Il capitano nero
L uisa Adinolfi, rampolla di una nobile famiglia, è segretamente innamorata di Giuliano Garlandi all'insaputa dei suoi vista la faida che corre tra i due casati da anni. Giuliano, per vendicarsi delle tante umiliazioni subite dagli Adinolfi, circuisce la giovane e fingendosi innamorato la violenta con l'aiuto di una cortigiana che aveva attirato la ragazza a casa sua. Tornata malconcia a casa e ferita ancor più nell'animo, racconta ai fratelli l'accaduto inducendo in loro un immediato impulso a vendicarsi del grave torto. Marco, il maggiore è fuori per sbrigare alcune pratiche, ragion per cui Paolo e Stefano, gli altri suoi fratelli con l'aiuto di padre Oliviero, il confessore testimone di quanto raccontato le dalla ragazza, si recano dal Governatore per ottenere giustizia. Ma a favore del Garlandi depone il Duca Fabrizio Riano di Corvara, testimoniando palesemente il falso e adducendo che la giovane era consenziente, essendo ella dedita ad incontri amorosi con chiunque le capitasse a tiro. Il Governatore non può intervenire anche perché è appena giunta a palazzo sua nipote Barbara Vivaldi, promessa sposa allo stesso Duca di Corvara, ragione questa che non può in alcun modo farlo opporre alla parola data dal nobile. I fratelli decidono allora di vendicarsi ma vengono attirati in un tranello da Giuliano Garlandi e trucidati dai suoi uomini. Quando Marco rientra a casa apprende la tremenda notizia e che sua sorella si è chiusa in convento su suggerimento di padre Oliviero. L'uomo tenta di avere giustizia dal Governatore, avendo modo di conoscere sua nipote Barbara ma senza ottenere alcun risultato, tanto che con alcuni nobili a lui alleati, inizia la sua vendetta. Dapprima uccidendo a duello il bieco Giuliano per poi passare a vie di fatto con il Duca di Corvara che nel frattempo si è visto negare il matrimonio dalla giovane Barbara che ha avuto modo di capire di quale pasta fosse fatto il suo promesso sposo. Ben diverso dall'uomo leale e cavalleresco che ha iniziato ad apprezzare e che adesso spalleggia apertamente nella lotta finale col Duca. Questi per ricattarlo aveva fatto rapire sua sorella dal convento ed ora la deteneva nel suo maniero. Marco lo assalta con i suoi e lo uccide a duello sugli spalti del castello liberando Luisa e unendosi a Barbara che li aveva raggiunti con i rinforzi. Il lungo bacio tra i due suggella la loro unione e una ritrovata pace in tutta la zona.
Diretto a due mani, anzi quattro per l'esattezza, è un buon film d'avventura del genere cappa e spada assai in voga vista la dovizia di esterni a tema castelli che abbiamo nel Bel Paese. Buoni gli interpreti e la trama anche se il film difetta un pochino nei combattimenti con le spade nonostante la presenza del noto direttore di scherma Romualdo Battaglia come evidenziato dai titoli di testa.
Italia 1951
Regia: Giorgio Ansoldi, Alberto Pozzetti
Musiche Raffaele Gervasio
con
Marina Berti: Barbara Vivaldi
Steve Barclay: Marco Adinolfi
Paul Müller: Giuliano Garlandi
Mario Ferrari: Duca Fabrizio Riano di Corvara
Marisa Merlini: la cortigiana Lucrezia
Carlo Borrelli: Governatore Lancisi
Silvana Muzi: Luisa Adinolfi
Fedele Gentile: Prospero Venturini
Leo Garavaglia: padre Oliviero
Roberto Risso: Paolo Adinolfi
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