di testa, ringraziando le autorità locali, viene situata in Romagna e mai scritta fu più sbagliata ma fortunatamente o fortuitamente profetica. Difatti San Leo è si in Romagna ma solo dal 16/08/2009 ovvero 46 anni dopo questa straordinaria profezia scritta rosso su nero e consultabile nei crediti iniziali. Dire che sarebbe tuttora spunto, sia lui che la sorella, per tanti film e viste anche le centinaia di rocche o castelli sparsi per il nostro paese è tempo credo sprecato per chi ha in mano le sorti del cinema italiano di questi ultimi anni bui.
la stupenda Rocca di San Leo
Italia 1963
Regia: Pino Mercanti
con
Cameron Mitchell: Cesare Borgia
Grazia Maria Spina: Ginevra
Corrado Sanmartin: Riccardo Brancaleone
Franco Fantasia: Veniero
Gloria Osuna: Lucrezia Borgia
Giovanni Vari: Morialdo
Giulio Maculani: Giulio
Manuel Castineiras: Tancredi
Dina De Santis: Lavinia Serpieri
Gloria Milland: Caterina Sforza
Nino Persello: Tito Serpieri
Silvio Bagolini: Serafino
Piero Gerlini: Gabino
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