Un ladro in paradiso
Vincenzo e Gennarino, giovani napoletani, vivono di espedienti e piccoli furti, travestendosi il primo da Pazzariello e il secondo da frate questuante. Racimolano di che mangiare finché la Vigilia di Natale, Vincenzo allunga le mani su un costoso servizio da liquori che intende regalare alla sua fidanzata Nanninella. Lei lavora come sartina in un negozio nel quale, bontà del suo padrone, può dormire la sera e sogna quanto prima di sposare Vincenzo e vivere in una casa tutta loro come più volte promesso dall'uomo. Ma quel furto, scoperto dal commissario, che ne ha associato negli anni diversi altri con matrice comune la presenza sul luogo del misfatto del Pazzariello e della sua corte di musicanti, gli costa l'arresto e la condanna a pochi mesi di prigione. Nanninella precipita nello sconforto e Vincenzino nella chiesa del carcere promette a San Giuseppe, nell'imponente presepio donato ai tempi del Re, di cambiare vita con il suo aiuto e sostegno. Uscito di prigione e ricomposto il suo rapporto con la fidanzata, alla quale ha giurato di voler iniziare una nuova vita, si mette di buona lena con l'amico di sempre Gennarino a cercare un lavoro onesto. Ma è tutto vano al punto che un primo colpo facile a danno di due turisti sembra far intendere a Vincenzino che sia opera del suo protettore San Giuseppe, sensazione che giorno dopo giorno è sostenuta da altri piccoli e proficui furtarelli, tanto che Vincenzo inizia a portare gran quantità di ceri alle edicole votive del santo. Addirittura viene loro offerto un lavoro da muratori da un provvidenziale benefattore, ma una volta iniziato, l'indole incorreggibile di Gennarino convince il socio a provare di rubare le paghe degli operai. La sorte però riserva a Vincenzo una brutta caduta dall'impalcatura e conseguente intervento chirurgico nell'ospedale dove viene trasportato d'urgenza. Qui l'effetto dell'anestesia gli produce la visione del paradiso dove ad attenderlo c'è il suo santo protettore San Giuseppe, al quale racconta la sua sciagurata vita fin dalla tenera età quando venne abbandonato da sua madre, ragion per cui chiede con fermezza di venir perdonato del suo passato di ladro ed accolto. Ma al contrario viene rimproverato e invitato finalmente a cambiar vita come promessogli a suo tempo e per farlo può tornare sulla terra tra i vivi a redimersi. Risvegliato si ritrova il chirurgo al fianco del letto al quale rimprovera di averlo riportato sulla terra dal Paradiso in cui si trovava felice, per riprendere la sua grama vita terrena. Allora il chirurgo fa entrare la sua Nanninella, che ha aspettato per tutto il tempo in trepidazione, che col suo caloroso abbraccio ridà gioia e forza a Vincenzo per una nuova vita insieme.
Tratto da un soggetto del grande Eduardo è un film piacevole che si mantiene tra commedia e melodramma sentimentale in uno scenario del dopo guerra, dove miseria e speranza erano il condimento della vita della gran parte della popolazione.
Tratto da un soggetto del grande Eduardo è un film piacevole che si mantiene tra commedia e melodramma sentimentale in uno scenario del dopo guerra, dove miseria e speranza erano il condimento della vita della gran parte della popolazione.
Un ladro in paradiso
Italia 1952
Regia: Domenico Paolella
Musiche Nino Rota
con
Nino Taranto: Vincenzo De Pretore
Francesco Golisano: Gennarino
Hélène Rémy: Nanninella
Filippo Scelzo: chirurgo
Enzo Turco: commissario
Fanfulla: benefattore
Marisa Fimiani: donna Carmela
Salvatore Costa: don Carmine
Carlo Pisacane: carceriere
Carlo Delle Piane: ragazzo dei palloncini
Carlo Tamberlani: San Giuseppe
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